Andarono i pastori
per offrire lor favori
al Salvatore nato,
sulla greppia adagiato.
Narrarono a Maria
che non era fantasia
il dir d'angeli veri,
ch'eran sinceri,
a raccontar "divino"
quel Bambino.
Venuti veloci,
i primi e precoci
ad evangelizzare
e a meravigliare
Maria e il suo Giuseppe,
che sol da loro seppe
l'angelico messaggio
del comune salvataggio.
Finita la preghiera,
prima di sera,
tornarono felici,
e di Gesù amici.
All'ottavo giorno
si fece turba intorno
per la circoncisione,
secondo tradizione,
ma per il nome del bambino
fu il voler divino,
a sorprendere i più,
chiamandolo "Gesù".
Fra' Domenico Spatola
Volli emigrare, lontano, tra stelle, e guardare da quelle la terra vitale: la vidi sbocciare, qual rosa a dolore... e compresi l'amore. - Fra Domenico Spatola.
martedì 31 dicembre 2019
Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo dell'Ottava del Natale: Luca 2, 16-21
Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. 17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. 19Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 20I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.
Circoncisione di Gesù e presentazione al tempio
21Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima che fosse concepito nel grembo.
L'urgenza nei pastori ad accorrere da Gesù, fu invogliata dagli Angeli affinché riconoscessero in lui il Salvatore "adagiato nella mangiatoia", come la culla usata dai loro neonati. Da "primi" evangelizzatori, sorpresero Giuseppe e Maria "la quale custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore". Nel ritorno alle greggi, il loro ruolo fu dall'evangelista assimilato a quello degli Angeli annuncianti, anch'essi "glorificavano e lodavano Dio". Era il paradosso del Natale!
All'ottavo giorno dalla nascita, ogni bimbo ebreo andava "circonciso nella carne". Il "segno" della appartenenza a Israele, era fondamentale per gli Ebrei, ma il rito verrà successivamente osteggiato dall'apostolo Paolo, perché ritenuto "antitetico" alla fede in Cristo.
All'ottavo giorno dalla nascita, ogni bimbo ebreo andava "circonciso nella carne". Il "segno" della appartenenza a Israele, era fondamentale per gli Ebrei, ma il rito verrà successivamente osteggiato dall'apostolo Paolo, perché ritenuto "antitetico" alla fede in Cristo.
Segnò definitiva apertura ai Pagani, che, per aderire al Vangelo, non sarebbero stati costretti dal "segno" di Abramo e obbligati dalla Legge di Mosè. Necessaria per lui la "sola" fede in Cristo, Crocifisso e Risorto, mentre funzionale alla liturgia della "Maternità divina di Maria Vergine" è la professione di Paolo su Cristo: "nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l'adozione a figli". Provvisoria è dunque l'obbedienza alla Legge e strategica alla Croce, da dove il Risorto consegnerà lo Spirito che abbatte "il muro di separazione" così che "non Giudeo né Greco, ma ci sia una creatura nuova".
Fra' Domenico Spatola
sabato 28 dicembre 2019
Fra' Domenico Spatola: Rachele i figli brama
I Magi eran partiti,
quando novelle liti
minacciavano il Bambino.
Urgente era il divino
intervento in sogno,
per nuovo bisogno
di partire:
"Erode lo vuole far morire!"
Giuseppe, con Bimbo e Sposa,
non proferì chiosa,
e, obbedendo al Signore,
senza perder ore
andò dritto,
rifugiandosi in Egitto
nel buio della notte,
e stette lì fin alla morte
del tiranno,
e, scongiurò il danno,
avverando profezia:
"Da egiziana prigionia
ho richiamato il figlio".
Ma presto il periglio,
quando Erode,
(e ancor si rode!)
comprese che non poco
a lui i Magi fecero il gioco.
Allora s'infuriò
e morte decretò
di bimbi da due anni in giù,
volea così uccidere Gesù.
S'avverava di Geremia
la dolorosa profezia:
"Un grido udito in Rama:
Rachele i figli brama,
ma essi non son più:
deportati fin laggiù!"
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Strage degli innocenti (Rubens)
quando novelle liti
minacciavano il Bambino.
Urgente era il divino
intervento in sogno,
per nuovo bisogno
di partire:
"Erode lo vuole far morire!"
Giuseppe, con Bimbo e Sposa,
non proferì chiosa,
e, obbedendo al Signore,
senza perder ore
andò dritto,
rifugiandosi in Egitto
nel buio della notte,
e stette lì fin alla morte
del tiranno,
e, scongiurò il danno,
avverando profezia:
"Da egiziana prigionia
ho richiamato il figlio".
Ma presto il periglio,
quando Erode,
(e ancor si rode!)
comprese che non poco
a lui i Magi fecero il gioco.
Allora s'infuriò
e morte decretò
di bimbi da due anni in giù,
volea così uccidere Gesù.
S'avverava di Geremia
la dolorosa profezia:
"Un grido udito in Rama:
Rachele i figli brama,
ma essi non son più:
deportati fin laggiù!"
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Strage degli innocenti (Rubens)
Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della "Santa Famiglia": Matteo 2, 13-15.19-23
13 Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo».
14 Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, 15 dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
Dall'Egitto ho chiamato il mio figlio. 19 Morto Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto 20 e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e va' nel paese d'Israele; perché sono morti coloro che insidiavano la vita del bambino». 21 Egli, alzatosi, prese con sé il bambino e sua madre, ed entrò nel paese d'Israele. 22 Avendo però saputo che era re della Giudea Archelào al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nelle regioni della Galilea 23 e, appena giunto, andò ad abitare in una città chiamata Nazaret, perché si adempisse ciò che era stato detto dai profeti: «Sarà chiamato Nazareno».
