sabato 27 maggio 2023

Fra' Domenico Spatola: "Ricevete lo Spirito Santo".


Era di sera. 
Primavera
con fiori
e sbocciati allori
a superare morte, 
perché altra era sorte
dei discepoli in paura.
Nuova natura
Gesù concede
e timor lede
ai seguaci,
resi audaci
latori di pace
A prova verace
mostrò i segni
di Pace al cuore.
"Dal Padre a voi mandato,             
- disse - anch'io vi ho inviato".
Soffiando poi pertanto:
 "Ricevete lo Spirito Santo. 
Chi da voi è  perdonato, 
sarà salvato".
Fra' Domenico Spatola

Commento di fra' Domenico Spatola al vangelo di Pentecoste (Anno A): Giovanni 20,19-23

 

19 La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 20 Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21 Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi». 22 Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; 23 a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».


Era sera. Il buio rappresentava la mancata fede dei discepoli. Eppure in quel giorno, iniziavano i ritmi della nuova Creazione. Giorno "Uno" senza tramonto. I discepoli, per paura di finire crocifissi, stavano paralizzati dietro porte serrate del loro rifugio. Ma non furono ostacolo per il Risorto. Egli attraversò l'impenetrabile e stette, nel posto da Maestro: in mezzo a loro. "Pace a voi!" disse, mostrando mani e fianco con i segni non sanati. Gioirono i discepoli alla vista del Signore. Rinnovò il saluto: "Shalòm" e ne derivò la missione, perché uscissero da paura, e, come apostoli, annunciassero la Parola e comunicassero il perdono.
Come il Padre aveva mandato lui, egli ora li inviava. Insufflò lo Spirito, il suo che era del Padre, per iniziare nuova Alleanza, efficace di perdòno. I discepoli, ricevutolo, furono chiamati a donarlo all'Umanità.


Fra' Domenico Spatola

martedì 23 maggio 2023

Fra' Domenico Spatola: 23 maggio 1992. Ricordando Falcone, Morvillo e gli uomini della scorta. Tratto da: Ricordi... in frammenti.

Ricordo quel 23 maggio 1992, tranquillo e assolato. Un sabato pomeriggio che pareva normale. Per una commissione mi trovavo al vivaio Vitale di viale Regione Siciliana. Nell’attesa, accesi la radio e la notizia che davano era tremendamente inquietante. Da due ore in autostrada dall’aeroporto di Cinisi per Palermo allo svincolo di Capaci era successo il finimondo. Lo speaker parlava concitato e a mozzichi dava notizie drammatiche altalenanti: “Lui – diceva – però è rimasto vivo, la moglie pare di no... La scorta saltata in aria... Presumibilmente il detonatore che ha fatto saltare in aria il troncone di autostrada pare che sia tritolo... Difficili i soccorsi, perché l’autostrada non c’è più!”. Notizie a singhiozzo, facevano a caldo intuire la tragedia. Pregai. Piansi di rabbia per questa ennesima strage che umiliava ancora una volta gli onesti Siciliani. La vittima illustre, quel “lui” era infatti Giovanni Falcone. L’avevo incontrato il 6 gennaio 1990, al Palazzo dei Normanni per commemorare il decennale della uccisione dell’altro grande, il presidente della Regione siciliana Piersanti Mattarella. All’uscita, sgomitai per raggiungerlo bypassando i cordoli della scorta. Fu gentilissimo e mi sussurrò: “Padre, preghi per me...”. Lessi le sue paure e mene ricordai quel pomeriggio nel quale, come scrisse qualcuno: “moriva la speranza dei Palermitani”. Di Falcone si è scritto tantissimo. E oppositori ne incontrò anche tra coloro che avrebbero dovuto con lui e come lui combattere per lo stesso ideale. Ogni volta che percorro quel tratto di strada, ora corredato da due cippi per la memoria, mi sovviene dalla Storia greca quel che al passante veniva affidato: “annuncia agli Spartani che, alle Termopili, qualcuno ha sacrificato la vita per la loro libertà”. Tutti eroi sacrificati. Severo il monito per i rimasti. Essi immaginavano i rischi costanti per difenderci dal “mostro dai mille tentacoli e dalla memoria di elefante che non dimentica” (Falcone). Qualcuno ai funerali implorò la conversione dei criminali: “mettetevi in ginocchio, per il perdono”. Continuò desolata: “ ma questi non cambiano mai!”. Aveva ragione, a meno di due mesi il 19 luglio in via d’Amelio, a Palermo, replicheranno con Borsellino e altra Scorta. Quando percorro di sera il tratto di strada guardo sempre la lucetta sul poggio che sovrasta la strada, accesa a dire al passante il dolore di chi provò a salvare la nostra libertà. Da quel posto infatti si attivò la regìa che aveva scatenato l’inferno. Mi s’incupisce il ricordo e qualche inavvertita lacrima scorre anche sul viso.

