Il sermone sul monte (seguito): I discepoli, sale della terra e luce del mondo
13 «Voi siete il sale della terra; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli si renderà il sapore? A null'altro serve che ad essere gettato via e ad essere calpestato dagli uomini. 14 Voi siete la luce del mondo; una città posta sopra un monte non può essere nascosta. 15 Similmente, non si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candeliere, perché faccia luce a tutti coloro che sono in casa. 16 Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli».
13 «Voi siete il sale della terra; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli si renderà il sapore? A null'altro serve che ad essere gettato via e ad essere calpestato dagli uomini. 14 Voi siete la luce del mondo; una città posta sopra un monte non può essere nascosta. 15 Similmente, non si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candeliere, perché faccia luce a tutti coloro che sono in casa. 16 Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli».
Due gli elementi di risposta al proclama da Gesù offerto con le "Beatitudini" (cf Matteo 5, 1-12) che sostanziano la "Nuova Alleanza" da lui inaugurata sul monte. L'invito ad "essere sale della Terra" rivolto ai discepoli è per essere garanti del Testamento fondante l'alternativa del Cristo. Merito del sale era quello di ritardare la corruzione degli alimenti e, sparso su un documento testamentario, ne simboleggiava di conseguenza la continua validità. I discepoli di Gesù con la loro vita dovranno validare la sua proposta. Come il sale non dovranno perdere sapore, cioè non smarrire ("impazzire") il senso della missione, altrimenti finiranno disprezzati dalla gente, come si disprezza e si calpesta il sale che non serve più a dar sapore. Analogo insegnamento è quello sulla luce. Tema caro ai profeti e da essi rivolto a Israele o a Gerusalemme chiamata "luce delle Nazioni". Da Gesù tale è il ruolo dei discepoli, inviati a testimoniare, con le opere e l'annuncio, la Paternità divina manifesta esclusivamente in gesti vitali e solo favorevoli agli uomini. La comunità di Gesù accoglie l'invio alla missionarietà dal Risorto, e col mandato di rendere credibile la buona notizia, ossia il Vangelo.
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: dipinto di Beato Angelico (1438)
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