giovedì 2 aprile 2020

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della "Domenica delle Palme" (anno A): Matteo 21, 1-11

1 Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli 2 dicendo loro: «Andate nel villaggio che vi sta di fronte: subito troverete un'asina legata e con essa un puledro. Scioglieteli e conduceteli a me. 3 Se qualcuno poi vi dirà qualche cosa, risponderete: Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà subito». 4 Ora questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato annunziato dal profeta:
5 Dite alla figlia di Sion:
Ecco, il tuo re viene a te
mite, seduto su un'asina,
con un puledro figlio di bestia da soma.
6 I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: 7 condussero l'asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. 8 La folla numerosissima stese i suoi mantelli sulla strada mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla via. 9 La folla che andava innanzi e quella che veniva dietro, gridava:
Osanna al figlio di Davide!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Osanna nel più alto dei cieli!
10 Entrato Gesù in Gerusalemme, tutta la città fu in agitazione e la gente si chiedeva: «Chi è costui?». 11 E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nazaret di Galilea».

Da Betfage, villaggio nei pressi del monte degli Ulivi, inizia la tappa verso la Pasqua di Gesù. Due i discepoli inviati a "slegare" con "l'asina e il puledro", la profezia fatta da Giacobbe al figlio Giuda: "lo scettro del comando gli sarebbe stato tolto da chi lega alla vite il suo asinello e a scelta vite il figlio d'asina" (Genesi 49, 11). Il profeta Zaccaria (V sec. a.C) descriverà la modalità dell'esercizio di  tale comando: "Esulta Gerusalemme, a te viene il tuo re: umile cavalca un asino, un puledro figlio d'asina" (9,9). Così doveva essere sconfessato il Messia atteso come bellicoso e dominatore. Ma la novità di Gesù non viene accettata, e ciascuno dà la sua adesione in base alle aspettative. L'evangelista utilizza il mantello, come metafora della persona, per descrivere il tipo di risposta. I discepoli lo pongono sul dorso dell'animale su cui siederà Gesù, per dargli totale adesione. La folla lo stende a terra, a totale sottomissione al "figlio di Davide", acclamato con "Osanna" (salmo 118). I rami di ulivo, agitati a festa, evocano i riti "delle Capanne" e il cerimoniale del Messia davidico  che si sarebbe manifestato durante quella celebrazione.
Di contro Gesù è sull'asinello, senza riuscire a disilludere la folla, rimanendone egli stesso in balìa per imporgli il cammino. Anche se a breve, essa, accortasi dell'equivoco, richiederà a Pilato la di lui morte in croce. A quell'ingresso tutta Gerusalemme, angosciata, è in allarme: "Chi è costui?", con le stessa inquietudine che fu di Erode e dell'intera città al tempo  dei Magi. Ma Gerusalemme,  "che uccide i profeti", nutre altri interessi e il denaro è il suo vero dio nel tempio "covo di ladri". Implacabile fu la denuncia che a Gesù costerà cara.

Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Ingresso di Gesù a Gerusalemme (Harold Copping)

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