venerdì 3 gennaio 2020

Commento di fra Domenico Spatola al Vangelo della Epifania del Signore: Matteo 2, 1-12

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme 2e dicevano: «Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». 3All'udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. 4Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. 5Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:
6E tu, Betlemme, terra di Giuda,
non sei davvero l'ultima delle città principali di Giuda:
da te infatti uscirà un capo
che sarà il pastore del mio popolo, Israele».
7Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella 8e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo».
9Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. 10Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. 11Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. 12Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese.

Matteo scrive il Vangelo per Ebrei convertiti al Cristianesimo. Motivo conduttore è il confronto serrato tra Gesù e Mosè, per evidenziare la superiorità del primo, che attua le profezie dell'Antico Testamento e porta la salvezza a tutti i popoli della Terra. I Magi ne sono i rappresentanti. Al seguito della profetica Stella,  inseguono ideali di pienezza. Il percorso è lungo perché ostacolato da ideologie di potere. Gerusalemme e il suo re li depistano, mentre i sacerdoti e gli scribi, conoscitori delle Scritture, all'unanimità li orientano verso Betlemme, la città di Davide, e futuro luogo della nascita del re Messia. Così si era pronunciato Michea, il profeta della Natività. Tuttavia i Magi ebbero fortuna, furono infatti favoriti (suo malgrado) da Erode che, con ambigua disponibilità, chiese la loro collaborazione a cercare il Bambino e avvisare lui, non per venirlo ad adorare, come falsamente diceva, ma per  scopi omicidi. In filigrana l'evangelista intravvede la strage degli Ebrei in Egitto, ad opera del faraone, al tempo di Mosè. Ripreso il cammino, per la loro grande gioia, la stella tornò a splendere ai Magi e, al termine del prodigioso cammino, a Betlemme nella "casa" trovarono il Bambino. Ne riconobbero la regalità offrendogli l'oro. Ne adorarono la divinità con l'incenso, e celebrarono le sue nozze con l'Umanità, offrendogli la mirra. Maria, la Madre, mostrando il Bambino diventò icona della Chiesa che professa permanente vocazione universale, per la salvezza di tutte le Genti.

Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Adorazione dei Magi (Raffaello)

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