venerdì 4 settembre 2020

Fra' Domenico Spatola: Quella sera... 3 settembre 1982

Ho atteso stessa ora per riprovare l'emozione di 38 anni fa. Ero in terrazzo del convento. La serata fresca di fine estate consentiva di attardarsi prima di ritirarsi in camera per il riposo notturno, quando frate Mario da Baucina venne a dirci che da una amica al telefono apprendeva degli spari di via Isidoro La Lumia. Pensai a qualcosa di grave. Per istinto. L'ultimo 30 aprile era stato falcidiato il sindacalista onorevole Pio La Torre. Palermo da qualche tempo viveva il far West con morti eccellenti per mano mafiosa. Il generale Dalla Chiesa, nuovo prefetto, anticipò la sua venuta a Palermo per l'occasione. Erano passati cento giorni. Non pensai immediatamente a lui. Mi fermai paziente alla televisione aspettando quale  notizia. In sovrimpressione vidi scorrere dopo pochi minuti la notizia: morto proprio lui, con la neomoglie Emmanuela Setticarraro e l'unico poliziotto di scorta. Tremò la città,  presaga dell'invincibilità della piovra che con i suoi tentacoli asfissia senza speranza. L'indomani fece la coda al palazzo Witaker, per un omaggio floreale alle due bare in parallelo. E alle 15.00 suonai l'organo nella Chiesa di san Domenico, il Pantheon degli uomini illustri palermitani. Basiti rimasero i politici in prima fila con Spadolini presidente del Consiglio, quando il compianto cardinale Pappalardo, pronunciò senza mezze verità,  l'accusa. A stigmatizzare l'evento nella memoria collettiva, geniale la citazione di Sallustio: "Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur!" L'accostamento  a Palermo fu consequenziale,  con la commiserazione d'obbligo: "Povera Palermo!"
Si comprese che la paura attanagliava, chi avrebbe potuto e dovuto combattere. Ma i migliori di questa Terra, pagheranno in solitudine un prezzo troppo alto. Avremo meritato tanto sacrificio?

Fra' Domenico Spatola 

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