Disponibile in ebook al link Ricordi... in frammenti - ebook (streetlib.com) € 6,50 e su tutti gli store online
Disponibile in cartaceo dal catalogo prodotti della casa editrice (pagine 261 - prezzo di copertina € 13,00) al sito www.ibuonicuginieditori.it (consegna a mezzo corriere in tutta Italia) 

sabato 20 maggio 2023

Fra' Domenico Spatola: L' Amore dona

Gesù Risorto, 
taglia corto, 
e, sopra il monte
di sue impronte, 
amore dona
e perdona.
Servizio, 
è nuovo uffizio, 
ch'ei confida
e messaggio affida. 
Incoraggia ad annunziare, 
e l'uomo a battezzare
sulla Terra, 
fatta "serra
della Santa Trinità". 
Lo Spirito di verità,
garantirà presenza 
e provvidenza 
e rende forti
non per mesi corti, 
ma per il compimento 
della Storia in svolgimento.

Fra' Domenico Spatola
(dipinto di Salvador Dalì)

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Ascensione di Gesù in cielo (Anno A): Matteo 28, 16-20

 
16 Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato. 17 Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. 18 E Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. 19 Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, 20 insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Dall'evangelista Matteo, la "Ascensione" è narrata come conferma della "presenza" del Risorto a carattere planetario. L'incontro con i discepoli,  da Gesù fu prefissato sul "monte" di Galilea, a loro noto perché da lì Gesù aveva dettato lo Statuto del Regno dei Cieli: le "Beatitudini".  Era indicazione dove incontrarlo, valevole per i credenti di ogni tempo.  In esse avrebbero fatto esperienza della "Vita che non muore". Si presentarono in Undici, avendo Giuda fatto altra scelta.  Si prostrarono dinanzi a Gesù come riconoscimento della sua identità divina.  Dubitarono però di poterlo raggiungere nella uova condizione, avendo visto le sofferenze da lui patite. Gesù  tolse loro ogni dubbio, e li investì con un nuovo mandato, fiducioso delle loro capacità. Consegnava il potere che egli aveva in cielo e in terra, e li inviava ai popoli, ad insegnare le "Beatitudini",  perché ognuno scegliesse di anteporre il bene altrui alla propria convenienza.  L'immersione nell'amore divino, equivaleva al "battezzate nel nome del Padre,  del Figlio e dello Spirito Santo".  Assicurò continua vicinanza crescente, e li affrancò da ogni paura.

Fra' Domenico Spatola
(Dipinto Garofalo) 

sabato 13 maggio 2023

Dona il tuo 5 x mille all'Associazione di volontariato Missione San Francesco. Mensa dei Poveri.


Sull'esempio di Gesù che indossa il grembiule per mettersi al servizio del prossimo, l'Associazione di volontariato Missione San Francesco, direttore responsabile da Fra' Domenico Spatola, grazie ai volontari si mette al servizio dei poveri e dei bisognosi, offrendo loro ogni giorno un pasto completo.
Sostieni anche tu il Centro San Francesco dando il tuo 5x1000: firma, e inserisci nell'apposito spazio il codice fiscale: 97319880825. 
A te non costa nulla, ma darai una mano e un grande aiuto per portare avanti la Missione fondata sull'amore e sul servizio al prossimo.

