venerdì 30 dicembre 2022

Fra' Domenico Spatola: Pelè campione

Maradona o Pelè?
Chi è più grande chiedi a me?
Quei son gusti,
ma del calcio son due fusti.
Rendo omaggio al calciatore
che nel calcio fè rumore
per venti anni al Brasile
diede luce con sue pile:
fu stendardo il suo stellone
che brillava da campione
Di sua Terra è icona
e i poveri ancor sprona
ad alzare la propria testa,
sia nel lutto che nella festa.
La sua morte, pur attesa,
dai suoi fans non è compresa,
né ognuno vuole udire,
né parlare di morire.
E anche io dico corto:
"Pelè è vivo, non è morto!".

Fra' Domenico Spatola

Fra' Domenico Spatola: Fu chiamato Gesù...

I pastori, senza indugio,
trovarono il pertugio
ov'era Gesù sul fieno,
mentre d'amore pieno
erano Giuseppe 
e Maria che seppe 
quanto si narrava
e in cuore meditava.
I pastori poi tornando
cantavano lodando 
per quanto udito e visto
e per il prezioso acquisto
di quanto detto loro. 
A rito e con decoro,
al giorno ottavo,
per Abramo avo, 
circonciso fu il bambino,
come a capo chino,
l'Angelo l'avea nomato,
così Gesù chiamato,
fu per il significato
di Salvatore
venuto a portare amore.

Fra' Domenico Spatola

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della solennità di Maria santissima Madre di Dio: Luca 2, 16-21

 

16 Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. 17 E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18 Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. 19 Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.
20 I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.
21 Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.


Nell'ottavo giorno di Natale, Maria e Giuseppe, ligi alla Legge di Mosè circoncisero il Bambino, per renderlo figlio di Abramo. Lo chiamarono Gesù, come detto dall'angelo perché Salvatore dell'umanità. Per questo infatti il Padre lo aveva mandato nel mondo. Le prime azioni furono infatti un abbraccio di luce ai pastori, e l'invito dell'Angelo per andare a trovare Gesù. Lo videro sulla mangiatoia e dedussero che era come i loro bambini. Il giudice temuto e il giustiziere, minacciato a terrore, non esistevano dunque, ed erano solo frutto della cattiva fantasia dei capi religiosi. Andarono in fretta e videro Gesù nella mangiatoia. Al loro racconto si meravigliavano quanti li udivano. Erano stupiti fino allo scandalo per il comportamento anomalo di Dio che prediligeva peccatori e impuri. Soltanto Maria custodiva e meditava nel cuore "tutte queste cose". I pastori tornarono alle greggi, cantando al Signore, e quel canto parve l'eco di quello degli angeli più vicini al trono Signore.

Fra' Domenico Spatola

venerdì 23 dicembre 2022

Fra' Domenico Spatola: A Natale

A Betlemme i pastori
stavan fuori,
a vegliar le pecorelle,
quando, dalle stelle,
calaron Angioletti 
sopra i tetti
delle case e della stalla.
Un di loro, da farfalla
variopinta di colori,
parlò ai pastori:
"Oggi è nato un Bambinello.
Senza uguali è molto bello. 
Ve ne accorgerete pure voi
quando lì, andrete poi.
In un tugurio poverello,
sta tra un bue e un asinello,
posti lì a riscaldarlo,
con la mamma che sta a cullarlo".
Curiosone ogni pastore,
con tant'ansia e batticuore,
iniziò il suo cammino
per andare dal Bambino.
Arrivarono alla culla,
che di regale non avea nulla,
colma infatti era di paglia,
lì per l'asino che raglia.
Vi giaceva il bel Bambino,
col sorriso suo divino.
A lui offrirono ricotta,
il salame e la caciotta.
Al fiatar di ciaramelle
belaron tutte le pecorelle
in concerto mai udito,
e dalle stelle recepito 
nei silenzi dello spazio
di cui il cielo non va sazio.
Stavan tutte a contemplare 
Gesù in terra per amare.