14 Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, 15 dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
Dall'Egitto ho chiamato il mio figlio. 19 Morto Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto 20 e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e va' nel paese d'Israele; perché sono morti coloro che insidiavano la vita del bambino». 21 Egli, alzatosi, prese con sé il bambino e sua madre, ed entrò nel paese d'Israele. 22 Avendo però saputo che era re della Giudea Archelào al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nelle regioni della Galilea 23 e, appena giunto, andò ad abitare in una città chiamata Nazaret, perché si adempisse ciò che era stato detto dai profeti: «Sarà chiamato Nazareno».
Gabbarono Erode i Magi. Un angelo li aveva diffidati di ripassare da lui. Le sue lusinghe nascondevano intenti omicidi: fare fuori il presunto rivale. Anche Giuseppe, per stessa ragione, fu allertato per fuggire in Egitto, ormai terra ospitale. La tirannia era altrove. Alla morte di Erode, "dall'Egitto il Signore richiamerà il figlio", aveva vaticinato Osea. Nuovo esodo dunque riproposto alla santa Famiglia verso la terra d'Israele, che però osteggierà Gesù fino a volerne la morte. La Giudea non poteva essere la meta, come inizialmente nelle intenzioni di Giuseppe, perché Archelao, il tetrarca succeduto al padre, era peggiore di lui. Inevitabile la scelta di vivere nella Galilea, e a Nazareth che consentirà al Figlio -come vaticinato- il titolo di "Nazareno", allusivo al "virgulto di Iesse", antenato di Davide, e alla missione di Messia "il consacrato".
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: La fuga in Egitto - Giotto
lunedì 23 dicembre 2019
Fra' Domenico Spatola: I pastori di Betlemme
Augusto imperatore
e Quirinio gran signore
favorirono l'evento
con il primo censimento.
Tutti andavano alla fonte
delle patriarcali impronte
di antenati e di penati
per venire registrati.
Anche Giuseppe e Maria,
di Betlemme sulla via
compirono l 'evento
che si ricorda a monumento.
Maturarono nel frangente
i dì della partoriente
che, nato il suo Bambino,
lo avvolse in panno fino,
e lo depose nella greppia
odorante non di seppia
ma di puro e fresco fieno.
Là vicino c'era il pieno
di pastori e pecorelle,
sotto un ciel pieno di stelle.
Del Signore l'Angioletto,
con suo fare circospetto,
disse agli uomini in paura:
"Oggi per voi è l'avventura:
nato infatti è il Salvatore
che per noi è Cristo Signore.
Lo cercherete a Betlemme,
se con gambe a voi non flemme,
nella greppia lo troverete".
Con soavi nenie liete
altri angeli, a ronda,
a lui fecero da sponda,
cantando a Dio la "gloria",
vero Amico della Storia.
Avvolti dalla luce
che al Bimbo noi conduce,
trovarono, a fin cammino,
Madre e Figlio suo divino.
Tornarono felici
ché del Bimbo erano amici.
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Natività di Carlo Maratta
e Quirinio gran signore
favorirono l'evento
con il primo censimento.
Tutti andavano alla fonte
delle patriarcali impronte
di antenati e di penati
per venire registrati.
Anche Giuseppe e Maria,
di Betlemme sulla via
compirono l 'evento
che si ricorda a monumento.
Maturarono nel frangente
i dì della partoriente
che, nato il suo Bambino,
lo avvolse in panno fino,
e lo depose nella greppia
odorante non di seppia
ma di puro e fresco fieno.
Là vicino c'era il pieno
di pastori e pecorelle,
sotto un ciel pieno di stelle.
Del Signore l'Angioletto,
con suo fare circospetto,
disse agli uomini in paura:
"Oggi per voi è l'avventura:
nato infatti è il Salvatore
che per noi è Cristo Signore.
Lo cercherete a Betlemme,
se con gambe a voi non flemme,
nella greppia lo troverete".
Con soavi nenie liete
altri angeli, a ronda,
a lui fecero da sponda,
cantando a Dio la "gloria",
vero Amico della Storia.
Avvolti dalla luce
che al Bimbo noi conduce,
trovarono, a fin cammino,
Madre e Figlio suo divino.
Tornarono felici
ché del Bimbo erano amici.
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Natività di Carlo Maratta
Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo del Natale: Luca 2, 1ss
1 In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2 Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. 3 Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. 4 Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, 5 per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. 6 Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7 Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.
8 C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. 9 Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, 10 ma l'angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11 oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. 12 Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». 13 E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva:
14 «Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e pace in terra agli uomini che egli ama».
15 Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». 16 Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. 17 E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18 Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. 19 Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.
20 I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.
8 C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. 9 Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, 10 ma l'angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11 oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. 12 Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». 13 E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva:
14 «Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e pace in terra agli uomini che egli ama».
15 Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». 16 Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. 17 E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18 Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. 19 Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.
20 I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.
Le componenti storico-geografiche, per storicizzare l'evento ci sono tutte.
Da consumato narratore, l'evangelista Luca incastona la nascita di Gesù, nella cornice della Storia universale, a orientare alla natura dell'accadimento. Il censimento è pretesto per eliminare obiezioni che si tratti di una "favola", e il contesto piega da subito verso altri spessori, più umili e congeniali alle scelte del Dio Bambino. Il mondo è quello di povertà dei diseredati di ogni tempo, espresso dai pastori che vegliavano quella notte le greggi. Il cielo luccicava di stelle, e qualcosa nell'empireo si muoveva verso di loro: un Angelo del Signore, tutto per loro, basiti da paura. Inedito il messaggio di gioia: "È nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore". Temevano l'avvento del Messia, minacciato loro, perché permanentemente impuri. E invece la novità li commuove. Il Bimbo nato a Betlemme è come i loro neonati, giacenti nella mangiatoia: lì lo troveranno. La "luce divina li avvolge" nell'abbraccio loro mancato. All'annunziante fa eco il coro con il canto di "gloria" a Dio "filantropo" perché innamorato della umanità. Vanno in fretta a verificare, e annunciando a Maria il contesto che essa conserverà, meditandolo nel cuore, per noi. Tornarono alla ferialità, e da apostoli cantarono il Vangelo, il primo e con calore.