Servizi offerti dalla Missione: 
La mensa è aperta tutti i giorni dell'anno, dal lunedì al venerdì dalle ore 12:30 alle 13:30. Il sabato, la domenica e le festività dalle ore 12:00 alle ore 13:00
Servizi doccia dalle ore 09:30 alle ore 11:30
Quanti desiderano contribuire economicamente, potranno farlo con un versamento sul conto corrente del Crèdit Agricole Italia Spa Ag. 4 IBAN: IT13 P062 3004 6040 0001 5149 490

Il tuo aiuto in denaro o in offerte di generi alimentari, anche piccolo, è prezioso per mantenere una Missione che, negli anni, ha risposto all'emergenza di tanti con l'efficienza del cuore e della mente. Grazie da parte di fra' Domenico Spatola e di tutti i volontari. 


Fra' Domenico Spatola: Fatima, spiritualità inquietante

Lo è per i tre Segreti. L'ultimo ancora emblematico.  Consegnati a Lucia,  sopravvissuta a Giacinta e Francesco,  morti prematuri. Nella Cova d'Iria presso Fatima in Portogallo, il 13 maggio 1917, con i cugini pascolava le pecore di famiglia. A mezzogiorno il fruscìo di vento, e sull'olmo appariva la "Signora dal bianco vestito". Li rassicurò, ma chiese loro di tornare, ogni 13 dei mesi successivi, fino a ottobre. Raccomandò il rosario pregato per i peccatori. A casa non furono creduti. Troppo giovani. Alla terza apparizione di luglio, non permisero loro di presentarsi e l'appuntamento con la Vergine slittò al 17  successivo. Indiscutibilmente terribile e suppongo anche impropria per bambini la visione concessa è da loro raccontata. Qualche dubbio ancora mi assale. La grande Guerra finiva, ma quella preannunciata era più tragica  La  sesta fu a ottobre, cadenzata dal "sole danzante". Nonostante le premesse,  di Fatima continuo a mantenere bei ricordi da adolescente. Il seminario cappuccino a Sciacca,  che raggiunsi a dieci anni,  era dedicato alla "Madonna di Fatima". Vi si venera la statua lignea, commissionata  a Ortisei,  "bella e miracolosa" da padre Ludovico, cappuccino. Miracoli negli anni Cinquanta, del secolo scorso, ce ne raccontavano tanti, soprattutto quelli del pellegrinaggio  mariano svoltosi nei Paesi dell'entroterra siculo, voluto e diretto da Padre Liborio Iannazzo. Anche io stetti tre giorni a Fatima, luogo delle apparizioni. Tante le manifestazioni  devote ma un po' paradossali, che lasciavano qualche velo di tristezza. Due,  per tutto il tempo,  furono i programmi annunciati che si alternavano: preghiera e sacrifici. Tanta gente  percorreva il perimetro esterno della chiesa strisciando in ginocchio. Mi turbava,  da apparirmi incomprensibilmente compassionevole. Mi bastò sapere che il sistema reggeva, anche se tuttora m'inquieta.

di Domenico Spatola

Esce in ebook: Ricordi in frammenti... Tasselli per un mosaico di Fra' Domenico Spatola

Disponibile in ebook al prezzo di € 6,50 al link Ricordi... in frammenti - ebook (streetlib.com) e su tutte le piattaforme online.

In questa nuova pubblicazione fra' Domenico Spatola apre ai lettori il suo scrigno di Ricordi... in frammenti: da divertenti aneddoti di infanzia come la grande festa del Crocifisso a Monreale, la prima volta al cinema per vedere Marcellino pane e vino, i ricordi di nonna Grazia a drammi di vita come il terremoto del 15 gennaio 1968, che distrusse la valle del Belice e che lui visse da diciannovenne al convento di Castelvetrano. Ci presenterà i tanti frati cappuccini che hanno incrociato la sua vita, generose e amorevoli figure come padre Liborio da Giuliana o padre Aurelio di Gangi, personaggi illustri come il cardinale Salvatore Pappalardo e piccoli amici che tanto lo hanno amato come la cagnolina Lilly, il gatto Fofò e il cagnolino Oscar.
I racconti si alternano a poesie, legate a ricordi o a eventi e personaggi da non dimenticare.
Per tanti sarà un tuffo nel passato, per altri la conoscenza di tradizioni e abitudini purtroppo scomparse: in entrambi i casi una piacevole e spesso commovente lettura.

