venerdì 1 maggio 2020

Commento di fra Domenico Spatola al Vangelo della quarta Domenica di Pasqua (anno A): Giovanni 10, 1-10


1 «In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. 2 Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. 3 Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. 4 E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. 5 Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». 6 Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro.

7 Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. 8 Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. 9 Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo. 10 Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza.


Emblematica, nell'antichità, era la relazione "pastore/ gregge" riferita al re e al suo popolo.
Ezechiele (VI sec. a.C.) vi vedeva l'intima relazione tra Iahvè e Israele. 
Nei Salmi il pastore è baluardo contro i ladri e gli assassini. Il mercenario  non ama il gregge e fugge al pericolo dei lupi rapaci. L'accusa del profeta è rivoltta ai capi religiosi, per avere trasformato il "munus" (ufficio) di pascere nel "beneficio" di pascersi ingordamente delle pecore affidate. La denuncia di Ezechiele è riproposta da Gesù "Pastore buono" ("kalòs" senza rivali). 
L'usanza palestinese di assemblare le pecore dei diversi pastori in unico recinto, consentiva la notte sicura. Il custode la mattina apriva la porta ai pastori venuti a rilevare le proprie pecore per condurle al pascolo. I "ladri e gli assassini" avrebbero cercato altro ingresso, ma il custode non avrebbe aperto loro né le pecore, non riconoscendone la voce, li avrebbero seguiti. Al "recinto" fa parallelo  l'immagine de "la porta". Vi si identifica chiunque inizia alla conoscenza e alla vita che Gesù offre eterna. Sconfessa qualunque altro mediatore per incontrare il Padre come "ladro e omicida".
Ingordi, i destinatari della denuncia proveranno a spegnere la "voce" del buon Pastore, che le pecore sanno riconoscere.

Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Mausoleo di Galla Placidia, Ravenna, mosaico

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