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Natività di Julio Padrino
venerdì 20 dicembre 2019
Fra' Domenico Spatola: "Non temere, Giuseppe"
Se si vuol la narrazione
della messianica generazione,
da Matteo viene offerta
in maniera assai sofferta,
quando parla di Maria
che sarà madre del Messia.
Essa è sposa di Giuseppe,
e, come ognuno poi seppe,
fu incinta non di lui
ma dello Spirito, ch'è Colui
che regge il mondo.
Iracondo
Giuseppe al primo annuncio,
voleva dirle: "a te rinuncio!",
senza esporla al vituperio
essendo giusto e sincero.
Pensando al no "segreto",
l'Angelo del messo lieto
gli apparve in sogno,
e, per bisogno
urgente e necessario,
accorato fu il suo frasario:
"Giuseppe, non temere,
perché vere
son le parole della Sposa:
da lei nascerà divina Cosa,
perché dallo Spirito Santo
e sarà vanto
per te, di Davide figlio,
e di quel re, a lui sarai l'appiglio.
Ella lo darà alla luce,
ma nome suo da te Egli deduce:
e salverà il mondo dai peccati!"
Accadde ciò perché avverati
fossero i vaticini del profeta,
giunti a meta:
"La vergine partorirà
e il figlio nome avrà
Emmanuele"
dal suono come miele:
del "Dio con noi".
Svegliatosi, poi
Giuseppe, accolte in cuore
le parole del Signore,
prese con sé Maria
la madre del Messia.
Fra' Domenico Spatola
della messianica generazione,
da Matteo viene offerta
in maniera assai sofferta,
quando parla di Maria
che sarà madre del Messia.
Essa è sposa di Giuseppe,
e, come ognuno poi seppe,
fu incinta non di lui
ma dello Spirito, ch'è Colui
che regge il mondo.
Iracondo
Giuseppe al primo annuncio,
voleva dirle: "a te rinuncio!",
senza esporla al vituperio
essendo giusto e sincero.
Pensando al no "segreto",
l'Angelo del messo lieto
gli apparve in sogno,
e, per bisogno
urgente e necessario,
accorato fu il suo frasario:
"Giuseppe, non temere,
perché vere
son le parole della Sposa:
da lei nascerà divina Cosa,
perché dallo Spirito Santo
e sarà vanto
per te, di Davide figlio,
e di quel re, a lui sarai l'appiglio.
Ella lo darà alla luce,
ma nome suo da te Egli deduce:
e salverà il mondo dai peccati!"
Accadde ciò perché avverati
fossero i vaticini del profeta,
giunti a meta:
"La vergine partorirà
e il figlio nome avrà
Emmanuele"
dal suono come miele:
del "Dio con noi".
Svegliatosi, poi
Giuseppe, accolte in cuore
le parole del Signore,
prese con sé Maria
la madre del Messia.
Fra' Domenico Spatola
Commento di fra Domenico Spatola al Vangelo della IV Domenica di Avvento ( anno A): Matteo 1, 18-24
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo.
19Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
20Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo;
21ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
22Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
22Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
23Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi.
24Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
Giuseppe, per i Vangeli, vanta il titolo eminentemente messianico di "discendente del re Davide". Trasmesso per generazione da padre in figlio tale consegna si interrompe con Gesù, perché di lui Giuseppe non è il padre biologico. Altre vie ha scelto Dio, per l'incarnazione del suo Figlio nel grembo di Maria, sposa di Giuseppe. L'opera è infatti dello Spirito Santo. Qualificato come "giusto" per la Legge di Mosè, Giuseppe non ritiene di procedere con Maria alle nozze (seconda tappa del matrimonio ebraico) ma "deve" licenziarla. Del ripudio però sceglie la modalità "segreta", senza cioè palesare la motivazione infamante dell'adulterio dalle conseguenze fatali per la vita di Maria e del Bimbo che porta in grembo. La condanna infatti prevedeva la lapidazione. Il "sogno" è per le Scritture un modo per raccontare l'intervento di Dio nella storia dei profeti, così Giuseppe viene richiesto di prendere con sé Maria per dare al Figlio il titolo davidico di "figlio di Davide". La richiesta urgeva per non fallire il piano dell'umanizzazione del Verbo di Dio.
Consenziente e incondizionata, la risposta di Giuseppe rendeva possibile, in quella cultura patriarcale, l'intervento di Dio a guidare la Storia con "la Vergine che avrebbe partorito - come vaticinato da Isaia- l'Emmanuele ossia il Dio con noi".
Consenziente e incondizionata, la risposta di Giuseppe rendeva possibile, in quella cultura patriarcale, l'intervento di Dio a guidare la Storia con "la Vergine che avrebbe partorito - come vaticinato da Isaia- l'Emmanuele ossia il Dio con noi".
Tema conduttore del Vangelo di Matteo, che chiude con le parole dell'esordio quando il Risorto dirà ai suoi: "Io sarò con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo!"
