A quattrocent'anni,
torni a riparare i danni
di nuova peste,
che rattrista nostre feste.
C'è la mafia, c'è la guerra
che non dànno pace in Terra.
Benedici la tua gente,
che, a Palermo, è impaziente
di risveglio.
Facci gustare il meglio,
oltre paura.
Possente perciò sia tua cura
a donare alla città
stessa beltà,
che Cristo, in te sua sposa,
nomò "giglio e rosa".
Sia monito tua vita
che in noi sarà infinita
se di Gesù saremo amici,
e siamo già felici!
torni a riparare i danni
di nuova peste,
che rattrista nostre feste.
C'è la mafia, c'è la guerra
che non dànno pace in Terra.
Benedici la tua gente,
che, a Palermo, è impaziente
di risveglio.
Facci gustare il meglio,
oltre paura.
Possente perciò sia tua cura
a donare alla città
stessa beltà,
che Cristo, in te sua sposa,
nomò "giglio e rosa".
Sia monito tua vita
che in noi sarà infinita
se di Gesù saremo amici,
e siamo già felici!
Di Domenico Spatola
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