Volli emigrare, lontano, tra stelle, e guardare da quelle la terra vitale: la vidi sbocciare, qual rosa a dolore... e compresi l'amore. - Fra Domenico Spatola.
sabato 29 agosto 2020
Fra' Domenico Spatola: Ci vuol pazienza...
si svela a noi fuor di mente:
indossare la mascherina
è difendersi dalla brina,
mentre il caldo imperversa
e la vista non più tersa
a chi indossa spessi occhiali,
appannati e surreali,
e i difficili contatti,
senza abbracci, par da matti!
Quanto dura
questa cura?
È jattura
se quest'altro anno
si rinnova lo stesso danno.
Prevenir calamità
può la buona volontà,
che, ad attivo, quintessenza
è usar tanta pazienza,
così solo si collassa
la terribile matassa
con il virus e i grovigli,
sì che niuno più lo pigli.
Vittoria allor si canterà,
se il virus sparirà.
Fra' Domenico Spatola
venerdì 28 agosto 2020
Fra' Domenico Spatola: Gesù disse: "se qualcuno vuol venire dietro di me"
spiegò che "a Gerusalemme
doveva andare,
non per regnare
ma soffrire molto,
perché lì sarebbe tolto
dagli anziani e sacerdoti
e da chi avean loro voti
dati alla Scrittura
cioè da Scribi che congettura
errata avean del Cristo.
L'avrebbero trattato in modo tristo
fino a volerlo morto,
ma egli poi risorto
sarebbe al terzo giorno".
Pietro, che a lui stava dintorno,
con sue maniere scarte
l'attrasse a sé in disparte
a minacciargli guai,
gli disse infatti: "Non sia mai!"
Gesù, voltosi a lui in dietro,
disse: "Satana, vade retro!
Tu pensi al tuo io
e non come vuol Dio!"
Allora disse ai seguaci:
"Color che sono audaci
a star con me,
prendan con sé
la croce a mia sequela.
Perché chi vuol far vela
per salvare la sua vita
la farà finita,
mentre chi per me la perderà
la salverà.
Che vale infatti guadagnare il mondo
se suo vissuto mai sarà fecondo?"
Fra' Domenico Spatola
Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della XXII domenica del tempo ordinario (anno A): Matteo 16, 21-27
venerdì 21 agosto 2020
Fra' Domenico Spatola: "Sei il Figlio del Dio vivente!"
Gesù, giunto a Cesarea,
chiese ai seguaci
d'essere veraci
sul Messia:
"Chi dice la gente chi io sia?"
Chi rispose ad apripista:
"Per alcuni -disse- il Battista;
per altri Elia
o Geremia,
né si vieta
che sia il profeta".
A loro fuori dal vero,
chiese qual pensiero
avessero di lui.
Tra tutti, Pietro fu colui,
che rispose prontamente:
"Tu sei il figlio del Dio vivente!"
"Te, beato!" disse a lui Gesù,
per il di più
che gli facea piacere:
gli disse esser divin volere
ciò ch'ei avea detto.
A lui diretto:
"Tu sei la Pietra -disse- di mia Chiesa
che mai sarà arresa
a triste morte
di cui cambierà la sorte.
A te - aggiunse a pegno-
do le chiavi del mio Regno.
E di ciò che in Terra aprirai,
le porte in ciel spalancherai".
Poi aggiunse ciò altrove visto:
"Non dite ad alcun ch'io sono il Cristo!".
Fra' Domenico Spatola
Dipinto di Guido Reni
Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della XXI Domenica del Tempo ordinario (anno A): Matteo 16, 13-20
venerdì 14 agosto 2020
Commento di fra Domenico Spatola al Vangelo della solennità dell'Assunzione di Maria Santissima in corpo ed anima in cielo: Luca 1, 39-56
Fra' Domenico Spatola: Donna, immensa è la tua fede...
si sentiva rea
della sorte della figlia.
Da Gesù si consiglia,
a Tiro e a Sidone
dove è giunto da predone
perché odiato da sua gente.
E gli dicea: "Poni mente,
o mio Signore,
il demonio ha preso il cuore,
della mia creatura!"
Ma Gesù, dirittura
sua incurante continuò.
Essa gridando come può,
costrinse i seguaci
a farsi audaci
e pretender da Gesù:
"Maestro, ascolta Tu
quanto essa dice,
perché dietro a noi, infelice
vien gridando!"
Ma egli provando
ad esser duro:
"Mandato sono al puro
d'Israele!"
Disse, ma quella di miele
riempì sua bocca:
"È vero non mi tocca
ciò che è dei figli,
ma ascolta i miei consigli:
anche i cagnolini
mangian bocconcini
che cadono dalla mensa!"
Gesù a lei: "Immensa
-disse- è la tua fede,
accada a te ciò che il tuo cuore crede!"
E fu quella parola sua di vita:
e la figlia per la fede fu guarita.
Fra' Domenico Spatola
Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della XX Domenica del tempo ordinario (anno A): 15, 21-28
Fra' Domenico Spatola: A Maria, assunta in cielo.
fu l'ovazione
che l'universo,
reso già terso,
diede a tributo
di benvenuto
a te, divina Madre,
resa dal Padre
figlia del Figlio,
e da eterno Consiglio
qual rosa
resa divin Sposa
da umana natura.
