Volli emigrare, lontano, tra stelle, e guardare da quelle la terra vitale: la vidi sbocciare, qual rosa a dolore... e compresi l'amore. - Fra Domenico Spatola.
venerdì 5 dicembre 2025
Commento di fra Domenico Spatola al Vangelo della Immacolata Concezione della beata Vergine Maria: Luca 1, 26-38
26 Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, 27 a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28 Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». 29 A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. 30 L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31 Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32 Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33 e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
34 Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». 35 Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. 36 Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: 37 nulla è impossibile a Dio». 38 Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei.
"Ripiena di grazia" ("Kekaritoméne") la salutò a Nazareth l'angelo Gabriele, aggiungendo che Dio si era innamorato di lei: "Hai trovato grazia". Era autentica proposta sponsale a Maria, al di là di ogni deriva mitologica. Dio voleva un figlio da lei e la delegava a imporre nome "Gesù". Quel compito era esclusivamente paterno. Lo stupore la Vergine lo evidenziò con la domanda: "Come avverrà questo? Io non conosco uomo". Fu dissolto dalla sequenza dei verbi, usati da Gabriele: "Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza
dell'Altissimo ti coprirà". L'annuncio era dunque squisitamente nuziale. A Maria fu chiesto esplicitamente di essere la Sposa di Dio: "Concepirai un Figlio che sarà santo (divino) e chiamato figlio dell'Altissimo. Dal Padre erediterà il trono di Davide e il suo regno non avrà fine". Fu ridda di emozioni anche per noi. E per lei? Accolse il Verbo e lo custodì nel suo grembo per farlo nostro fratello. "Nulla è impossibile a Dio". Parole dell'Angelo ad acquietare ansia. La sterile Elisabetta partoriva e la Vergine diveniva Madre del Redentore. Maria, accolta la Parola nel suo grembo, poté licenziare l'Angelo, soddisfatto anche egli per la missione felicemente compiuta.
Fra' Domenico Spatola
Fra' Domenico Spatola: Il Battista come Elia
Tutti in pista,
dal Battista
per farsi
perdonare
e battezzare.
Del Giordano, alla foce,
si definiva "Voce
che, nel deserto
a cuore aperto,
grida: al Signore
aprite il cuore,
e sue vie preparate
e i sentieri raddrizzate!".
Il vestito austero
ricordava l'Elia il severo,
con ai fianchi i peli del cammello,
ma fiore suo, all'occhiello,
era la cintura,
di pelle dura,
mentre, di cavallette il pasto
sobrio e niun fasto.
Venuti tutti a confessare
i peccati che volean lavare,
furono anche i farisei,
coi sadducei.
Ma il Santo li accusò d'ipocrisia
per la condotta esibita pia.
Vantavano d'Abram la figliolanza,
ma senza la creanza
di compierne le gesta.
Perciò non fece festa,
il Profeta che parlò di
scure
che s'abbatterà su piante impure.
L'albero senza frutto,
verrà tagliato tutto,
e nel fuoco poi gettato
per essere bruciato.
"Il Battesimo mio d'acqua,
soltanto sciacqua.
Mentre non corte
son le credenzialità del forte
che vien dopo di me.
Chiederete a me: perché
non posso io scalzarlo?
Mio compito è annunziarlo
come Colui che l'aia pulirà,
e se il frumento conserverà
in granaio,
nel fuoco la paglia vivrà il suo guaio".
dal Battista
per farsi
perdonare
e battezzare.
Del Giordano, alla foce,
si definiva "Voce
che, nel deserto
a cuore aperto,
grida: al Signore
aprite il cuore,
e sue vie preparate
e i sentieri raddrizzate!".
Il vestito austero
ricordava l'Elia il severo,
con ai fianchi i peli del cammello,
ma fiore suo, all'occhiello,
era la cintura,
di pelle dura,
mentre, di cavallette il pasto
sobrio e niun fasto.
Venuti tutti a confessare
i peccati che volean lavare,
furono anche i farisei,
coi sadducei.
Ma il Santo li accusò d'ipocrisia
per la condotta esibita pia.
Vantavano d'Abram la figliolanza,
ma senza la creanza
di compierne le gesta.
Perciò non fece festa,
il Profeta che parlò di
scure
che s'abbatterà su piante impure.
L'albero senza frutto,
verrà tagliato tutto,
e nel fuoco poi gettato
per essere bruciato.
"Il Battesimo mio d'acqua,
soltanto sciacqua.
Mentre non corte
son le credenzialità del forte
che vien dopo di me.
Chiederete a me: perché
non posso io scalzarlo?
Mio compito è annunziarlo
come Colui che l'aia pulirà,
e se il frumento conserverà
in granaio,
nel fuoco la paglia vivrà il suo guaio".
Di Domenico Spatola
Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Seconda Domenica di Avvento (Anno A): Matteo 3,1-12
1 In quei giorni comparve Giovanni il Battista a predicare nel deserto della Giudea, 2 dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!».
3 Egli è colui che fu annunziato dal profeta Isaia quando disse:
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
4 Giovanni portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico. 5 Allora accorrevano a lui da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla zona adiacente il Giordano; 6 e, confessando i loro peccati, si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano.
7 Vedendo però molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha suggerito di sottrarvi all'ira imminente? 8 Fate dunque frutti degni di conversione, 9 e non crediate di poter dire fra voi: Abbiamo Abramo per padre. Vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre. 10 Già la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. 11 Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non son degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco. 12 Egli ha in mano il ventilabro, pulirà la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con un fuoco inestinguibile».
Giovanni battezzava, alla foce del Giordano. Invitava al Regno dei Cieli, ormai vicino. Di lui aveva vaticinato Isaia: "Voce che dal deserto grida di preparare la via del Signore e di raddrizzare i suoi sentieri". Il Battista si mostrava austero come il profeta Elia. Anch'egli vestito con peli di cammello e la cintura ai fianchi. Inconfondibile. Altrettanto sobrio, da nomadi del deserto, era il suo cibo: cavallette e miele selvatico. Attirava molta gente. Provenendo da Gerusalemme, dalla Giudea e dalla zona del Giordano, i pellegrini disertavano il tempio, suscitando gelosia nei sacerdoti e nei leviti. Per il rito dell'immersione battesimale chiedeva la confessione dei peccati e la conversione. Farisei e sadducei si accodavano ai pellegrini, certamente per altri scopi, se Giovanni ne sventava l'ipocrisia, apostrofandoli: "Razza di vipere!" e minacciando contro di loro l'ira di Dio. Per lui, non bastava dirsi di Abramo per ragioni etniche o religiose. La vera circoncisione era quella del cuore e Dio potrebbe suscitare, anche dalle pietre, figli ad Abramo. "La fede richiede opere buone", era il suo insegnamento, come l'annuncio dell'imminente Messia. Urgeva perciò la conversione, perché egli sarebbe stato giudice severo e con la scure in mano alla radice dell'albero avrebbe tagliato e gettato nel fuoco chi non avesse portato frutto. Definiva il suo battesimo "di acqua", fatto per purificare, mentre quello di chi dopo di lui, essendo più Forte, sarebbe stato in Spirito Santo e fuoco.
In tutta onestà, dichiarava che da quel ruolo, non avrebbe potuto scalzare il Cristo.
Fra' Domenico Spatola
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