35 Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
36 Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 37 Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma. 38 Ma egli disse: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39 Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho». 40 Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41 Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». 42 Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43 egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
44 Poi disse: «Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». 45 Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture e disse: 46 «Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno 47 e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48 Di questo voi siete testimoni.
Che l'esperienza della Risurrezione di Gesù fosse possibile per tutti, lo attestarono i quattro evangelisti, dando preziosi indizi per incontrarlo. Quelli che, a Emmaus, lo avevano riconosciuto nello "spezzare il pane", erano tornati per raccontarlo a quelli di Gerusalemme. Gesù li raggiunse e stette nel mezzo, comunicando la Pace. Era il dono, meritato e ora consegnato ai suoi. I discepoli però gridarono al fantasma. Provò a rasserenarli. A dimostrazione della fisicità che un fantasma non poteva avere, li invitò a toccargli le mani e i piedi con segni della Crocifissione.
Ancora impauriti, diede loro ulteriore prova mangiando davanti a loro."Corpo spirituale", da novità, spiegherà Paolo ai Corinti. Provata con passione la sua fisicità, Gesù interpretò le Scritture. Parlò ai discepoli di ciò che del Messia avevano attestato le Scritture, ma essi avevano pervicacemente rifiutato: il disprezzo e la persecuzione che avrebbe subìto fino alla croce. Sconfessò ancora da Risorto, gli aspetti trionfalistici, appannaggio del Messia davidico, quale essi avevano atteso e infine riconciliati, Gesù li poté inviare a "predicare, nel suo nome, la conversione a tutti i popoli e il perdono dei peccati". Precisò di cominciare da Gerusalemme, che più di tutti ne aveva bisogno.
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: dipinto di Duccio di Buoninsegna
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