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: San Giuseppe (Guido Reni)
mercoledì 18 dicembre 2019
Un regalo di Natale per il pranzo dei bisognosi nella Missione San Francesco
Vi aspettiamo domenica 22 dicembre dalle ore 10:30 alle 13:30 e dalle 16:30 alle 19:30 nel centro della Missione in via Cipressi 233 (trav. piazza Cappuccini) dove un nostro amico volontario esporrà oggetti realizzati con pietre e legni restituiti dal mare.
Il ricavato delle vendite sarà utilizzato per la preparazione di un pranzo per i bisognosi che frequentano il centro nei giorni di festa.
Una piccola occasione per acquistare gli ultimi pensieri natalizi e una grande occasione di solidarietà.
Una piccola occasione per acquistare gli ultimi pensieri natalizi e una grande occasione di solidarietà.
Fra' Domenico Spatola
venerdì 13 dicembre 2019
Fra' Domenico Spatola: Il più piccolo del Regno
Il Battista, carcerato,
dal dubbio fu tentato
se Gesù fosse il Messia,
o altro chicchessia
dovesse egli aspettare.
Volle dunque a lui inviare
suoi seguaci
per rendersi capaci
se aspettare ancora
d'altro Messia l'ora.
"Riferite a Giovanni
che a riparare i danni
sono venuto:
la parola do al muto,
e la vista al non vedente,
e al deficiente
di udito,
col sol dito,
faccio lui udire,
consentendo di venire
i lebbrosi purificati
e i morti risuscitati
e ai poveri col Vangelo
dono parole di cielo".
Aggiunse con severità:
"Beato chi non vorrà
di me scandalizzarsi!"
Sembravano acquietarsi
quegli interroganti
e, mentre tutti quanti
tornavano al maestro,
Gesù colse l'estro
di parlare a tutti del Battista:
"Chiedo se vostra vista
contemplato, nel deserto,
ha un reperto,
o una canna in modo lento
cullata dal vento?
Chi veste alla moda
vive alla coda
di un re.
Giovanni vive da sé
come profeta
e sua meta
è preparare la via
a me che son Messia.
Tra gli umani,
tutti nani
sono a suo confronto
ma, senza affronto,
il più piccolo del Regno
maggiore sarà a segno".
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: San Giovanni Battista (Tiziano Vencellio)
dal dubbio fu tentato
se Gesù fosse il Messia,
o altro chicchessia
dovesse egli aspettare.
Volle dunque a lui inviare
suoi seguaci
per rendersi capaci
se aspettare ancora
d'altro Messia l'ora.
"Riferite a Giovanni
che a riparare i danni
sono venuto:
la parola do al muto,
e la vista al non vedente,
e al deficiente
di udito,
col sol dito,
faccio lui udire,
consentendo di venire
i lebbrosi purificati
e i morti risuscitati
e ai poveri col Vangelo
dono parole di cielo".
Aggiunse con severità:
"Beato chi non vorrà
di me scandalizzarsi!"
Sembravano acquietarsi
quegli interroganti
e, mentre tutti quanti
tornavano al maestro,
Gesù colse l'estro
di parlare a tutti del Battista:
"Chiedo se vostra vista
contemplato, nel deserto,
ha un reperto,
o una canna in modo lento
cullata dal vento?
Chi veste alla moda
vive alla coda
di un re.
Giovanni vive da sé
come profeta
e sua meta
è preparare la via
a me che son Messia.
Tra gli umani,
tutti nani
sono a suo confronto
ma, senza affronto,
il più piccolo del Regno
maggiore sarà a segno".
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: San Giovanni Battista (Tiziano Vencellio)
Commento di fra Domenico Spatola al Vangelo della Terza Domenica di Avvento (anno A): Matteo 11, 2-11
2 Giovanni intanto, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: 3 «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?». 4 Gesù rispose: «Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: 5 I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella, 6 e beato colui che non si scandalizza di me». 7 Mentre questi se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 8 Che cosa dunque siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano morbide vesti stanno nei palazzi dei re! 9 E allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, anche più di un profeta. 10 Egli è colui, del quale sta scritto:
Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero
che preparerà la tua via davanti a te.
11 In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.
Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero
che preparerà la tua via davanti a te.
11 In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.
Il Battista, languente nel carcere del Macheronte, è assalito da forti dubbi circa la messianicità di Gesù. S'aspetta da lui un atto rivoluzionario per bruciare "come pula" i nemici del Signore. Era stato da lui predicato "il Messia giustiziere" e invece apprende dai discepoli che Gesù fa comunella con i peccatori e parla di perdono. Gli invia la delegazione per chiedere espressamente se è lui il Messia atteso, o va rivolta altrove l'attenzione. Gesù risponde citando il profeta Isaia che vedeva il Messia come colui che si sarebbe intenerito della gente, prendendosene cura. Suggeriva in tal modo al Battista di ripensare diversamente quella missione. Mentre gli interroganti vanno via, Gesù tesse l'elogio di Giovanni, l'uomo del deserto, austero e coerente non come "canna sbattuta dal vento", intrigo degli assetati di potere che cambiano casacca all'occorrenza. Non vizioso, né dedito alle eleganze di chi vive nella reggia (allusione a Erode). Egli è tra gli antichi profeti il più grande, per il compito di "preparare la via" al Cristo. Però - aggiunge non senza amarezza - "il più piccolo del suo Regno, è più grande di lui". Giovanni infatti non aveva ancora scelto di seguirlo.
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: San Giovanni Battista (Leonardo da Vinci)
giovedì 12 dicembre 2019
Fra' Domenico Spatola: Santa Lucia. Tratto da: Un anno con fra' Domenico. Poesie per ogni giorno dell'anno.
È usanza siciliana
venerare la siracusana
santa vergine Lucia
con a pranzo la cuccia
e le arancine a contorno,
con panelle tutto il giorno.