"Frammenti come respiri del passato ancora efficaci a suscitare in ricordi tempo che fu e ancor rimane in nostalgie che rianimano sogni inattuati. Oggi rincorro col gusto dell'ora ciò che mi diede sostanza in tanti drammi di vita, inanellati con senso al momento scoperto come scorrere logico di ciò che significa. Compresi, or che lampada è tremula, in guizzi ancor non fiochi, eppur rassegnati all'idea delle radici, che nei fiori rivivono come semi a speranza. Così organizzo racconti di storia trascolorata in fantasia mai spenta e sempre feconda. Vedi racconti, alterni a poesie, creature che lo spirito adotta, per soffiare infinito, nell'animo di chi crede che l'amore fatica vincendo sua battaglia del tempo". (Fra' Domenico Spatola)

Fra' Domenico Spatola: Alla mamma...

Mamma, oggi fiero
a te vola il pensiero 
perché tua grazia
immensa spazia
da tuo universo 
a me converso. 
Tutto il ricordo
che mai scordo
di sofferenze nascoste in te, 
per dar moine a me. 
E...  tante ne donasti
e in cuor mio arasti
per seminar germoglio
che oggi voglio
ridarti già maturo fiore
e dirti il nostro grande amore.

Fra' Domenico Spatola

Fra' Domenico Spatola: Lo Spirito di verità


"Vi farò sorpresa" 
Gesù, disse per  l'intesa
con i suoi raggiunta.
Ora chi la spunta
è l'amore da lui dato
e che il Paraclito 
avrebbe consacrato.
In essi era già 
lo Spirito di verità, 
che il mondo ignora
Ma essi conoscon l'ora 
di vita piena
che arriderà serena.
"Ognun di voi saprà
che con voi rimarrà.
E soli non sarete
perché mi riavrete
e io col Padre sarò in voi, 
come prima anche poi. 
Chi accoglie mio comando, 
mai vivrà allo sbando
perché, dal Padre amato, 
da me sarà salvato".

Fra' Domenico Spatola

Commento di fra' Domenico Spatola al vangelo della Sesta domenica di Pasqua (anno A): Giovanni 14,15-21

15 Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. 16 Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, 17 lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi. 18 Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. 19 Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20 In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi. 21 Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui».


L'amore chiesto da Gesù ai suoi, va testimoniato con l'osservanza dei "suoi comandamenti". Li dichiara "suoi", prendendo le distanze da quelli di Mosè, contrappuntati da ricatti di meritocrazia che alternava premi a castighi, come in ogni relazione tra servi e padrone. Ma per Gesù, Dio è Padre che vuole figli, amici cui confidare segreti. Con lui dunque è bandito il timore, perché l'amore in tante sfaccettature vive di quotidianità. Il Padre è supplicato dal Figlio, affinché mandi "l'altro Paraclito" a custodire e preservare da ogni male i suoi. Primo Paraclito era stato lui stesso. Il termine, dal greco, vuol dire: "protettore, avvocato, difensore...". Gesù lo definisce "Spirito della verità". Missione sarà la sua permanenza nella Comunità, per garantirne unità e veridicità.
Il "mondo" è l'avversario che non può accoglierlo, per il rifiuto, pervicace e senza pentimento, della Verità, rinnegata fino alla Croce. Alla notizia della sua dipartita, i discepoli si erano rattristati, ma Gesù li consolò dichiarando che "non li avrebbe lasciati orfani". Presto infatti sarebbe tornato e, quel giorno, essi l'avrebbero conosciuto nel Padre, consentendo anche a lui di svelarsi a loro.

Fra' Domenico Spatola

sabato 6 maggio 2023

Fra' Domenico Spatola: Abbiate fede in me...