Fra' Domenico Spatola

Fra' Domenico Spatola: 25 dicembre 2022, Natale del Signore: Luca 2, 1-20

1 In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2 Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. 3 Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. 4 Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, 5 per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. 6 Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7 Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.
8 C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. 9 Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, 10 ma l'angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11 oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. 12 Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». 13 E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva:
14 «Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e pace in terra agli uomini che egli ama».
15 Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». 16 Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. 17 E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18 Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. 19 Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.
20 I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.

Roma imponeva la "Pax augustea", e Quirinio, governatore, dalla Siria applicava il primo censimento. Tutti obbligati a farsi registrare, e la patria d'origine per Giuseppe era quella stessa del suo antenato re Davide: Betlemme. Qui con Maria venne per scrivere e documentare negli "Annali" dell'impero il nascituro Gesù. La madre avvolse il Neonato nelle fasce e lo depose nella mangiatoia. Servirà a segnale per i pastori, i quali vegliavano il gregge a rischio di furto. E l'angelo apparendo mise paura. Li rassicurò "avvolgendoli di gloria". Era la luce divina. Il messaggio fu di gioia grande: "È nato per voi un Salvatore!" I pastori temevano la venuta del Messia, perché, al suo apparire, li avrebbe annientati accusati dalla religione ebraica di essere irrimediabilmente "impuri" secondo la Legge. Così si sentivano minacciati. Compresero tuttavia che il Salvatore, loro annunciato, non doveva essere ostile se "giaceva nella mangiatoia", adibita a culla come erano soliti fare con i propri bambini. Dopo aver dato l'annuncio ai meravigliati pastori, al capocoro fece eco una corale di Angeli, il cui canto ineffabile si estese nell'empireo stellato: "Gloria a Dio e pace agli uomini da lui amati!".
Di obbedire, andando a Betlemme per vedere il Bambino, i pastori non dubitarono. Ritennero pericoloso se non avessero fatto in fretta. A destinazione, videro il Bambino nella mangiatoia, come detto dall'Angelo, e sua Madre cui annunciarono ciò che avevano visto e udito. Maria e Giuseppe rimanevano stupiti delle cose udite, mentre cantando, come gli Angeli, i pastori tornarono alle greggi. Ormai felici di raccontare.

Fra' Domenico Spatola 

venerdì 16 dicembre 2022

Fra' Domenico Spatola: Buon compleanno papa Francesco!

Venerando nonno e materno. Sospeso tra cielo e terra. Titanico quaggiù a lottare pregiudizi. Li addomestichi con la naturalezza che ti è propria Tutti vuoi portare nel cielo di bellezza che a te ride, quando con Gesù parli di noi, e tu piangi, commosso, quando di lui parli a noi. Porti d'Umanità il peso che t'arruola sorprendente agli umani, e con Cristo scegli il nostro limite per parlarci di Dio. I lontani hanno capito che hai tolto orpelli e incrostazioni alla Chiesa. S'era fatta bella, ma per altri e non per Cristo, lo Sposo Crocifisso. Ora tutti la vediamo qual è: insicura d'altre certezze che non siano del Vangelo, e tu proclami la croce vera via per i tuoi fratelli che confermi nella fede in testimonianze autentiche ed essenziali. "Stravaganti" definite dagli ignavi riottosi ai cambiamenti e a conversione. Mostri a tutti compassione che è di Cristo, anche a chi nulla a te abbuona e vuole solo perseguirti. Vero padre ti conosco e ogni 17 dicembre, alla apertura della Novena del Natale, sei il primo dono del Nascituro di Betlemme. Ti son toccati tempi duri: pandemia e ora guerra. Accorati e isolati i tuoi appelli, inascoltati dai signori belligeranti, e dai giuda venditori di dignità anche col bacio. Non hanno il tuo cuore di compassione. Ma noi ti siamo vicini. Attenzioniamo la tua voce quando dalla finestra più conosciuta su piazza san Pietro, ogni domenica ci ricordi che ci sei padre e non siamo orfani. Vegli e preghi allertandoci, e, come faro, segnali luminosi sono i tuoi a guidare in nuovo modo chiesa e umanità, per te non diverse, da quando Dio si è fatto Uomo. Auguri.