La ricorrenza è a ricordo
dello scafo con a bordo
solo il carico di grano
misterioso e da lontano,
che, venuto in carestia,
cucinato fu a cuccìa,
senza esser macinato.
Solo appresso maneggiato
con canditi e i dolciumi
per la festa dei lumi
che dalla sua Siracusa
la Santa è ancora adusa
a riportare ogni anno
risvegliando, dopo affanno,
il nuovo sole.
È il nome che lo vuole
a ricordar ch’essa adduce
ogni anno nuova luce.
Fra' Domenico Spatola: Un anno con fra' Domenico. Poesie per ogni giorno dell'anno.
Parte dell'incasso è devoluto alla missione san Francesco, la mensa dei poveri di fra' Domenico Spatola
Pagine 454 - Prezzo di copertina € 16,00
Disponibile presso il Centro San Francesco - Via Cipressi 233 (trav. piazza Cappuccini)
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it
Disponibile presso Ibs
venerare la siracusana
santa vergine Lucia
con a pranzo la cuccia
e le arancine a contorno,
con panelle tutto il giorno.
La ricorrenza è a ricordo
dello scafo con a bordo
solo il carico di grano
misterioso e da lontano,
che, venuto in carestia,
cucinato fu a cuccìa,
senza esser macinato.
Solo appresso maneggiato
con canditi e i dolciumi
per la festa dei lumi
che dalla sua Siracusa
la Santa è ancora adusa
a riportare ogni anno
risvegliando, dopo affanno,
il nuovo sole.
È il nome che lo vuole
a ricordar ch’essa adduce
ogni anno nuova luce.
Fra' Domenico Spatola: Un anno con fra' Domenico. Poesie per ogni giorno dell'anno.
Parte dell'incasso è devoluto alla missione san Francesco, la mensa dei poveri di fra' Domenico Spatola
Pagine 454 - Prezzo di copertina € 16,00
Disponibile presso il Centro San Francesco - Via Cipressi 233 (trav. piazza Cappuccini)
Disponibile dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it
Disponibile presso Ibs
venerdì 6 dicembre 2019
Fra' Domenico Spatola: "L'Ave", a proposta
Su candore,
che di te Vergine il cuore
mostrava,
Gabriele posava
la proposta d'amore:
era del Signore
l'invito
ad esser marito
a te
e partorire il Re.
Temevi non essere degna
e alta ti pareva consegna.
Ma solo te voleva Regina
il Padre e sua Corte divina.
Puro e senza peccato,
cuore tuo immacolato
attrarre poteva su noi
Colui che ci avrebbe poi
da Croce resi più belli
perché di lui ci facevi fratelli.
Madre, sei avvocata
e "piena di grazia" da tutti acclamata,
nobilita il parto di creatura
che da tuo "Sì" avrà vita sicura.
Sei Madre a Dio,
senza l' oblio
dell'altra maternità
quella dell'intera Umanità,
che accogliesti a voce
da tuo Figlio in croce.
A cotale assenso
da noi avesti consenso.
Sei nostra Madre,
e in braccio al Padre
ci vuoi tutti portare
additando a noi il Figlio da amare.
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: "La Nunziata" di Antonello da Messina
che di te Vergine il cuore
mostrava,
Gabriele posava
la proposta d'amore:
era del Signore
l'invito
ad esser marito
a te
e partorire il Re.
Temevi non essere degna
e alta ti pareva consegna.
Ma solo te voleva Regina
il Padre e sua Corte divina.
Puro e senza peccato,
cuore tuo immacolato
attrarre poteva su noi
Colui che ci avrebbe poi
da Croce resi più belli
perché di lui ci facevi fratelli.
Madre, sei avvocata
e "piena di grazia" da tutti acclamata,
nobilita il parto di creatura
che da tuo "Sì" avrà vita sicura.
Sei Madre a Dio,
senza l' oblio
dell'altra maternità
quella dell'intera Umanità,
che accogliesti a voce
da tuo Figlio in croce.
A cotale assenso
da noi avesti consenso.
Sei nostra Madre,
e in braccio al Padre
ci vuoi tutti portare
additando a noi il Figlio da amare.
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: "La Nunziata" di Antonello da Messina
Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Domenica dell'Immacolata: Luca 1, 26-38
Al sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret,
27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.
28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
34Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l'angelo si allontanò da lei.
29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
34Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l'angelo si allontanò da lei.
Attivo è l'arcangelo Gabriele. "Forza di Iahvè " è il suo nome. Presente era stato a Zaccaria nel tempio di Gerusalemme, e ora inviato ad una Vergine, sposa di Giuseppe, chiamata Maria. È il messo di un progetto: Dio chiede la mano della Prescelta. L'ambiente è l'umile dimora in Galilea e il saluto dell'Angelo impegnativo, da turbare la Vergine. Altri eroi del passato avevano ricevuto "un tale saluto" per missioni bellicose in difesa d'Israele, come nel caso di Gedeone. L'angelo rassicura Maria, perché quel che le toccherà supererà ogni fantasiosa aspettativa: "Hai trovato grazia presso Dio!". Le dice che Dio è innamorato di lei, e la presceglie ad essere Madre del suo Figlio".
Ha fretta Gabriele, e, d'un fiato, declina dal concepimento alla nascita, responsabilizzando Maria anche sul nome da dare alla Creatura (all'epoca, esclusiva prerogativa paterna). Del Nascituro vengono decantati i titoli divini e regali, con l'aggiunta che il "trono davidico, sulla casa di Giacobbe e senza fine", l'avrebbe ereditato direttamente da Dio. Per il compito ineguagliabile, la Vergine obietta l'impossibilità che ad eseguirlo possa essere un uomo. "Infatti - dice l'Angelo - sarà lo Spirito Santo a coprirti con la sua ombra!" A conferma della veridicità di quanto annunciato annuncia la gestazione di Elisabetta "la sterile": da sei mesi è in attesa di Giovanni il Battista, perché "nulla è impossibile a Dio". Accettò la Vergine, e quel "Sì" fu gravido anche di noi.