"Non si turbi il vostro cuore", 
disse il Signore. 
"Abbiate fede in Dio 
e anche nel dire mio.       
Del Padre mio la casa
è di dimore invasa. 
Vado a prepararvi il posto,
e tosto, 
con me sarete. 
E delle mete 
già conoscete via!". 
Tommaso avvia
allora suo discorso. 
Sembrava un orso, 
ma era sol dubbioso:
"Signore -  disse - son curioso 
di sapere dove vai;           
come puoi dir saprai?". 
Rispose: "Io son Vita 
e ciò che addita
Via, è Verità.  
Al Padre, per me, si va
e già l'avete visto". 
Disse Filippo: "Insisto, 
Signor, se il Padre vuoi mostrare, 
a noi può bastare". 
Rispose risoluto:
"Non m'hai ancora conosciuto? 
Chi m'ha veduto, 
nel Padre mio ha creduto
che io in lui sono 
e il Padre di me fa dono.
È sua la Parola
che fa scuola:
Egli in me resta, 
e compie le sue gesta. 
Chi ha la fede
e in me crede,     
anch'egli prodigiose
cose farà grandiose".

Fra' Domenico Spatola 

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Quinta domenica di Pasqua (anno A): Giovanni 14, 1-12

 
1 «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. 2 Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; 3 quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. 4 E del luogo dove io vado, voi conoscete la via».
5 Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?». 6 Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7 Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». 8 Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 9 Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? 10 Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. 11 Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse.
12 In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre.

Durante la cena, la denuncia del triplice rinnegamento di Pietro, aveva gettato nello sconforto i discepoli. Gesù li volle rincuorare, implorò tuttavia la loro fiducia: "Non sia turbato il vostro cuore, abbiate fede in Dio e abbiate fede in me". Catturato da "nemico di Dio", i suoi,  in croce non l'avrebbero riconosciuto "messia", né il Dio, da lui annunciato, impotente a salvarlo,  come "Padre". Invece insistette che massima era la loro sinergia, che si prolungava nei discepoli,  perché il Padre intende abitare in loro. Era analogica ammissione delle sue molteplici "dimore". L'espressione spiegava che l'amore di Dio non può essere espresso da una sola persona, né da una singola Comunità.
Esso fiorisce in forme molteplici e inedite. Gesù andava quindi a preparare non appartamenti, ma i "nuovi" figli di Dio: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e Noi verremo a lui e faremo dimora presso di lui". La condizione divina perciò che egli possiede,  è fruibile da tutti i credenti. La modalità per mantenerla era già loro nota, da ciò che avevano già visto: la lavanda dei piedi ai discepoli da parte del Maestro.  L'amore si era tradotto dunque in servizio. Tommaso  lamentò di non conoscere né la meta né  la via per raggiungerla . Gesù si autodichiarò: "Io sono via, verità e vita".  La sequenza richiama dinamismo che non si  può esprimere in fredde formule letterarie,  ma con capacità d'amare.
Filippo chiese di vedere il Padre,  a Gesù che, risentito, rispose: "Ancora non mi conosci? chi vede me, vede il Padre". Parlò della sua intimità con lui, descritta in vitalità osmotica: "Egli in me e io in lui". 
Così Gesù in ogni opera manifesta l'energia del Creatore. Facoltà consentita anche a coloro che crederanno in lui: "compiranno opere anche più grandi".

Fra' Domenico Spatola

venerdì 5 maggio 2023

Fra' Domenico Spatola: "Ei fu".

Lezione che non scordo:
il ricordo
che moriva Bonaparte
lo fè Manzoni con sua arte. 
Ripercorse sua gloria, 
in rivoli di storia
e anche di portenti
vissuti come eventi. 
Due secoli
d'arbitraggio
di cui tenne l'ancoraggio
E ognuno proprio inchino, 
a lui fè come al destino. 
Imprese sue gloriose 
furon tra le cose
di cui andò più fiero. 
Sempre rimase altero
anche quando l'involve
la sfortuna nella polve. 
La Chiesa allarmò, 
e col papa si indignò, 
e lo chiuse nel maniero, 
e, da feroce masnadiero, 
l'Europa fè tremare.
Riprese a guerreggiare, 
ma fu il russo inverno 
causa del suo inferno, 
da cui a decadenza
s'aggiunse l'indecenza
che ad Austerlitz si consumò. 
Eppur si immortalò, 
passando alla Storia
da "uomo della gloria". 
Così: "Ei fu!". 
A tu per tu:
nel resoconto, 
Manzoni a lui fè sconto
di tante malefatte. 
Ma, fatte pari e patte, 
da dittator audace, 
e di libertà rapace.                                              
Eran i suoi tempi bui, 
ma qual storia, senza di lui?