venerdì 4 luglio 2025

Fra' Domenico Spatola: I figli che Dio amava




Mandavi aiuto
a chi dava rifiuto.
Altri settantadue
a due a due
inviasti
per territori vasti
perché da tuoi seguaci
dicessero veraci
tua parola. 
Quella che da te a scuola
aveano imparato
e ora comunicato
avrebbero di tua pace.
Sagace
fu il messaggio. 
annunziato con coraggio.
Così che tu vedesti
cadere lesti
dal cielo chi  accusava
i figli che Dio amava.

Fra' Domenico Spatola

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della XIV domenica del tempo ordinario (anno C): Luca 10, 1-12.17-20

Luca 10:1-12

1 Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 2 Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. 3 Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4 non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. 5 In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. 6 Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7 Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. 8 Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, 9 curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio. 10 Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite: 11 Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino. 12 Io vi dico che in quel giorno Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.

Luca 10:17-20

17 I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». 18 Egli disse: «Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. 19 Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. 20 Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli». 

Dell'altra comunità di Settantadue discepoli, quanti i popoli della Terra, esclusiva narrativa fu di Luca, polemico con i Dodici che si erano rivelati fallimentari con i Samaritani, da loro visti come nemici di Israele. L'orientamento della Comunità lucana era  dunque universalistico. Li inviò "a due a due", per sostenersi reciprocamente e in ogni città della Samaria dove stava per recarsi. Lamentando la paucità di operai a fronte della abbondante messe, invitò i suoi a pregare il Padre perché provvedesse. Inviandoli inoltre li sapeva "agnelli tra i lupi" e raccomandava loro leggerezza da borse e da preoccupazioni, per fidarsi solo del Padre, che non avrebbe fatto loro mancare il necessario. Senza pregiudizi di religione o di casta potevano entrare in ogni casa dove venivano accolti, portando pace e annunciando vicino il Regno di Dio. E da chi non voleva saperne? Invitava i discepoli ad andare via. Nel giudizio finale, meno severo sarebbe stato il trattamento per Sodoma. 
Tornati i Settantadue, felici perché soddisfatti che anche i demòni si erano sottomessi a loro. Ma le congratulazioni di Gesù furono su tutt'altra corda: dovevano gioire perché il satana aveva smesso la sua funzione di "pubblico ministero". Dio infatti non era da guardare come "giudice", ma come "padre" che aveva scritto i loro nomi nel suo cuore.

Fra' Domenico Spatola