Volli emigrare, lontano, tra stelle, e guardare da quelle la terra vitale: la vidi sbocciare, qual rosa a dolore... e compresi l'amore. - Fra Domenico Spatola.
mercoledì 31 marzo 2021
Fra' Domenico Spatola: 31 marzo 2021, Mercoledi della Settimana santa: Matteo 26, 14-25
martedì 30 marzo 2021
Fra' Domenico Spatola: Raccolsi coraggio... (ricordando colei che mi diede la vita)
sulle mie rotte
a navigare
in stesso mare:
procelloso
era pauroso
per l'onde
infrante su sponde
della mia barca,
già parca
da annosa tua assenza.
Venivi a clemenza
materna
e offrivi lanterna
a buio mio fitto
e afflitto
a perché.
Parlavi a me
di vita tua antica
e della fatica,
e quando tuo viso
atteggiasti a sorriso:
in mio equipaggio
raccolsi il coraggio.
lunedì 29 marzo 2021
Fra' Domenico Spatola: Ringraziamento
che si dicono felici
di farmi gli auguri
con sentimenti puri
e in grande affetto.
Vi porto nel mio petto
con amore
servandovi in cuore
un posticino
così a voi vicino
mi sarà conforto
sapere che il porto
sarà il sollievo
che Gesù darà all'allievo.
Fra' Domenico Spatola: I miei anni
sono anni che vanno
e del tempo trascorso
provo qualche rimorso.
Ai Settanta,
che cifra è già tanta,
ne aggiungo altri due:
Settantadue
è l'età che ti trovi
Gatta ci covi
nuovi anni futuri
che più maturi
aggiungan sapienza,
di cui ormai senza
non posso restare:
è l'arte d'amare.
venerdì 26 marzo 2021
Fra' Domenico Spatola: Di loro Osanna eran giulivi
ebbe smania
di inviare due seguaci
perché audaci
liberassero un legato
puledro mai montato
con la scusa che al Signore
dava onore.
Condotto a lui quel asinello,
lo vestiron del mantello
e su lui Gesù salì.
Stesso gesto qualcun seguì,
mentre altri il mantello
stesero a terra a modello,
e a segno di potere
mentre mani lor sincere
agitavano gli ulivi
con gli Osanna più giulivi,
e gridavan: "Benedetto
a colui che è perfetto,
e con mirabile suo segno,
di re Davide fa il Regno!"
Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Domenica delle Palme (anno B): Marco 11, 1-10
giovedì 25 marzo 2021
Fra' Domenico Spatola: In ricordo di Dante...
Fra' Domenico Spatola: Ave Maria...
o Maria, mutò nostre meste
prospettive di noia,
facendo rifiorire la gioia.
Maturato già forte,
dalla divina Corte
era atteso consenso,
che desti in assenso.
Congedasti per il cielo
l'angelo del vangelo
che il divino Consiglio,
ti volle madre del Figlio.
Ma sarà Gesù dalla croce
a dir con potente sua voce
che Dio dell'amore è il Padre,
e che tu di noi sei la Madre!
domenica 21 marzo 2021
Fra' Domenico Spatola: 21 marzo 2021, Primavera severa.
primavera:
duole
che sole
nasconde e pur non perde
suo manto verde
che trapunta in fiori
di variopinti colori
Pur lieve
scende neve,
belan agnelli
e tra quelli
il muggir dei tori
che da signori
dànno avviso
a ciò che diviso
è a ragione
in questa stagione
di primavera
che tutto invera!
sabato 20 marzo 2021
Fra' Domenico Spatola: "Tutti attirerò a me!"
i Greci non furon muti
e, con richiesta audace,
dissero a Filippo seguace:
"Vogliamo veder Gesù,
e non possiamo attender più!"
Filippo di Galilea
e il collega Andrea
andarono dal Maestro
a narrare quel estro.
La notizia,
accolta con dovizia
di gioia dal Signore,
fu manifesta con ardore:
"È venuta l'ora della storia
che al Figlio venga gloria.
In verità se il chicco nell'orto
rimane solo e senza frutto
se invece è macerato tutto
produrrà molto
e tanto sarà il raccolto.
Chi ama la propria vita
la rende triste e finita,
chi la odia in questo mondo,
ne rende frutto più fecondo
per la vita eterna".
Dunque sia per voi lanterna
mia parola da udire:
"Chi mi vuol servire
mi segua e dove io sono,
con il Padre sarà il suo trono
e da lui verrà onorato.
Ma adesso son turbato,
e che dirò ancora,
Padre, salvami da quest'ora?
Ma per questo son venuto
perché di tua gloria non resti muto.
Dal cielo gli parlò
Colui che lo generò
attestando che la sua gloria
è il segno della sua vittoria.
Or chi intese il suono
l'equivocò a tuono
mentre ad Angelo annunziante
altri l'applicò all'istante,
ma Gesù: "Questa voce
dice che quando sarò in croce,
innalzato come Re,
tutti attirerò a me!"
Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Quinta Domenica di Quaresima (anno B): Giovanni 12, 20-33
giovedì 18 marzo 2021
Fra' Domenico Spatola: 19 marzo san Giuseppe
disse: "non oso
di colei che prescelta
fu eletta
madre del Signore".
Il suo, era timore.
Ma nella notte dormiente,
l'Angelo insistente
disse: "Non rovinar progetto:
si tratta del diletto
Figlio suo che veniva
a offrire riva
di suo oceano di pace.
