Fra' Domenico Spatola
Volli emigrare, lontano, tra stelle, e guardare da quelle la terra vitale: la vidi sbocciare, qual rosa a dolore... e compresi l'amore. - Fra Domenico Spatola.
venerdì 2 maggio 2025
Fra' Domenico Spatola: Pesca abbondante
Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della III domenica di Pasqua: Giovanni 21, 1-19
sabato 26 aprile 2025
Fra' Domenico Spatola: "Signore mio e mio Dio!"
"Pace" fu il tuo saluto,
lo stesso tributo
che ancora Umanità attende,
perché chi deve non comprende.
Lo Spirito soffiasti su di loro,
comunicando il tuo tesoro
di perdono al peccatore
di cui fosti il Redentore.
Non fu un caso,
quella sera mancava solo Tommaso.
Ma, quando tornasti all'ottavo giorno,
Gesù, lo volesti a te intorno
a mettere sue mani in tue piaghe.
Sue parole non furon vaghe
ma di fede,
perché tra tutti fu colui che crede
che tu sei Dio
per lui e anche mio.
Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Seconda Domenica di Pasqua (anno C): Giovanni 20, 19-31
giovedì 24 aprile 2025
Fra' Domenico Spatola: Un 25 aprile... richiesto "sobrio"
Ottanta anni da quando gli Alleati entrarono a Milano, dopo l'interminabile guerra partigiana che causò tante morti innocenti.
Con buona pace di chi è contrario perciò, il 25 aprile, è per l'Italia repubblicana e antifascista, data simbolica da esportare al mondo, che ha bisogno di quel sogno, nato dall'incubo nazifascista che torna a manifestare in Europa, rigurgiti inquietanti, e anche in casa nostra. Il partigiano Pertini, quando era presidente dell'Italia, disse che "la peggiore democrazia sarà sempre superiore alla più perfetta dittatura", che egli sperimentò sulla sua carne, e tanti altri come lui. Lo ricordino i giovani chiamati a fare la storia del futuro.
martedì 22 aprile 2025
Fra' Domenico Spatola: È morto il grande Papa
sabato 19 aprile 2025
Fra' Domenico Spatola: Madre nel dolore
Dolore in cuore mio rimbomba,
perché ucciso hanno il Santo
e sconvolto tanto
l'universo.
Il mondo è perso
ma ancora ti appartiene:
vinca il bene
sulle terre
ove per le guerre
è di bimbi pianto di fame e povertà.
Madre che d'umiltà
facesti Il manto,
guarda come affranto
è l'uomo sulla Terra
perché la morte sferra
ancora suoi guai.
Non nasca mai
odio in mio cuore,
o Madre nel dolore.
Di Domenico Spatola
Fra' Domenico Spatola: Il sepolcro nuovo
perché veramente immortale. In tutta fretta, Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo, con un carico di quaranta libbre di unguento in mistura di aloe, accorsero a suggellare la morte. Sulla tomba fecero rotolare la pietra fatale. "Chi la srotolerà?", si chiedevano al mattino seguente, le donne accorse in tempo scaduto. Si sorprenderanno però di trovare il sepolcro aperto e la pietra scagliata lontana. Capovolta a piedistallo perché alla sommità vedranno l'angelo annunciante: "Cristo è Risorto!".
venerdì 18 aprile 2025
Fra' Domenico Spatola: È risorto...
Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Veglia di Pasqua (anno C): Luca 24, 1-12
Nessun evangelista poté raccontare i tempi e i modi della Risurrezione del Signore. Dànno solo indizi per incontrarlo. I discepoli, osservanti della Legge del sabato, avevano in fretta sepolto il corpo di Gesù, senza imbalsamarlo, per non contaminarsi e celebrare la Pasqua ebraica. Fatta rotolare in fretta la pietra all'imboccatura del sepolcro, rientrarono nelle proprie dimore. Ma al mattino, del primo giorno della settimana, quando era ancora buio, le donne, con unguenti, andarono al sepolcro per la imbalsamazione di Gesù. Le preoccupava tuttavia la pietra tombale che ostruiva l'ingresso. Chi l'avrebbe tolta? Si sorpresero al vederla rimossa. Entrarono timorose, ma si allarmarono quando non trovarono il cadavere. A toglierle dalla angoscia intervennero due uomini, in abito sfolgorante: "Non cercate tra i morti, Colui che è vivo!", dissero e aggiunsero: "È risorto!". Era il primo kerigma, cui fecero seguire la catechesi: "l'aveva detto il Signore che il Figlio dell'uomo sarebbe stato consegnato ai peccatori per essere Crocifisso e risorgere il terzo giorno". I due testimoni Mosè ed Elia, rappresentavano concordi la Legge e i Profeti. Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo con le altre donne andarono ad annunciare agli apostoli, ma senza essere credute, perché donne. Pietro andò al sepolcro, a verificare e constatare che il lenzuolo non si era mosso per l'assenza del cadavere. Tornò a riferire stupito.
Fra' Domenico Spatola
(Nella foto: Dipinto di Annibale Carracci)
Fra' Domenico Spatola: La passione del Redentore
Di Domenico Spatola
Fra' Domenico Spatola: Gesù, quel bacio...
venerdì 11 aprile 2025
Fra' Domenico Spatola: Scelse l'asinello
da Zaccaria profetato.
Il cavallo fu scartato,
perché segno del davidico potere.
Gesù non era venuto per avere,
ma per consegnare vita.
Ora egli invita
i suoi seguaci
a condividere audaci
quella scelta,
fin sulla vetta
del Calvario.
In modo vario
accondiscesero.
Alcuni stesero
i mantelli davanti al re,
altri invece, senza se,
gli offrirono amore,
e a lui diedero il cuore.
Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Domenica delle Palme (anno C): Luca 19, 28-40
Il profeta Zaccaria, quattro secoli prima, rivolto a Gerusalemme, le aveva predetto: "Il tuo re, giusto e vittorioso, cavalca un puledro, figlio di asina". Nel comune immaginario, la cavalcatura del Messia era gloriosa come il cavallo. Perciò la profezia di Zaccaria, ritenuta indigesta, fu accantonata, perché al Messia, "figlio di Davide", era affidato il compito glorioso di riunificare, con potenza, le dodici tribù di Israele. Gesù non poteva essere d'accordo e, vicino a Betafage e a Betania (il luogo ricordava la risurrezione di Lazzaro e la futura Ascensione di Cristo in cielo), inviò due discepoli al villaggio. Così venne denominata Gerusalemme, non per le dimensioni, ma perché considerata il luogo dove la tradizione attecchiva fino al rifiuto di ogni "novità". Il puledro andava slegato, e portato a lui. Proprietari erano i Giudei che avevano legato la profezia. Chiesero: "perché?". "Il Maestro ne aveva bisogno", fu la risposta. Salitovi su, anche coloro che condividevano lo stesso ideale di "Messia di pace", vi posero i propri mantelli, a rappresentanza delle proprie vite. Coloro invece che volevano il Messia trionfatore, il Figlio di Davide, stendevano mantelli sulla strada, come nel rito della intronizzazione, in segno di sottomissione. Si erano illusi, perché, quando comprenderanno che Gesù non era il re violento da essi voluto, chiesero a Pilato la sua crocifissione. Raggiunto il monte degli Ulivi, iniziò il corteo al canto del Salmo 118. Era quello della intronizzazione del Messia glorioso: "Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore". Ma l'evangelista ne sviò la portata con il correttivo del canto degli Angeli ai pastori nella Nascita del Signore. Erano i temi della Pace contro le false attese, bellicose e della vittoria d'Israele. I farisei adirati: "Maestro - gli dissero -, rimprovera i discepoli". La risposta fu senza appello: "Se questi taceranno, grideranno anche le pietre!". Il profeta Abacuc, secoli prima, aveva dichiarato: "le pietre grideranno contro l'ingiustizia", e tale sarà l'uccisione del Messia liberatore.
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Ingresso a Gerusalemme di Lorenzetti
giovedì 10 aprile 2025
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