Fra' Domenico Spatola

Ricordi... in frammenti. Tasselli per un mosaico. L'undicesima pubblicazione di fra' Domenico Spatola.

Frammenti, come respiri del passato ancora efficaci a suscitare in ricordi tempo che fu e ancor rimane, in nostalgie che rianimano sogni inattuati. Oggi rincorro col gusto dell'ora ciò che mi diede sostanza in tanti drammi di vita, inanellati con senso al momento scoperto come scorrere logico di ciò che significa. Compresi, or che lampada è tremula, in guizzi ancor non fiochi, eppur rassegnati all'idea delle radici, che nei fiori rivivono come semi a speranza.
Così organizzo racconti di storia trascolorata in fantasia mai spenta e sempre feconda. vedi racconti, alterni a poesie, creature che lo spirito adotta, per soffiare infinito, nell'animo di chi crede che l'amore fatica vincendo sua battaglia del tempo.

Fra' Domenico Spatola

In questa nuova pubblicazione (pagine 261 - Prezzo di copertina € 13,00) fra' Domenico Spatola apre ai lettori il suo scrigno di Ricordi... in frammenti: da divertenti aneddoti di infanzia come la grande festa del Crocifisso a Monreale, la prima volta al cinema per vedere Marcellino pane e vino, i ricordi di nonna Grazia a drammi di vita come il terremoto del 15 gennaio 1968, che distrusse la valle del Belice e che lui visse da diciannovenne al convento di Castelvetrano. Ci presenterà i tanti frati cappuccini che hanno incrociato la sua vita, generose e amorevoli figure come padre Liborio da Giuliana o padre Aurelio di Gangi, personaggi illustri come il cardinale Salvatore Pappalardo e piccoli amici che tanto lo hanno amato come la cagnolina Lilly, il gatto Fofò e il cagnolino Oscar. 
I racconti si alternano a poesie, legate a ricordi o a eventi e personaggi da non dimenticare. 
Il libro è impreziosito dai disegni di Isabella Ceravolo. 
Per tanti sarà un tuffo nel passato, per altri la conoscenza di tradizioni e abitudini purtroppo scomparse: in entrambi i casi una piacevole e spesso commovente lettura.

Nella foto: Fra' Domenico a 8 anni alla scuola elementare Gabelli.
Il volume è acquistabile presso la Missione San Francesco (Via Cipressi 233, trav. piazza Cappuccini contattare whatsapp 3894697296), presso la parrocchia Santa Maria delle Grazie in San Lorenzo ai Colli agli orari delle messe (sabato pomeriggio ore 18:00, domenica mattina ore 10:30, domenica pomeriggio ore 18:00) oppure dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it (contattare alla mail ibuonicugini@libero.it - Cell. 3457416697 - whatsapp 3894697296). Parte dell'incasso è devoluto alla mensa dei poveri Centro San Francesco, gestito da fra' Domenico e dai volontari. 
I Buoni Cugini editori 

Fra' Domenico Spatola: Giuseppe si arrese...

Dio volle per "morosa"
Maria, ch'era già sposa,
e la rese pure madre,
e Giuseppe non il padre.
Umano e divino 
era il Bambino
nel suo grembo,
che fu reso lembo
da Dio per abitare.
Giuseppe a ripudiare
pensò in gran segreto,
ma a lui fè divieto
Dio stesso
che l'avea compromesso:
"Il Bambino generato
dallo Spirito è donato,
e Gesù lo chiamerai
perché libera, dai guai 
e dal peccato,
il popolo inguaiato".
Ciò avvenne perché il profeta
dato avea la notizia lieta
che in Scrittura trova appiglio:
"La vergine avrà un figlio
e sarà l'Emmanuele
ché, con noi, spiegherà sue vele".
Giuseppe a Maria si volse
e tra sue braccia infin l'accolse.

