venerdì 18 febbraio 2022

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della settima domenica del tempo ordinario (anno C): Luca 6, 27-38

27
 Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, 28 benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. 29 A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. 30 Da' a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. 31 Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. 32 Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. 33 E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. 34 E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. 35 Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi.
36 Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. 37 Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; 38 date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio».

Gesù aveva indicato ai suoi la scelta della povertà, con le Beatitudini. Era l'identikit del Padre da imitare: "Siate misericordiosi come il Padre celeste". Idea chiave a declinare tutte le dinamiche dell'amore: "Amate i vostri nemici", fino al vertice di "pregare per loro". "Fate belli" (è il senso letterale) coloro che sono abbrutiti dall'odio. Anche nei  prestiti va testimoniata la generosità di chi non deve richiedere indietro neanche il mantello, estrema custodia della notte. La sfida sta nell'amare i peccatori o fare del bene a chi non ricambia. L'atteggiamento forgia il discepolo, perché la ricompensa più grande per il discepolo è diventare somigliante all'Altissimo che ama gli ingrati e i malvagi. Va chiarito che il termine "misericordiosi" non tradurrebbe il testo originale greco che parla piuttosto di "visceralità materna". Luca in in realtà attribuisce al Padre sentimenti di madre. Il tutto viene infine riassunto nel perdono incondizionato, dato senza giudicare né condannare. Come specchio del Padre, la grazia divina sarà riversata nel discepolo nella misura offerta da chi sapendo donare, sa anche accogliere.

Fra' Domenico Spatola

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