Volli emigrare, lontano, tra stelle, e guardare da quelle la terra vitale: la vidi sbocciare, qual rosa a dolore... e compresi l'amore. - Fra Domenico Spatola.
domenica 31 dicembre 2023
Fra' Domenico Spatola: L'anno che è già... e il 2024 che verrà...
Fra' Domenico Spatola: Il Neonato...
Come sarà?
Faccio sogni
che son bisogni
di un bambino neonato,
nell'anno già iniziato.
Una mamma al camino,
e un babbo che il destino
non invia alla guerra
che furoreggia sulla Terra,
senza pace né concordia,
tra i popoli in discordia.
Un futuro
più sicuro
sia nel mondo più umano
dove ognuno dà la mano,
non a pugno chiuso,
ma aperta per il buon uso
di sollevar chi è caduto
e abbracciarlo risoluto.
Poi insieme andare avanti
e si cresce tutti quanti!
Quel Neonato sono io...
me l'ha detto oggi il buon Dio.
Di Domenico Spatola
sabato 30 dicembre 2023
Fra' Domenico Spatola: Gesù, delle genti Luce...
nel tempio, vieta
a Giuseppe e a Maria
di percorrere quella via
imposta dalla Legge,
ché, per Gesù, non regge.
Infatti non riscattabile
è il Dio adorabile.
Parlò fosco
del destino losco
che la Madre porta in cuore,
e sarà di dolore,
come se su lei cada
una tagliente spada.
Era la Parola
che già fa scuola
perché conduce
a Cristo, delle genti luce.
Anna, da profetessa,
anche essa
diventa testimone
delle cose buone
che il Figlio compirà
per dar felicità.
Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della "Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe". Luca 2, 22-40
domenica 24 dicembre 2023
Fra' Domenico Spatola: Il bue e l'asinello
venne quaggiù
a vivere con noi,
asini e buoi
si contendevano
la spettanza
a chi toccasse quell'usanza
di scaldare il Bambinello.
"Tocca a noi", disse quello
che, col raglio più intronava,
ma il bue lo guardava minaccioso
e, per corna più borioso,
terrorizzò quel asinello
che, pur ardito e già monello,
non voleva
cimentarsi
per aggrapparsi
alla speranza:
"Cambiamo usanza
- disse - e anziché competizione,
collaborazione
sia il nostro ideale.
A Natale,
saremo insieme
e getteremo questo seme
di pacifica convivenza
che, per tutti, è convenienza.
Soffieremo tutt'intorno,
darem calore tutto il giorno
e, da termosifoni,
noi saremo dei campioni.
Piacque idea anche al bue,
e, a pariglia tutti e due,
di lor tempo e del coraggio,
ognun seppe dell'omaggio.
Fra' Domenico Spatola: Il primo Presepe...
sabato 23 dicembre 2023
Fra' Domenico Spatola: Annunciazione
di stupore muto
fece l'universo.
L'angelo, con suo verso,
parlò a te, Maria, d'amore.
Non senza batticuore
provasti a capire:
era grande da udire
quel messaggio
che pur facea coraggio
a te di essere madre
del Figlio che il Padre
da te voleva.
Iniziasti, come Eva,
l'umanità redenta
non più triste ma contenta
in stesso amor di figlia,
che al tuo cuore l'assomiglia.
Dài risposta
a sua proposta
e a vita nostra il senso
che orienterà il tuo consenso.
Di Domenico Spatola
Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Quarta domenica di Avvento (anno B): Luca 1, 26-38
L'incarnazione del Figlio di Dio nel grembo di Maria Vergine, è il "mistero fondamentale del Cristianesimo". Per il vescovo Atanasio (IV secolo): "La carne di Cristo è cardine della salvezza", e il Concilio di Nicea (325) lo porrà a fondamento. Il racconto è di Luca. Tipiche sue le modalità dell'annuncio. Gabriele, sei mesi prima, aveva lottato col sacerdote Zaccaria, nel tempio di Gerusalemme, perché incredulo che la moglie Elisabetta, vecchia e sterile, potesse diventare madre. Castigato a rimanere muto. Diversa la risposta di Maria, a Nazareth. Il messaggero non doveva fallire il progetto che avrebbe cambiato la Storia. Maria, richiesta da Dio, di diventare la madre del Figlio, vigile risponde: "Non conosco uomo!". L'angelo vi trovò l'appiglio a ulteriore spiegazione: "Appunto, non sarà opera di un uomo, ma dello Spirito Santo che ti coprirà con la sua ombra e sarài la madre del Salvatore". Aggiunse che anche Elisabetta era gravida. Maria comprese e accettò perché "nulla è impossibile a Dio". Da "serva del Signore" , congedò l'angelo e poté custodire in grembo il "Verbo fatto carne".
Fra' Domenico Spatola
venerdì 15 dicembre 2023
Fra' Domenico Spatola: Gesù e il Battista...
fu campione
di luce e onestà.
Diceva solo verità
a chi l'interrogava.
Il capo dei Giudei mandava
a inquisire: "Tu, chi sei?"
Rispose: "Reo sarei
se mi dicessi il Cristo".
Speravan nell'acquisto
d'altre prove
e chiesero a lui "dove
attingesse la missione?".
