Gesù era sotto attacco. I nemici che lo volevano far fuori, screditandolo agli occhi della gente, erano i sacerdoti, accusati di "avere trasformato il tempio in spelonca di ladri" e i capi additati quali "assassini per convenienza". Anche farisei e sadducei si avvicendarono per tentarlo. Toccò infine al dottore della Legge, il quale, da campione della ortodossia, gli chiese quel che si presumeva dovesse conoscere: "Qual è il primo di tutti i comandamenti?". In realtà voleva controllare quanto sospettava su Gesù: il di lui atteggiamento e distaccato nei confronti dei Comandamenti di Mosè. La questione non era solo pretestuosa, le scuole rabbiniche infatti dibattevano il problema non essendo pochi quanti sostenevano che il primo posto l'occupasse il "riposo sabatico", il precetto osservato da Dio stesso, e perciò il più importante e quello ritenuto riassuntivo di tutti gli altri. La trasgressione, iterata, era passibile di morte. Era tuttavia noto che, ogni qualvolta tale precetto confliggesse con il bene dell'uomo, Gesù non esitasse a trasgredirlo. La domanda dello scriba, pare dunque che fosse finalizzata ad acquisire nuovo elemento di imputazione.
La risposta fu pronta e non attinse ai Comandamenti di Mosè, ma al "Credo" d'Israele, cioè allo "Shemà Israel" ("ascolta Israele"). Era la preghiera in cui si riconosceva il pio ebreo, come il cristiano nel "Padre nostro". Veniva recitato tre volte al giorno, e costituiva obbligo di fedeltà alla Legge, per non creare idoli alternativi. "Il Signore nostro Dio è l'unico Signore: amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con l'anima, con la mente e con tutte le forze". Però lo dichiarò incompleto e vi aggiunse il secondo: "simile a questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso". Soddisfatto, facendo eco a Osea e Geremia, disse che "l'amore per gli altri vale più di tutti i sacrifici e gli olocausti". Gesù elogiò lo scriba "non lontano dal regno di Dio". Ma per esservi dentro, sarebbe dovuto andare "oltre", accettando i nuovi compiti, che il vangelo con i verbi: "servire", "condividere" e "scegliere gli ultimi posti", esigendo condizioni che lo scriba per il ruolo prestigioso ricoperto in quella società, mai avrebbe accettato.
Fra' Domenico Spatola
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