Fra' Domenico Spatola 
Nella foto: Sogno di San Giuseppe. (Pittore napoletano) 

Commento di fra' Domenico Spatola al vangelo della Quarta domenica di Avvento: Matteo 1, 18-24

18 Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19 Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. 20 Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. 21 Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».22 Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
23 Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi. 24 Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa. 


Giuseppe, già sposo di Maria, dopo un anno avrebbe celebrato le "nozze" in casa dei genitori. Prima di quella data però Maria si trovò incinta. Era "Madre del Figlio di Dio", parola dell'Angelo. Giuseppe non era stato coinvolto, e pensò alla violazione della Legge di Mosè. Era un "giusto", e riteneva necessario ripudiare la Sposa. Solo scelse, per compassione, il metodo del "libello segreto", cioè immotivato. L'accusa di "adulterio", avrebbe compromesso la Madre e la Creatura in grembo. Dio trepidò per il progetto e incontrò Giuseppe nel sogno. Il titolo di "figlio di Davide", che avrebbe dovuto consegnare all'Infante, valeva quella paternità "putativa". Lo assicurò sulla Sposa, onesta perché il Bambino, generato in lei, era opera dello Spirito Santo. A Maria toccherà il compito di darlo alla luce. A Giuseppe di dargli il nome. "Gesù" doveva salvare dai peccati. Di Maria l'evangelista modellò il profilo sulla profezia che, otto secoli prima, Isaia aveva fatto ad Acaz: la "Vergine" avrebbe partorito il Messia, il cui nome "Emmanuele", nascondeva la missione: "Dio con noi".

Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Sogno di Giuseppe. Dipinto di Daniele Crespi. 

mercoledì 14 dicembre 2022

UNA STRENNA DI NATALE PER LA MENSA DEI POVERI DEL CENTRO SAN FRANCESCO

 





Carissimo anche quest'anno ho il piacere di invitarti a partecipare con un piccolo gesto a un appuntamento di solidarietà in occasione del Natale.
Presso il salone della Mensa dei poveri di via Cipressi 233, sabato 17 (ore 16.00-20.30) e domenica 18 (8.30-20.30), esporrò come ogni anno gli oggetti (lumi, presepi, quadretti...) che realizzo con materiale naturale raccolto sui litorali.
Il ricavato, frutto dei vostri piccoli grandi acquisti, sarà interamente devoluto alla mensa dei poveri di padre Domenico Spatola. 
Conto su di te e anche sul tuo passaparola.
Ti aspetto, 

Mimmo


sabato 10 dicembre 2022

Fra' Domenico Spatola: Giovanni non è canna sbattuta dal vento

A Giovanni carcerato
avean parlato 
di Gesù Cristo, 
che, non tristo,
si facea al peccatore.
Chiese se il Salvatore 
fosse e l'Atteso,
perché si ritenea offeso 
dal pensare ad altro,
non vedendo Gesù scaltro.
Ma il Signore a lui rispose
di mirar ad altre cose: 
"Ciechi con la vista,
zoppi sulla pista, 
lebbrosi resi puri, 
e sordi ormai sicuri, 
morti risuscitati
e poveri evangelizzati. 
E beato chi non trova
in me motivo di riprova".
Andati i messaggeri,
discorsi ben più seri,
Gesù fè alla gente
su Giovanni penitente,
che, nel deserto,
avea sofferto. 
Non da "canna al vento"
e suo indumento
non di lusso,
come di chi vive riflusso
dei palazzi
fra trini e arazzi.
Quando giungerete a meta,
vedrete voi un profeta,
da messaggero dritto,
come di lui è scritto: 
"Mando, innanzi a te, 
l'ambasciator del re,
che a te Messia 
preparerà la via.
Giovanni è maggiore
ma un minore,
che porta mio segno,
lo supererà nel Regno".