Da creatura
offristi tuo grembo
a terreno suo lembo
e madre ideale
di noi in cui sale
acceso gran foco
del Dio che non poco
in Te pose suo amore.
A lui desti il tuo cuore,
a nome di tutti
e splendidi frutti
a noi immensi riservi.
Madre, noi non più servi,
ma figli d'amore
da te resi nel cuore
fratelli da croce
di chi con sua voce,
disse che noi
eravam figli tuoi.
Madre dal cielo,
togli a noi il velo
del nostro peccato,
e il mondo, che amato
ha il Figlio tuo,
fallo più suo!
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Madonna Assunta ai Cappuccini di Palermo
venerdì 7 agosto 2020
Fra' Domenico Spatola: 8 agosto, San Domenico
“essere del Signore”e con coraggio
portò ovunque il vangelo
parlando di Dio e del suo cielo.
Lottò l’eresia degli Albigesi
che usavano due misure e due pesi,
come chi lo gnosticismo
professava
che alcuni affossava e altri li salvava.
Domenico entrava in tutti i cuori
da solo o con i suoi Predicatori,
ch'era l’Ordine da lui fondato
e dalla Chiesa utilizzato
per le Scuole e la dottrina
da diffondere non in sordina
ma con la forza del sermone
e dialettica di persuasione.
Sua attuale eredità
è preghiera e onestà,
e l’amore per il Signore
che accendeva in ogni cuore.
Del cane, a simbolo, colse fedeltà
e nella fiaccola accesa vi pose carità
per portare al mondo intero
il suo annuncio del mistero.
Fra' Domenico Spatola
Fra' Domenico Spatola: Camminava sull'acqua
la folla era sazia.
Gesù fe' tornare,
costringendo a remare,
per la riva di fronte,
color che sue impronte
dovevan seguire,
mentre egli salire
volle sul monte a pregare
per la ciurma sul mare.
"La barca dov'era,
quando scese la sera?"
"In piena tempesta, agitata dall'onde
che già d'acqua le sponde
eran piene".
Si chiese se tiene
sì tanta fatica,
la turba sua amica
Gesù che, sul finir della notte,
fece sue stesse rotte
e, sceso sul mare,
cominciò a camminare.
"È un fantasma!" fu da tutti gridato,
perché ognun spaventato
non sapea che pensare.
Ma a confortare
intervenne sua voce,
veloce
e da Dio,
dicendo: "Son io!
Coraggio, nessuna paura,
vostra vita è sicura!"
Pietro allora rispose:
"Se vere son tue chiose,
comanda a me
di venire da te!"
Gesù a lui disse: "Vieni!"
E, di stupore ripieni,
lo videro camminare sull'acqua
senza che suo piede si sciacqua.
Ma forte fu paura
in Pietro che insicura
avea ancor la fede:
così affondava il suo piede.
Gridava "aiuto!" non volendo affogare.
Fu lesto Gesù a donare
sua mano,
rimproverando che lontano
ei tenesse suo piede
dalla sequela di fede.
Saliti sulla barca,
che dell'alleanza fu arca,
i discepoli, prostrati a lui
dichiararono finiti i tempi bui.
Fra' Domenico Spatola
Commento di fra Domenico Spatola al Vangelo della XIX Domenica del Tempo Ordinario (anno A): Matteo 14, 22-33
giovedì 6 agosto 2020
Fra' Domenico Spatola: In ricordo di un grande giornalista
Fra' Domenico Spatola
Fra' Domenico Spatola: Beirut martoriata
Oggi Beirut si sveglia con una nuova catastrofe e tanti morti. Gli interrogativi sono tanti e inquietanti: come si lascia dormire una città o un suo quartiere popoloso su una pericolosa polveriera? Il nitrato di ammonio, ritenuto a prima indiscrezione, causa della tremenda deflagrazione, giaceva senza le dovute precauzioni da anni, in zona portuale e quindi di transito e perciò nevralgica della città. La costernazione è dettata dalla superficialità per cui non si prendono serie precauzioni ad evitare possibili tragedie per l'Umanità. Le lacrime successive saranno "da coccodrillo", se al potenziale bellico, anche chimico e batteriologico/virale (il Covid 19 fa testo), non si anticipano valori e ideali di umanità preferendoli ai profitti economici spesso spietatamente disumanizzanti. Accorrere al capezzale di chi soffre è doveroso, oltre ogni ideologia politica o affaristica, ma anche per confessare il "mea culpa" a chi, ignaro e innocente, ha subìto l'ingiustizia dei contrabbandieri cinici e negati a ideale di vita. Doloroso e pietoso va perciò il sentimento di solidarietà alla nobile Nazione libanese, alle vittime e ai tanti cittadini ancor provati oltre la recente Storia di lotte e di ingiustizie subite. Costruire a tutti i costi la Pace, abolendo armi che non sono mai di difesa, perché nel mondo globalizzato non ci saranno più "vinti e vincitori", è urgente e si impone alla coscienza di tutti i governanti della Terra, altrimenti saremo tutti "perdenti"!
Fra' Domenico Spatola