Con chiara distinzione:
"Io battezzo - disse - in acqua
che lava e sciacqua
il pentito peccatore.
Ma tra voi è il Signore
che d'Israele è Sposo.
A lui non oso
il sandalo scalzare.
Nello Spirito solo ei può battezzare".
Ciò avvenne oltre il Giordano,
ove Gesù gli dava mano.
Commento di fra Domenico Spatola al Vangelo della Terza Domenica di Avvento (anno B): Giovanni 1, 6-8.19-28
Giovanni 1:19-28
sabato 9 dicembre 2023
Fra' Domenico Spatola: In Spirito Santo
impressionò il Battista
che, stando sulla sponda,
aspettava l'onda
per fare puri
i meno duri,
che, toccati da sua parola
ne seguivano la scuola.
Erano accorsi,
colti dai rimorsi,
da ogni parte
ad apprendere nuov'arte.
Giovanni era quello,
che di peli di cammello
era vestito
mentre di Elia il mito
richiamava sua cintura.
Non cibi cotti né frittura,
ma a cavallette e miele
più fedele.
Onesto era il suo messaggio
reso a omaggio
del Messia quello vero
che lui sincero
diceva esser più forte
e si dichiarava senza scorte
da non potere slegare il suo calzare.
"Il mio battesimo - dicea - solo sciacqua
perché è d'acqua.
Mentre il suo non è altrettanto,
perché in Spirito Santo!".
Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Seconda Domenica di Avvento (anno B): Marco 1,1-8
giovedì 7 dicembre 2023
Fra' Domenico Spatola: Vergine in candore
in tuo stile
offri a pudore
a Dio con cuore
grato
da noi disiato
tuo "Sì!".
Lo dicesti all'angelo quando compì
missione
a nostra compassione,
e noi da figli volgiam lo sguardo,
a te, che sei traguardo
e meta,
che allieta
nostra speranza.
Con costanza
ardiamo a ugual sentire
d'amor che fai udire
dal tuo cuore,
in niveo candore.
Fra' Domenico Spatola: 8 dicembre 2023, immacolato concepimento della Vergine Maria
lunedì 4 dicembre 2023
Sabato 9 e domenica 10 dicembre sarà in vendita il nuovo libro di Fra' Domenico presso la chiesa di S. Maria delle Grazie in S. Lorenzo ai Colli
In questa nuova pubblicazione fra' Domenico Spatola illustra, in sequenza da calendario, la vita di tutti i Santi per dare vita al volume che raccoglie un insieme di personalità differenti, di vite più o meno conosciute, di esempi da seguire, di storie da conoscere… E alla fine è spontanea la domanda: A quale Santo votarsi?
I brani, narrati in prosa, sono intervallati da alcune poesie.
venerdì 1 dicembre 2023
Fra' Domenico Spatola: Sei sempre con me
al tuo avvento,
in qualunque momento!
Tu in me già sei,
e riempi i sogni miei.
Il desiderio in me acceso,
l'amore ha già compreso.
Nel fratello,
ti mostri a modello:
povero e ammalato,
forestiero e assetato.
e presenza tua colgo.
Ma tu già in me,
mio cuor hai fatto re.
Commento di fra Domenico Spatola al Vangelo della Prima domenica di Avvento (anno B): Marco 13, 33-37
33 State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il momento preciso. 34 È come uno che è partito per un viaggio dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vigilare. 35 Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino, 36 perché non giunga all'improvviso, trovandovi addormentati. 37 Quello che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!».
"Svegli" al suo ritorno. Imprecisato. Ogni istante, ma se assonnati o drogati da idoli del potere e della avidità, potremmo non accorgerci. Il suo "momento" è "kàiros". Occasione misurata in qualità e al futuro. "Krónos", al contrario, è il tempo selezionato dalla memoria come quantità, volta al passato. "Vigilanti" dunque è raccomandazione ai suoi, insistita dal Signore. Per non perdere il "momento" della sua venuta. Quando? Ogni istante. Di notte o di giorno. Partendo, aveva responsabilizzato i suoi, affidando loro con la "casa", anche autorevolezza ("exousìa") per il buon andamento e il felice esito. Ogni membro aveva il suo incarico ("ministero"). Nessuno senza ruolo, e tutti graziati di carismi. Il portinaio (Pietro?), cui viene richiesta la globale vigilanza, e non meno a ogni membro della famiglia in complementarietà del comune servizio. La sua "casa" non è la "vigna" di Israele, dove i dipendenti potevano dissociarsi. La sua è "oikia", il focolare. La casa di Betania è "casa del povero". Al suo ritorno troverà una comunità sveglia, ospitale e operosa nel servizio? Era il suo cruccio. "Vegliare" dunque per aprire al Signore che viene e bussa, nutrendo l'attesa di speranza sponsale: "Maranathà!". È l'invocazione nella notte, a chiusura del "poema di Dio", della Sposa a Cristo Sposo. La risposta dell'Amante è immediata: "Vengo presto!". La paura? Nel "timeo Dominum transeuntem" di sant'Agostino, cioè del "Dio che passa", e io, assonnato, non mi accorgo di lui!
Fra' Domenico Spatola