sabato 28 gennaio 2023

Fra' Domenico Spatola: Beatitudini...

Gesù sul monte 
ai discepoli di fronte:
"Beati, disse, i poverelli!
Saràn come gli uccelli.
A chi dispera:
consolazione vera.
Beati i miti,
oltre i vuoti riti,
vivono d'essenza
e l'efficienza
delle cose
fuggendo le boriose,
che non dànno sazietà 
Beato chi, a pietà
è consolato,
e all'affamato
il pane di giustizia
toglie mestizia.
Beati i laboriosi
e i misericordiosi 
che han cuore puro:
senza più il muro,
vedranno Dio.
Beati chi in oblio
respingono la guerra
e pace in terra
vanno attuando
amando,
Dio li dirà "figli".
Aggiungo a consigli:
"vi dirò beati
se, perseguitati 
per causa mia,
mi farete compagnia".

Fra' Domenico Spatola 

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Quarta domenica del tempo ordinario (anno A): Matteo 5, 1-12

1 Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. 2 Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
3 «Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
4 Beati gli afflitti,
perché saranno consolati.
5 Beati i miti,
perché erediteranno la terra.
6 Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
7 Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
8 Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
9 Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
10 Beati i perseguitati per causa della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
11 Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12 Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.

Sul monte sale, dopo aver viste le folle. Gesù porta in cuore il nome di ciascuno. Alternativo a Mosè, va a dettare il suo Codice. Non basta più la Legge esclusiva a divieti. Il messaggio di Gesù sprona ad agire: "Fai agli altri quel che vuoi che sia fatto a te". È la sintesi per i discepoli. Siede da Maestro e le "Beatitudini", sono "Otto" per l'ottavo giorno, quello della Risurrezione. Il proclama in settantadue parole, quanti i popoli immaginati sulla Terra. "Beati" come Dio. Quando della felicità degli altri si fa ragione della propria scelta di vita. Nella Comunità di Gesù, tali discepoli consoleranno quanti piangono o subiscono ingiustizia facendoli "beati", con il conforto. Essere "misericordiosi", come madre; "puri di cuore" per sincerità dell'anima; "costruttori di pace", da figli di Dio, e come lui "costruttori di pace". Saranno le prerogative inconfondibili dei discepoli, la cui scelta subirà attacchi del Mondo. Questo infatti professa l'arroganza del potere, l'avidità dell'accaparramento famelico, e l'ambizione di primeggiare. Il discepolo di Gesù invece è chiamato a servire, a condividere e a scegliere l'ultimo posto, per l'altrui crescita. La persecuzione del mondo sarà la risposta. La stessa toccata a Gesù a sigillo dell'autenticità delle Beatitudini.

Fra' Domenico Spatola

giovedì 26 gennaio 2023

Fra' Domenico Spatola: 27 gennaio, il giorno della memoria

Fui ad Auschwitz. Da pellegrino si intende. Percorsi piangendo i corridoi con i visi appesi. Foto-tessere con il terrore negli occhi. Li introdussi dentro e per qualche mese la notte li sognai. Chiedevano qualcosa. Agli stessi aguzzini. Li immaginai beffardi e soddisfatti del loro scempio. Mucchi di occhiali, e di scarpe, e di vestiti. In teche a custodire. Per la memoria, perché non venga meno. Il campo successivo fu raccontato. Birchenau possiede qualche capannone. Gli altri, fatti esplodere all'arrivo degli Alleati nel 1945. Il 27 gennaio, l'armata rossa si avvicinò e conobbe. I tedeschi sconfitti erano in fuga. Non volevano però lasciare tracce delle orrende nefandezze, e minarono i capannoni e i forni crematori. Ora lì è polvere. Cenere dei corpi bruciati: ebrei, zingari, omosessuali e gli stessi italiani, ormai traditori dall'otto settembre del 1943. Qualcosa fu ricostruita, come la storia del quotidiano in baracche maleodoranti e servizi igienici inimmaginabili. Bisognava umiliare la razza ebraica e tutti quelli ritenuti sottoprodotti della stessa. "Il più grande cimitero senza morti", definì quel luogo la guida con le gote solcate dalle lacrime. La vicenda è  di dolore e tipologica per tante altre morti e torture. Ma l'uomo quando impara dalla Storia? Anche questa volta, per non dimenticare.

