Innamorato della sua terra, l'ha immortalata nel solco dell'eredità dei grandi Pirandello e Sciascia e della tradizione teatrale che gli Scrittori della Magna Grecia stimmatizzarono con personaggi resi immortali per i pregi e i difetti.
Camilleri non meno icastico a sancire, pur nella ferialità, icone narrative assurte a modelli scanzonati ma solo apparente era il disimpegno di vita, guardata col distacco dell'esperto delle umane vicende. Coerente con i valori a dignità, esaltata da passione filtrata dalla sua anima, benevola anche nelle complicazioni mai artificiose e con l'ironia di chi, per alleggerire, sdrammatizza esaminando tuttavia col pungolo severo e scientifico ma non senza la personale sottile amarezza che s'arrende alle sorti umane determinate dal fato, baro e avverso.
Ci era simpatico nel muovere i suoi personaggi, pedine di un progetto predestinato come nelle Tragedie greche.
Il Camilleri che mi mancherà e di cui piangerò l'assenza è quello delle lotte per la libertà così minacciata in questi tempi. Ma la sua voce, negli Scritti appassionanti, echeggerà a edificare e correggere, ma anche a dilettare chi in essi saprà approfittare per trovare spazi di felicità per l'anima.
Fra' Domenico Spatola
È andato via un grande R I P
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