venerdì 17 ottobre 2025

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Domenica XIX del tempo ordinario (Anno C): "Luca 18, 1-8"


La vedova e il giudice
1 Propose loro una parabola per mostrare che dovevano pregare sempre e non stancarsi: 2 «In una certa città vi era un giudice, che non temeva Dio e non aveva rispetto per nessuno; 3 e in quella città vi era una vedova, la quale andava da lui e diceva: "Rendimi giustizia sul mio avversario". 4 Egli per qualche tempo non volle farlo; ma poi disse fra sé: "Benché io non tema Dio e non abbia rispetto per nessuno, 5 pure, poiché questa vedova continua a importunarmi, le renderò giustizia, perché, venendo a insistere, non finisca per rompermi la testa"». 6 Il Signore disse: «Ascoltate quel che dice il giudice ingiusto. 7 Dio non renderà dunque giustizia ai suoi eletti che giorno e notte gridano a lui? Tarderà nei loro confronti? 8 Io vi dico che renderà giustizia con prontezza. Ma quando il Figlio dell'uomo verrà, troverà la fede sulla terra?»

L'insegnamento di Gesù verteva sulla fede. Fiducia nel Padre chiedeva ai discepoli, perché egli potesse realizzare il suo Regno. Sapevano i discepoli che il Padre previene i bisogni dei figli (cf. Lc cap.12). Non dunque insistenti dovevano essere le loro richieste. Solo il Regno era la "società alternativa". Il dio sordo dei pagani, non era il Padre di Gesù, che   realizzava le richieste anche se, all'apparenza, sembravano inascoltate. I discepoli erano sfiduciati nella giustizia, per la cui realizzazione la preghiera poteva diventare il mezzo per attuarla. Gesù chiedeva perciò ai discepoli di collaborare con i poveri e i diseredati. Esempio fu la  vedova umiliata dal giudice iniquo. 
Promuovere i valori del Regno,  che qualificano la società alternativa, con la disponibilità all'umiltà e al servizio. Ciò comportava rottura con i falsi valori della società. Per la severità del problema, Gesù si interrogava, non senza amarezza, se al suo ritorno avrebbe trovato fede sulla Terra.

Fra' Domenico Spatola 

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