Fra' Domenico Spatola

sabato 21 gennaio 2023

Fra' Domenico Spatola: Invito a conversione

Gesù, alla vista 
del Battista,
arrestato in Giudea, 
riparò in Galilea.
Nazareth non fu l'abitazione,
ma Cafarnao a sua predilezione.
Zàbulon lagnava
e Nèftali accompagnava 
cecità totale
in terra inospitale.
Isaìa, il profeta,
però diede lieta 
la notizia:
"ai ciechi, cui vizia
vista e a chi l'ha corta,
la luce è sorta!".
Gesù, col Vangelo,
parlava sol di Cielo 
e, con invito a conversione,
dava  sua grazia a profusione.
Passando lungo il mare
vide due fratelli a pescare
e, chiamò a collaborazione Andrea e Simone.
"Venite dietro a me,
e vi dirò perché.
Se pesci uccidevate
ora uomini salvate!"
A rodeo,
capitò ai figli di Zebedeo,
Giacomo e Giovanni,
mentre sciacquavan panni
e cucivan l'arsenale
ch'era ridotto male.
Essi, con la barca e il tutto,
lasciarono anche il padre asciutto,
e a seguire il Maestro
percorsero con suo estro
e con fervor mai sazio
di Galilea ogni spazio.

Fra' Domenico Spatola 

Commento di fra Domenico Spatola al Vangelo della Terza domenica del tempo ordinario (anno A): Matteo 4, 12-23

2 Avendo intanto saputo che Giovanni era stato arrestato, Gesù si ritirò nella Galilea 13 e, lasciata Nazaret, venne ad abitare a Cafarnao, presso il mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, 14 perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:
15 Il paese di Zàbulon e il paese di Nèftali,sulla via del mare, al di là del Giordano,
Galilea delle genti;
16 il popolo immerso nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte
una luce si è levata.
17 Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
18 Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori.
19 E disse loro: «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini». 20 Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono. 21 Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedèo, loro padre, riassettavano le reti; e li chiamò. 22 Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono.
23 Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando la buona novella del regno e curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.

In Giudea il Battista fu fatto arrestare. Gesù cambiò aria. Riparò in "Galilea", il "distretto dei pagani", come definita da Isaia.  Matteo in questo vide l'attuazione della profezia su Zabulon e Neftali, le tribù immerse nelle tenebre che avrebbero visto una grande luce (734 a.C. ). Luogo di operatività scelto da Gesù fu Cafarnao, perché di frontiera con i popoli pagani. Nazareth fu esclusa perché lontana dalle vie commerciali. I pagani poterono udire la Parola e l'annuncio del Regno, ormai vicino. I collaboratori li trovò sulla riva del Mare di Galilea. Due coppie di fratelli.  Pietro e Andrea pescavano. Li convertì a non dare più morte ai pesci: " Vi farò pescatori di uomini". "Seguitemi", disse, poco più avanti,  ai figli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni, i "Boanèrghes". In barca con il padre, sentirono l'invito di Gesù e, lasciata ogni cosa, lo seguirono. Percorsero la Galilea evangelizzando. L'insegnamento delle Scritture rimase tuttavia compito esclusivo del Maestro, da intenditore.

Fra' Domenico Spatola 

venerdì 13 gennaio 2023

Fra' Domenico Spatola: 1993 - 15 gennaio - 2023: Ricordo di mamma

Son trent'anni,
e ancor d'affanni
colmi mia storia
di nitida memoria,
e ogni tua moina
che, a bambina
mia età mai cresciuta,
è ancor da me vissuta.
Ovattata tenerezza,
mi era tua carezza
a godimento mio
e di quel dono non ho oblio.
Mamma, quel giorno restituii a te,
o intesi, ciò che tu avevi dato a me:
era l'amore in candore ancora  terso,
e or mi resta il dolore, ov'ero immerso.

