Quando qualche anno fa a fronte degli uccisi dal Nazismo, si pensò a una sorta di riequilibrio nell'attenzionare anche le vittime fatte dal comunista Tito in Jugoslavia, sembrò una grama rivincita dei movimenti delle destre che avevano solo da vergognarsi per i misfatti di Auschwitz mai sufficientemente propagandati.
Dalla vista tuttavia dei corpi degli oppositori, legati e fatti precipitare in quelle profonde fessure naturali del terreno roccioso e condannati a morte tremenda, ci si accorge che la crudeltà non ha colore, come la follia di coloro che sanno seminare morte. Ritorna ad oltranza il timore che l'Umanità, se non saprà ripensare alla vita come l'unico bene da amare e da difendere, possa essere risucchiata nel vortice di una violenza di cui si potrebbe non vedere la fine.
Il mondo politico sembra distratto dai veri valori che attendono all'uomo e alla sua felicità. E il monito del commediografo latino Plauto, ripreso a fondamento del suo "Leviatano" da Hobbes: "Un uomo è lupo per l'altro uomo", diventa legge della giungla, dove solo chi è più forte ha diritto a vivere e comandare.
Ci auguriamo che anche questa commemorazione aiuti ogni uomo a trovare ragioni di impegno al rispetto degli altri. Il messaggio evangelico "amatevi come io vi ho amato" serva di aiuto a quanti cercano nel cuore umano, il solo in grado di poter fare l'uomo capace di accogliere Dio e il suo amore, la forza di credere e di sperare in un futuro di pace.
Fra' Domenico Spatola
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