venerdì 17 aprile 2020

Fra' Domenico Spatola: Tommaso disse: "Signore mio..."

Era la sera,
e primavera
fioriva nuova vita,
quando, a sortita
e definitiva sorte,
Gesù valicò porte
ove i seguaci,
poco audaci
e gran paura,
serrati eran in clausura.
"Pace a voi!"
disse, e mostrò poi
le mani e il fianco,
e gioia in loro fece banco.
"Come il Padre - disse - mi ha mandato,
stesso affido a voi è da me dato".
Quindi lo Spirito comunicò in dono,
col soffio, ad annunciar perdono.
In quel frangente, evaso
era però Tommaso,
che dei Dodici fu quello
che tutti nominavano "Gemello".
Tornato non stette muto
e dichiarò di sua fede il rifiuto:
"Non crederò,
se non toccherò
con le mie mani.
Perché ritengo vani,
i vostri detti
né costretti
farete i miei intendimenti.
Sol commenti
di vera convinzione
accetterò se a intrusione
porrò mio dito
nel sito
di sue mani e fianco".
Dopo otto giorni, non stanco
di pazientar coi suoi,
venne Gesù e disse: "Pace a voi!"
Chiamò quindi a sé Tommaso,
che in ogni cosa solea porre il naso,
a cercar certezza
e reale concretezza.
A lui disse: "Metti qua il tuo dito.
Fantasma non son né mito,
perciò non esser diffidente,
ma sii credente!"
"Signore mio
e mio Dio!"
disse allor Tommaso.
A lui e, non a caso
anche a noi
che siamo i suoi,
disse il Cristo:
"Tommaso, perché mi hai visto,
hai creduto.
Beato chi, non ha veduto,
eppure crede!"
Questa è la fede
che questo libro annuncia,
a denuncia
dell'errore
vinto da Gesù, Dio e Salvatore.

Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Incredulità di San Tommaso (Caravaggio)

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