L'obbedienza al potere, fondamento di tutti precedenti sistemi autoritari, lasciava rachitici. Non faceva crescere la persona. Gesù era venuto per indicare che basilare è l'amore il quale si fa accoglienza. A tale annuncio, la Società si ritenne minacciata, nelle sue convenienze. Si ribellò, con la persecuzione. Da qui le richieste di Gesù. Ai figli perché si liberassero dai "legami" che bloccavano la loro crescita. Altrettanto invito rivolto ai genitori, perché non fossero oppressivi o troppo protettivi. Gesù voleva favorire la libertà delle persone. La società lo accusò di anarchia, per il sovvertimento di quelli che erano ritenuti i valori tradizionali: Dio, patria e famiglia. Il rifiuto si faceva cruento e, a rimedio, Gesù ripeteva ai suoi di "portare la croce". Accorato appello per la sua novità: l'amore, a proposta di vita senza limiti. Pensando infatti al bene per gli altri, come nella "prima beatitudine", ognuno realizza se stesso. "Portare la croce" equivaleva, in modo originale, a nuova manifestazione di Dio, e non, come era ritenuto dalla Legge, alla sua "maledizione" . L'amore comporta ospitalità, anche con l'offerta di un bicchiere d'acqua, che in Palestina è vitale, a chi era ritenuto "minimo" nella scala sociale. La ricompensa per lui sarebbe stata sorprendente e "spropositata": avrebbe ospitato Gesù stesso e il Padre suo. Veniva liberato il cuore da Dio che non assorbe l'uomo ma lo potenzia e non lo lega, ma lo potenzia per andare, con lui e come lui, verso l'umanità.
Fra' Domenico Spatola
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