Fra' Domenico Spatola 

Commento di fra' Domenico Spatola al vangelo della Terza settimana di Avvento: Matteo 11, 2-11

2 Giovanni intanto, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: 3 «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?». 4 Gesù rispose: «Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: 5 I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella, 6 e beato colui che non si scandalizza di me». 7 Mentre questi se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 8 Che cosa dunque siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano morbide vesti stanno nei palazzi dei re! 9 E allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, anche più di un profeta. 10 Egli è colui, del quale sta scritto:
Ecco, io mando davanti a te il mio messaggeroche preparerà la tua via davanti a te.
11 In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.

ll Battista non ci stava. Il sospetto che Gesù, additato Messia, si fosse dimenticato di lui in prigione, lo tormentava. Spasmodicamente questuava notizie dai discepoli che venivano a visitarlo. Li incaricava, a sfinimento, di sapere da Gesù stesso se si ritenesse Messia oppure si fosse sbagliato. Tardava infatti il giudizio di fuoco per i peccatori, e Gesù mangiava con loro. I delegati furono espliciti: "Sei tu il Messia o dobbiamo aspettare un altro?". Gesù li ascoltò, ma offrì la lettura di altre doti del Messia: "evangelizzare i poveri, dare la vista ai ciechi e guarire gli zoppi". Aggiunse, a proprio favore, di "non scandalizzarsi di lui". Ripartiti i messaggeri, Gesù parlò alla folla del Battista: "Cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento, o un vanesio molleggiato? Quelli stanno nel palazzo del re. Giovanni è il più grande profeta, anzi colui che, come dice Malachia, prepara la via del Signore". La missione di Precursore dunque lo qualificava. Gesù tuttavia manifestò l'amarezza che Giovanni sia rimasto chiuso nel "passato", al punto che il più piccolo del suo Regno, è più grande di lui.

Fra' Domenico Spatola

mercoledì 7 dicembre 2022

Fra' Domenico Spatola: Candore

Per ideal candore,
con pudore,
immacolato fiore
porto al tuo altare.
Ti resto a pregare,
o Vergine Maria,
per non perdere la via
che additi,
e miti
tuoi affetti
a noi diretti
in cuore
culla a Natale al Figlio del tuo amore.

Fra' Domenico Spatola 
(nella foto L'Annunciata di Antonello da Messina)

Fra' Domenico Spatola: 8 dicembre Immacolata concezione della Beata Vergine Maria: Luca 1, 26-38

26 Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, 27 a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28 Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». 29 A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. 30 L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31 Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32 Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33 e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
34 Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». 35 Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. 36 Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: 37 nulla è impossibile a Dio». 38 Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei.


Gabriele è l'angelo dei due Testamenti. Con il profeta Daniele chiudeva il Primo, con il sacerdote Zaccaria apre il Secondo. È tuttavia con la Vergine Maria che porta l'annuncio del progetto di Dio sull'Umanità. Ricevette l'ordine e l'indicazione dove recarsi: a Nazareth di Galilea. Destinataria del messaggio una sposa. Di lei e di lui ci vengono detti i nomi: Maria e Giuseppe. Il saluto è trionfale: "Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te!". Evoca glorie che riguardavano Gerusalemme e l'intero suo Popolo. Maria si turba: non comprende. L'angelo chiarisca. Lo fa, ma accrescendo in lei stupore. Dio la chiede in Sposa: "hai trovato grazia perché concepirai il suo Figlio e lo chiameraì Gesù". Note identitarie di lui: "sarà grande e Figlio dell'Altissimo". Inoltre "il trono di Davide, gli verrà consegnato dal Padre, per regnare senza fine sulla casa di Giacobbe". Si ingarbuglia per Maria che, senza chiedere sconti, vuol sapere: "Come avverrà questo, perché non conosco uomo?". Coglie lo spunto, e l'Angelo dettaglia anche per noi l'evento del "come" Dio si fa carne. Spiega che non sarà opera d'uomo, ma de "lo Spirito Santo che scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra". Plastica descrizione come di un concepimento umano. Maria, per Luca, è qui figura del Creato che lo Spirito Santo feconda, come ai primordi dell'universo. Mancava la prova, e Gabriele è felice di fornirla: "Elisabetta non è più sterile, perché da sei mesi è madre". Aggiungendo a commento: "nulla è impossibile a Dio". Spettava ora a Maria dare l'assenso, e lo diede generoso anche per noi.

Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Annunciazione di Leonardo da Vinci 

venerdì 2 dicembre 2022

Fra' Domenico Spatola: Il Precursore...

Giovanni Battista
fu l'apripista 
del Signore.
Predicava, con fervore, 
d'ogni cuor la conversione.
Da comune previsione,
era il profeta Elia,
mentre Isaia
lo additava "Voce",
che, come fiume giunto a foce,
dicea, con intento:
"giunto il momento 
della via da preparare
perché ad arrivare
era prossimo il Signore".
Ei da Precursore,
con veste da cammello,
non era  bello,
e, con cintura ai fianchi,
lineamenti avea stanchi.
Ma da tutta la Giudea,
e dalla Galilea 
era continuo andare
a farsi battezzare.
Anche i farisei,
bordoni ai Sadducei,
accorrevano curiosi.
Ma, con i toni più furiosi,
Giovanni li rimbrottava.
La scure poi additava 
alla radice
dell'albero infelice,
e condannato al fuoco
chi non cambiava un poco.
"Il mio battezzo sciacqua"
lo dicea "di sola acqua,
ma chi viene dopo 
avrà per scopo
nello Spirito Santo 
battezzarvi e intanto,
non siate più canaglia 
per non bruciar da paglia!".

Fra' Domenico Spatola 

Commento di fra' Domenico Spatola al vangelo della II domenica di Avvento (anno A): Matteo 3, 1-12

1 In quei giorni comparve Giovanni il Battista a predicare nel deserto della Giudea, 2 dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!».3 Egli è colui che fu annunziato dal profeta Isaia quando disse:
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
4 Giovanni portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico. 5 Allora accorrevano a lui da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla zona adiacente il Giordano; 6 e, confessando i loro peccati, si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano.
7 Vedendo però molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha suggerito di sottrarvi all'ira imminente? 8 Fate dunque frutti degni di conversione, 9 e non crediate di poter dire fra voi: Abbiamo Abramo per padre. Vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre. 10 Già la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. 11 Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non son degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco. 12 Egli ha in mano il ventilabro, pulirà la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con un fuoco inestinguibile».


Giovanni Battista impensieriva il potere religioso e non meno quello civile. Le folle accorrevano al Giordano ed egli le battezzata, dopo averle invitate a convertirsi. L'etichetta di "Voce che grida nel deserto" attribuitagli, l'evangelista la colse da Isaia, vaticinante il ritorno degli esiliati in Babilonia. "Cambiare mentalità" era il senso della conversione. Avevano un bel ardire a presentarsi a Giovanni anche i sadducei e i farisei. Sfacciati! Della loro ipocrisia il profeta sventava l'arroganza. In figura, Giovanni ricordava il profeta Elia, anche per il modo di vestire: peli di cammello e cintura ai fianchi. La sua proposta ai penitenti costituiva l'alternativa ai penitenti per non dovere comprare gli animali (costosi) da offrire al tempio. Non comportava perciò alcuna spesa economica. Cio faceva rodere di rabbia quelli del tempio che lamentavano le mancate entrate. Il Battista sembrava aver fretta: "il Regno è vicino, e il giudice è con l'ascia alle radici dell'albero dai frutti cattivi. La pala in mano gli serviva per separare il frumento e bruciare la pula". Il fuoco era infatti l'arma del suo giudizio. Fu onesto infine il Battista, a non attribuirsi il titolo di "Messia", che tutti, venuti da ogni parte del Paese, volevano riconoscergli. Poteva approfittarne: le folle erano con lui e Gesù non era ancora conosciuto. Ma il ruolo, squisitamente messianico, di "Sposo di Israele", apparteneva a uno più "forte" che avrebbe battezzato in Spirito Santo e fuoco. Mentre il suo era "un battesimo d'acqua". Non poteva perciò "scalzarlo". Con lui fu d'accordo Gesù, eccetto che sul "giudizio col fuoco", avendo dichiarato di essere venuto "per salvare e non per giudicare i peccatori". E su ciò le distanze furono incolmabili.

Fra' Domenico Spatola