Ha fretta Gabriele, e, d'un fiato, declina dal concepimento alla nascita, responsabilizzando Maria anche sul nome da dare alla Creatura (all'epoca, esclusiva prerogativa paterna). Del Nascituro vengono decantati i titoli divini e regali, con l'aggiunta che il "trono davidico, sulla casa di Giacobbe e senza fine", l'avrebbe ereditato direttamente da Dio. Per il compito ineguagliabile, la Vergine obietta l'impossibilità che ad eseguirlo possa essere un uomo. "Infatti - dice l'Angelo - sarà lo Spirito Santo a coprirti con la sua ombra!" A conferma della veridicità di quanto annunciato annuncia la gestazione di Elisabetta "la sterile": da sei mesi è in attesa di Giovanni il Battista, perché "nulla è impossibile a Dio". Accettò la Vergine, e quel "Sì" fu gravido anche di noi.
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Annunciazione di Leonardo da Vinci
martedì 3 dicembre 2019
Il 13 dicembre alle ore 18:30 presentazione del libro Un anno con fra' Domenico
SIETE TUTTI INVITATI VENERDI' 13 DICEMBRE ALLE ORE 18:30
ALLA PRESENTAZIONE
PRESSO IL CENTRO SAN FRANCESCO
Via Cipressi n. 233 (trav. Piazza Cappuccini)
Vi aspettiamo numerosi per una serata in poesia con fra' Domenico Spatola
"UN ANNO CON FRA' DOMENICO, Poesie per ogni giorno
dell'anno" è una raccolta di 365 poesie, che ha lo scopo di accompagnare il lettore giorno per giorno con un pensiero, una
riflessione, una preghiera o il ricordo di un evento. Ovviamente in poesia.
Molte sono le ricorrenze, allegre o tristi: e questo il
libro ha anche uno scopo educativo, mirato a tenere viva la memoria su fatti o
personaggi che non possono essere dimenticati.
Si ricordano gli anniversari di
nascita o di morte di quei personaggi dello spettacolo che in qualche modo
fanno parte della nostra vita: da Lucio Dalla a Charlie Chaplin, da Totò a Gigi
Burruano da Andrea Camilleri a Luigi Pirandello.
E non solo. Fra’ Domenico non
dimentica i pilastri della cultura e della musica: Leopardi, Manzoni, Virgilio,
Pascoli, Omero, Mozart…
I Santi sono protagonisti nella raccolta: Santa Caterina, Santa
Rita, San Giovanni Battista, San Bernardo da Corleone e, come è giusto, la
nostra Santuzza sia per il Festino che per il 4 settembre. A San Francesco
viene dedicata una piccola raccolta nel mese di ottobre, dove ogni poesia
coglie un particolare della sua vita: il lupo, le stelle, il fuoco, la Terra…
Molto bella la rivisitazione del Cantico delle Creature.
Il mese di dicembre è
invece una piccola raccolta di filastrocche natalizie.
Quasi tutte le poesie sono corredate da un disegno, in
maggior parte decorativo, per rendere più viva l’attenzione del lettore e
chissà: perché non farli colorare ai bambini, coinvolgendo anche loro nelle
letture delle poesie che riteniamo più adatte?
Parte del ricavato è devoluto alla missione San Francesco, la mensa dei poveri creata e gestita da fra' Domenico Spatola e dai volontari.
Il libro conta 478 pagine ed il prezzo di copertina è di € 16,00
venerdì 29 novembre 2019
Fra' Domenico Spatola: Reminiscenze d'Avvento
L'Avvento come "attesa di cose belle". L'ho immaginato da bambino. E, come per tutti i coetanei, era il Natale la festa dei dolci. Cannoli, buccellati, mostaccioli, torrone, noci e castagne e qualche ancor timido panettone. Oggi l'attesa è per altre esigenze e l'Avvento si valorizza per sé. Ognuna delle quattro domeniche è tappa per la conversione: revisione di vita per il rinnovato rodaggio. Le riflessioni, tante, portano interrogativi a temi esistenziali: la vita, al vaglio, per apprezzarne valori e rimediare a errori. Tempo di grazia o "kairòs" è chiamato dai Vangeli e coniugato al futuro con invito al Signore di venire, "da Sposo". Sposa è la Chiesa per "il grande mistero" delle nozze, ad ogni Natale, riproposte alla fede.
Fra' Domenico Spatola
Fra' Domenico Spatola: Vegliate!
Disse Gesù a seguaci:
"Come rapaci
furono i tempi di Noè,
così sarà del Re,
a sua venuta.
Ad insaputa
mangiavan tutti e bevevano
e moglie ancor prendevano
fino al giorno in cui dell'arca
Noè fece sua barca,
allor che diluviò
e tutti affogò.
Tal promo
è del Figlio dell'uomo
quando tornerà:
perché nessun lo sa.
Allora dei due che son nel campo,
sol d'uno sarà scampo.
Delle due donne a girar la mola,
di una porterà via anche le suola.
Dunque vegliate,
ché non vi sorprendiate
quando il Signore torna.
Non vi farà le corna
il ladro,
se veglierete,
e stesso il quadro
se il Signore aspetterete.
Tenetevi pronti,
e non resa vi sarà di conti,
quando egli verrà
e svegli voi troverà!"