Fra' Domenico Spatola 

Fra' Domenico Spatola: È il Figlio di Dio

Disse il Battista
quando alla sua vista
apparve Gesù:
Vi dico ancor di più:
"Egli è l'Agnello 
che fa il mondo bello,
cancellando il peccato
che l'avea rovinato. 
Era avanti a me,
e se si chiede perché,
rispondo ch'esisteva
e già mi conosceva.
Con l'acqua a battezzare
venni ad annunziare
il Messia a Israele".
Gonfiò poi sue vele
e disse d'avere visto
discendere sul Cristo
lo Spirito a colomba
e ancora gli rimbomba
la voce del Mandante:
"Non essere esitante:
chi battezzerà nel Santo
di Spirito ne ha tanto.
Accetta perciò il consiglio:
riconoscilo mio Figlio!".

Fra' Domenico Spatola 

15 gennaio 2023, commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della seconda domenica del tempo ordinario (anno A): Giovanni 1, 29-34


29 Il giorno seguente, Giovanni vide Gesù che veniva verso di lui e disse: «Ecco l'Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo! 30 Questi è colui del quale dicevo: "Dopo di me viene un uomo che mi ha preceduto, perché egli era prima di me". 31 Io non lo conoscevo; ma appunto perché egli sia manifestato a Israele, io sono venuto a battezzare in acqua». 32 Giovanni rese testimonianza, dicendo: «Ho visto lo Spirito scendere dal cielo come una colomba e fermarsi su di lui. 33 Io non lo conoscevo, ma colui che mi ha mandato a battezzare in acqua, mi ha detto: "Colui sul quale vedrai lo Spirito scendere e fermarsi, è quello che battezza con lo Spirito Santo". 34 E io ho veduto e ho attestato che questi è il Figlio di Dio».

Gesù convocò Giovanni a sua difesa contro i Giudei. Insieme al Padre aveva testimoniato di lui: "Figlio di Dio". Testimonianza di Giovanni. Il teste dichiarò che all'inizio non conosceva Gesù. Quando vide scendere e rimanere sopra di lui lo Spirito, comprese che egli avrebbe battezzato in Spirito Santo. Volle aggiungere che quella dichiarazione era stata ispirata da Colui che lo aveva mandato a battezzare con l'acqua perché il Signore fosse manifestato a Israele. Il giorno seguente, quando se lo vide venire incontro, lo poté additare ai suoi: "Ecco l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo!". L'allusione era all'agnello della prima Pasqua degli Ebrei, che era stata celebrata la notte della liberazione dall'Egitto. Il sangue dell'agnello sugli stipiti delle porte era servito per allontanare la morte data dall'angelo distruttore agli Egiziani. Estasiato il Battista continuò narrando la visione. Aveva visto lo Spirito in forma di "colomba", a simbolo "messianico/nuziale", scendere e rimanere sopra Gesù che, da consacrato, avrebbe consegnato lo Spirito Santo con il suo nuovo battesimo. Infine a modo di autografo di "letto e sottoscritto", Giovanni aggiunse: "Ho visto e testimoniato, che questi è il Figlio di Dio!".

Fra' Domenico Spatola 

sabato 7 gennaio 2023

Fra' Domenico Spatola: Il Figlio offerto

A lavare i nostri panni, 
Gesù venne da Giovanni,
da lontano
fino al Giordano,
per farsi battezzare.
Ma il Battista a rifiutare 
perché non voleva.
Infatti riteneva
che al Messia toccasse battezzare:
"Tu dunque vuoi levare 
i guai
di colpe che non hai?"
Gesù rispose allora:
"Lascia per ora
che s'adempia la giustizia:
è questa infatti la Notizia. 
Allora lo lasciò.
Uscito Gesù dall'acqua risuonò
la Paterna voce,
mentre su di lui come a foce
lo Spirito discese
qual colomba ad ali tese.
Dal Padre, a cielo aperto, 
il Figlio fu offerto
a compimento
del suo compiacimento.

Fra' Domenico Spatola

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo del Battesimo di Gesù: Matteo 3,13-17

13 In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui. 14 Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?». 15 Ma Gesù gli disse: «Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia». Allora Giovanni acconsentì. 16 Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. 17 Ed ecco una voce dal cielo che disse: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto».