Sii tu seguace,
a missione
d'amore e di passione!"
Quando si fu svegliato,
accettò che avrebbe amato
la Madre e il Bambino
in già comun cammino.
Fra' Domenico Spatola: 19 marzo, San Giuseppe
mercoledì 17 marzo 2021
Fra' Domenico Spatola: A 160 anni dell'unità d'Italia
Fra' Domenico Spatola
venerdì 12 marzo 2021
Fra' Domenico Spatola: Il Figlio innalzato...
da Gesù, del deserto
l'esempio di Mosè col serpente
innalzato ed esigente
ora che elevato
sia il Figlio, l'amato
perché chi lui vede
di stessa vita sia l'erede.
Il Padre l'ha mandato
affinché il mondo sia salvato,
e chi in lui crede non si danna,
perché senza, è la condanna.
Il giudizio è questo:
caccia il buio pesto
la luce ch' è venuta,
ma la tenebra voluta
è l'opera malvagia,
che il male incoraggia
a odiar la luce
che al vero conduce,
e a chi fede ha luminosa
rende vita radiosa
con divina essenza
per tutta l'esistenza.
Commento di fra' Domenico Spatola al vangelo della IV domenica di Quaresima (anno B): Giovanni 3,14-21
Nicodemo, fariseo e capo dei Giudei, si recò da Gesù di notte. Le sue credenziali non deponevano per un dialogo proficuo. L'incontro era stato propiziato da Nicodemo per il suo convincimento che Gesù fosse il "Maestro" di Israele, "nessuno potrebbe - a suo dire - fare quei segni, se Dio non fosse con lui". Era stato tra quei Giudei che avevano approvato la condanna dei mercanti del tempio, e visto, per quel gesto, in Gesù l'atteso "riformatore" della Legge e del culto. Il dialogo ebbe difficoltà a decollare e presto si tramutò in monologo di Gesù, per l'indisponibilità di Nicodemo a "rinascere". L'immagine del "serpente bronzeo innalzato da Mosè nel deserto" fu ultimo tentativo d'aggancio per correlare il modello esclusivo d'Israele, con quello del Figlio dell'uomo elevato sulla croce, per la salvezza del mondo. Incomprensibile per un professionista della meritocrazia come Nicodemo comprendere l'amore incondizionato e unilaterale del Padre che "ama il mondo, da mandare il Figlio" per donare a chi crede, la vita eterna, con l'esclusione di ogni giudizio e condanna. Idea inaccettabile per il Fariseo che della osservanza della Legge aveva fatto la discriminante di Israele contro i popoli. "Fare la verità" sarà il nuovo traguardo per compiere il bene ed ereditare la vita.
Fra' Domenico Spatola
domenica 7 marzo 2021
Fra' Domenico Spatola: Omaggio alle Donne
per il coraggio
di esserci madri, sorelle e spose.
Tante son le cose
che il cuor vi detta
anche senza che vi spetta,
pronte a servire,
siete prime a udire
vagiti di bimbi,
vostri limbi
di appagamento.
Senza di voi il firmamento
non sarebbe quello
che a noi si svela bello.
Donate tenerezza,
chiedendo sol carezza
e, a passione,
più comprensione
per vostri sentimenti,
profondi di commenti
di ciò che vostro cuore
parla d'amore.
Or più che mai,
per fugare i guai,
il mondo di voi abbisogna
e agogna
vostro ideale,
dolce e reale
di vita garantita
pur nella fatica,
a voi familiare
di cose care
e, nel diletto,
del figlio che nutrite al petto.
sabato 6 marzo 2021
Fra' Domenico Spatola: "Distruggete questo tempio..."
Gesù trovò dei rei
che vendevano perdono
nel tempio in abbandono,
con colombe, pecore e buoi.
E se sapere vuoi
ciò che più lo irretì
sappi che furon quelli lì
che cambiavan le monete,
il frutto delle diete
della gente,
verso cui indifferente
era il sacerdotale umore,
per traviato cuore,
i capi che il denaro
riteneano il dio più caro.
Atterrò le bancarelle
e con frusta di cordicelle,
scacciò i venditori
con pecore e coi tori.
A chi vendea colombe,
disse: "Farò ecatombe
se non portate via le cose,
che piena fan vostra dose.
In casa di mio Padre
non siano azioni ladre,
di chi vende a caro prezzo
ciò cui egli è avvezzo
a donar liberamente!"
I suoi, immantinente,
alla memoria alzando il velo,
ricordarono suo zelo.
Presero intanto la parola
quanti ad altra scuola
andavano per udire:
"Per questo tuo ardire,
qual segno a noi tu dai,
o qual opera ci fai?"
"Questo tempio
sarà l'esempio:
lo distruggerete
ma saràn liete
le ore in cui risorgerò!"
A dissenso però
argomentarono i Giudei:
"Quarantasei
gli anni di sua costruzione,
e, in tre giorni, ne fai resurrezione?"
Ma suo messaggio
non superava il raggio
del tempio del suo corpo.
Tagliando corto:
quando fu risuscitato,
dai suoi fu ricordato,
che la Scrittura
dichiarava duratura
sua Parola,
che tenea scuola
in quei frangenti
ai tanti credenti
in lui.
Ma egli conoscea i bui
del cuore di ciascuno,
e non si fidava di nessuno.