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: L'arca di Noè (Monreale)
"Come rapaci
furono i tempi di Noè,
così sarà del Re,
a sua venuta.
Ad insaputa
mangiavan tutti e bevevano
e moglie ancor prendevano
fino al giorno in cui dell'arca
Noè fece sua barca,
allor che diluviò
e tutti affogò.
Tal promo
è del Figlio dell'uomo
quando tornerà:
perché nessun lo sa.
Allora dei due che son nel campo,
sol d'uno sarà scampo.
Delle due donne a girar la mola,
di una porterà via anche le suola.
Dunque vegliate,
ché non vi sorprendiate
quando il Signore torna.
Non vi farà le corna
il ladro,
se veglierete,
e stesso il quadro
se il Signore aspetterete.
Tenetevi pronti,
e non resa vi sarà di conti,
quando egli verrà
e svegli voi troverà!"
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: L'arca di Noè (Monreale)
Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della prima domenica d'Avvento (anno A): Matteo 24, 37-44
37 Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. 38 Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell'arca, 39 e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell'uomo. 40 Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l'altro lasciato. 41 Due donne macineranno alla mola: una sarà presa e l'altra lasciata.
42 Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43 Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 44 Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà.
42 Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43 Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 44 Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà.
Gesù, evocando il passato, apre alla speranza. I toni drammatici sono gli stessi dei profeti antichi richiedenti attenzione alla conversione. Il tempio di Gerusalemme era stato da Gesù dannato alla distruzione, perché dai capi reso "spelonca di refurtiva", a dissanguamento dei poveri e delle vedove. Il suo crollo, ad opera dei Romani (anno 70 e.v.) verrà interpretato come "fine del mondo", ma Gesù inviterà i suoi a non temere, perché quella distruzione chiuderà solo un'epoca già incancrenita. Seguiranno "segni nel cielo" che Gesù invita ad interpretare "spazi per la libertà". Cadranno infatti gli idoli (sole, luna, e stelle), simboleggianti il potere di asservimento contrapposto alla "novità" del "Figlio dell'uomo" manifestato per condurre a pienezza di vita. Il tempo dell'accadimento sarà dunque "kairòs", ossia occasione da non perdere e attendere con vigilanza. I distratti ne rimarranno sorpresi come chi non previene "il ladro" che gli scassina la casa. Modello evocato è Noè e il suo tempo. Nessuno ascoltava l' invito del patriarca alla conversione, e ne seguì il diluvio. La venuta del "Figlio dell'uomo" sorprenderà solo i drogati dagli idoli, che assonnano e non consentono di partecipare al "Regno dei cieli". Perciò l'invito alla vigilanza è senz'alibi.
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Il diluvio universale di Francis Danby
venerdì 22 novembre 2019
Fra' Domenico Spatola: Oggi con me sarai in paradiso!
A Gesù crocifisso
volgean fisso
lo sguardo,
or che traguardo
egli avea raggiunto.
Non parea compunto
il popolo nel vedere
e i capi non potean contenere
l'incomprensione
motteggiandolo a derisione:
"Ha salvato altrui vite!
È troppo mite,
per essere il Cristo
e d'Israele fare l'acquisto:
salvi se stesso
se di Dio è suo messo!"
Dei soldati era stessa canea
e loro aceto Gesù non bevea.
La scritta su lui
dicea: "È Colui
che è Re dei Giudei".
Allora uno dei rei,
appeso alla croce,
diceva a gran voce:
"Non sei tu il Cristo?
fai nuovo acquisto:
salva te stesso e poi
anche noi!"
L'altro compagno
"Io non mi lagno
- a lui rispondea -
perché ci dovea
toccar tale sorte.
Ma lui questa morte
non l'ha meritato
perché mai ha peccato!"
E, a tu per tu,
disse a Gesù:
"Ricordati di me nel tuo regno!"
E, suo pegno,
in lui Cristo ripose:
"Ecco mie chiose:
(e volto a lui il viso)
oggi con me sarai in paradiso!"
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Il buon ladrone (dipinto del Tiziano)
Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della XXXIV domenica del tempo ordinario (anno C): Luca 23, 35-43
Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l'eletto». 36Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell'aceto 37e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». 38Sopra di lui c'era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei». 39Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». 40L'altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? 41Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». 42E disse: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno». 43Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
Davanti al Crocifisso, l'evangelista Luca individua ed esemplifica un campionario dalle diverse reazioni. Il popolo "sta a vedere". Ostenta l'indifferenza cui l'hanno ridotto i capi, i quali, attivisti, conducono il gioco della "derisione". Ricompaiono le tentazioni degli inizi del Vangelo, con la denuncia dell'impegno a "salvare gli altri", e l'incapacità di "salvare se stesso". Chi muore non può essere il messia. Spietati, e loro malgrado, dicono il vero: Gesù è venuto "per salvare gli altri, non se stesso". I soldati, da servi sottomessi, provano a compiacere i loro capi e per odio gli porgono l'aceto. Era il vino il simbolo dell'amore. Con la tecnica dell'avvicinamento, l'evangelista quindi converge sui due malfattori, crocifissi ai lati.
L'uno, echeggiando i capi, ne riproponeva la tentazione: "Salva te stesso e pure noi!" L' altro, denunciava l'ingiustizia di cui era vittima Gesù, e rimproverava il compagno: "Noi giustamente meritiamo di patire, ma lui non ha fatto nulla di male!" e, dava fiducia a Gesù come a un "Re" (non "da burla", come ammiccava la scritta sulla croce) di un misterioso Regno cui avrebbe voluto partecipare. Non da subito, ma "quando verrai nel tuo regno". La risposta di Gesù fu immediata perché l'ingresso non ammetteva più dilazioni: "Oggi, sarai con me in Paradiso!" Chiuso per Adamo e precluso ai peccatori, quel luogo, con la morte, Gesù lo apriva a questi e il primo a rimettervi piede, era uno di loro.