Il Battista dirà: "io devo diminuire e Gesù crescere". Il momento del passaggio del testimone venne quando, Gesù, partito dalla Galilea, raggiunse Giovanni nel luogo del Giordano, dove battezzava. Anche Gesù chiedeva per sé quel rito. Ma la sua insistenza scombussolava i piani e le prospettive del profeta. Il cui battesimo infatti serviva a dare la morte al passato del peccatore convertito. "Gesù - si domandava - che ci stava a fare tra i peccatori?". Il Messia, da lui creduto, non aveva una vita da cancellare, e soprattutto non avrebbe dovuto morire. Si accese così la tenzone tra i due. Gesù accettava la morte ma che avrebbe celebrato sulla croce. Giovanni provò a dissuaderlo, ma, arresosi, alla fine lo lasciò. Giovanni non condividerà le scelte del Signore. Ma il Padre intervenne dal cielo, ormai senza filtri, donando lo Spirito che, come colomba, si posò su Gesù da suo naturale nido e aggiunse di Gesù: "il Figlio mio, l'amato in cui ho posto il mio compiacimento!"

Fra' Domenico Spatola

giovedì 5 gennaio 2023

Fra' Domenico Spatola: La Befana

Io conosco la Befana
brufolosa e un poco nana.
Naso adunco, occhi pizzuti
e dai modi un pò scorbuti.
Corre in cielo o posa in stallo,
è la scopa il suo cavallo.
Par curiosa,
e un pò furiosa
e a chi vive agitazione
appronta subito il carbone,
mentre ai buoni,
generosa, porta doni.
A babbo Natale fa concorrenza,
ma per demenza
sol senile
che la mostra a tutti ostile.
Mentre è buona
e, se tuona,
è per dispetto 
per quel che appare al suo cospetto.
Cosa vede sulla Terra?
Cosa è: non è la guerra?

Fra' Domenico Spatola 

Fra' Domenico Spatola: I Magi andarono

 
Alla stella e a suoi raggi
i tre Magi
tributarono lor fede.
Così come ognun crede:
intrapresero il cammino
per adorare il Bambino,
ormai creduto loro Re.
Senza però nessun perché 
lo cercarono da Erode 
che ai Giudei fatto avea frode,
da re non legittimato,
in Idumea essendo nato.
Ai tre Magi insolenti
che parlaron di potenti
ma ch'eran altri
e di Erode ancor più scaltri,
diede questa indicazione:
fatemi aver segnalazione.
Si rimisero in cammino
e, sulla strada del Bambino,
essi rividero la Stella
che a lor parve più bella.
Dalla regal Gerusalemme 
arrivaron a Betlemme, 
e adorarono Gesù:
il più bello come sai tu.
A lui porsero i doni:
l'oro al Re offriron proni,
mentre l'incenso al Divino
e la mirra all'Uom bambino.

Fra' Domenico Spatola 

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Epifania del Signore: Matteo 2,1-12

1 Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: 2 «Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo». 3 All'udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. 4 Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. 5 Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:
6 E tu, Betlemme, terra di Giuda,
non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda:
da te uscirà infatti un capo
che pascerà il mio popolo, Israele».
7 Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella 8 e li inviò a Betlemme esortandoli: «Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo».
9 Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. 10 Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. 11 Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. 12 Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese.

Erano Maghi, dal numero imprecisato. Pagani e perciò impuri per la Legge di Mosè. Notarono la Stella. Simbolo di Davide e del Messia. Intrapresero il cammino. A Gerusalemme ritenevano fosse la sede regale. "Dov'è il re dei Giudei che è nato?". Si turbò Erode, geloso della corona e tutta Gerusalemme. Ambedue angosciati di perdere rispettivamente il trono e il tempio. Chi poteva sapere dalle Scritture, interpellato, sentenziò: "Betlemme è la città del Messia", così infatti aveva profetato Michea. Ai Magi vien data notizia, con l'ingiunzione di Erode di venirlo a informare. Ripartì il pittoresco corteo, e sulla strada, con gioia rividero la Stella. Entrati nella casa videro il Bambino e la Madre. Offrirono l'oro riconoscendo la Regalità del Bambino, con l'offerta dell'incenso lo adorarono Dio, e allo "Sposo dell'umanità", porsero la mirra, il profumo nuziale. Così i popoli pagani entravano nella Chiesa, mentre Israele "l'eletto", sceglieva di restare fuori.