L'uno, echeggiando i capi, ne riproponeva la tentazione: "Salva te stesso e pure noi!" L' altro, denunciava l'ingiustizia di cui era vittima Gesù, e rimproverava il compagno: "Noi giustamente meritiamo di patire, ma lui non ha fatto nulla di male!" e, dava fiducia a Gesù come a un "Re" (non "da burla", come ammiccava la scritta sulla croce) di un misterioso Regno cui avrebbe voluto partecipare. Non da subito, ma "quando verrai nel tuo regno". La risposta di Gesù fu immediata perché l'ingresso non ammetteva più dilazioni: "Oggi, sarai con me in Paradiso!" Chiuso per Adamo e precluso ai peccatori, quel luogo, con la morte, Gesù lo apriva a questi e il primo a rimettervi piede, era uno di loro.
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Il buon ladrone (dipinto del Rubens)
venerdì 15 novembre 2019
Un anno con fra' Domenico, poesie per ogni giorno dell'anno. Il nuovo libro di fra' Domenico Spatola
Pagine 478 - Prezzo di copertina € 16,00
Diario dello spirito. Potrebbe questo titolo competere nella presente raccolta di Poesie per ogni giorno dell'anno.
Il profilo è da almanacco.
Le Effemeridi, che il tempo scorrendo favorisce e dissolve, meritano memoria.
Coglierne il pathos con intuizioni ispirate e poetiche, per trascriverlo a condivisione, dà senso al volume. Senza pretese.
Intende dar voce al cuore, esigente di spazi oltre la quotidianità, sperimentata insufficiente o angusta a libertà.
La fantasia, più adusa a volare, intravede nella poesia la Musa che consente di dire l'ineffabile e intuire l'essenza della res, oltre ogni caducità.
Questa raccolta di poesie è un omaggio alla vita, amica se ne si conosce il dono che essa, ogni giorno, propizia.
Gli editori I Buoni Cugini hanno colto benevolmente, nella proposta, un potenziale valore. Ad essi, imperitura va la mia gratitudine.
Il profilo è da almanacco.
Le Effemeridi, che il tempo scorrendo favorisce e dissolve, meritano memoria.
Coglierne il pathos con intuizioni ispirate e poetiche, per trascriverlo a condivisione, dà senso al volume. Senza pretese.
Intende dar voce al cuore, esigente di spazi oltre la quotidianità, sperimentata insufficiente o angusta a libertà.
La fantasia, più adusa a volare, intravede nella poesia la Musa che consente di dire l'ineffabile e intuire l'essenza della res, oltre ogni caducità.
Questa raccolta di poesie è un omaggio alla vita, amica se ne si conosce il dono che essa, ogni giorno, propizia.
Gli editori I Buoni Cugini hanno colto benevolmente, nella proposta, un potenziale valore. Ad essi, imperitura va la mia gratitudine.
Fra’ Domenico Spatola
UN ANNO CON FRA' DOMENICO è una raccolta di 365 poesie, una per ogni giorno dell’anno (per alcuni anche due o tre). La realizzazione del libro è frutto di un lungo lavoro e ha lo scopo di accompagnare il lettore giorno per giorno con un pensiero, una riflessione, una preghiera o il ricordo di un evento. Ovviamente in poesia.
Molte sono le ricorrenze, allegre o tristi: e in questo il libro ha anche uno scopo educativo, mirato a tenere viva la memoria su fatti o personaggi che non possono essere dimenticati. Si ricordano gli anniversari di nascita o di morte di quei personaggi dello spettacolo che in qualche modo fanno parte della nostra vita: da Lucio Dalla a Charlie Chaplin, da Totò a Gigi Burruano da Andrea Camilleri a Luigi Pirandello. E non solo. Fra’ Domenico non dimentica i pilastri della cultura e della musica: Leopardi, Manzoni, Virgilio, Pascoli, Omero, Mozart…
I Santi sono presenti nella raccolta: Santa Caterina, Santa Rita, San Giovanni Battista, San Bernardo da Corleone e, come è giusto, la nostra Santuzza sia per il Festino che per il 4 settembre. Il Festino, in verità, di poesie ne conta ben tre, e in una di queste fra’ Domenico ci diverte con una simpatica, in dialetto siciliano, dedicata ai Babbaluci. A San Francesco viene dedicata una piccola raccolta nel mese di ottobre, dove ogni poesia coglie un particolare della sua vita: il lupo, le stelle, il fuoco, la Terra… Molto bella la rivisitazione del Cantico delle Creature. Il mese di dicembre è invece una piccola raccolta di filastrocche natalizie.
Quasi tutte le poesie sono corredate da un disegno, in maggior parte decorativo, per rendere più viva l’attenzione del lettore e chissà: perché non farli colorare ai bambini, coinvolgendo anche loro nelle letture delle poesie che riteniamo più adatte?
Gli editori
UN ANNO CON FRA' DOMENICO, poesie per ogni giorno dell'anno sarà presto in vendita presso il Centro San Francesco poiché parte del ricavato sarà devoluto alla Missione. Sarà inoltre disponibile in tutti i siti vendita online e dal catalogo prodotti della casa editrice al sito www.ibuonicuginieditori.it.
Saranno indicate nella pagina Facebook e nel blog di fra' Domenico le date delle presentazioni
Saranno indicate nella pagina Facebook e nel blog di fra' Domenico le date delle presentazioni
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