Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, 16Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.
Battesimo di Gesù
21Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì 22e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Al battesimo di conversione, predicato da Giovanni, la risposta del popolo fu generosa. La gente aveva compreso che il perdono si attuava nel cambiamento di vita più che nei riti sacrificali.
Ammirati, tutti si chiedevano se non fosse Giovanni "il Cristo", onesto fu il profeta a non approfittare dell'empatia montante a suo favore per appropriarsi del ruolo che diceva non appartenergli perché un Altro era lo "Sposo da non scalzare". Con colorita espressione ("indegno di levargli il sandalo") rinviava alla legge del "levirato", che prevedeva che il cognato dovesse dare prole alla moglie del defunto fratello. Motivato perciò il rifiuto del Battista: "Viene dopo di me Uno più forte che vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco".
Profezia attuata solo a metà. Del "fuoco" infatti Gesù non si avvalse per incenerire i peccatori, di cui condivise la condizione tra i tanti in attesa di essere battezzati da Giovanni per dare morte alla vita precedente di peccato. Gesù l'accettava ma nel futuro. Il battesimo infatti non lavava lui, ma annunciava quello da lui "tanto desiderato" e che si sarebbe consumato sulla croce per "togliere il peccato del mondo".
"Uscito dall'acqua, mentre era in preghiera, il cielo si aprì", e da quel momento nessun diaframma lo avrebbe mai più nascosto agli uomini, dal momento che lo Spirito Santo, in forma di colomba scendeva definitivamente sulla sua (nostra) umanità, consacrandone, nella condizione di Figlio, la missione di Messia.
Era lo Spirito delle origini che portando a compimento la Creazione, si rifugiava in Cristo come colomba fedele al suo nido. Del Padre si udì la voce a commento che "il Figlio amato è la fonte del suo compiacimento" come preconizzato da Isaia nel "Carme del Servo sofferente".
Ammirati, tutti si chiedevano se non fosse Giovanni "il Cristo", onesto fu il profeta a non approfittare dell'empatia montante a suo favore per appropriarsi del ruolo che diceva non appartenergli perché un Altro era lo "Sposo da non scalzare". Con colorita espressione ("indegno di levargli il sandalo") rinviava alla legge del "levirato", che prevedeva che il cognato dovesse dare prole alla moglie del defunto fratello. Motivato perciò il rifiuto del Battista: "Viene dopo di me Uno più forte che vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco".
Profezia attuata solo a metà. Del "fuoco" infatti Gesù non si avvalse per incenerire i peccatori, di cui condivise la condizione tra i tanti in attesa di essere battezzati da Giovanni per dare morte alla vita precedente di peccato. Gesù l'accettava ma nel futuro. Il battesimo infatti non lavava lui, ma annunciava quello da lui "tanto desiderato" e che si sarebbe consumato sulla croce per "togliere il peccato del mondo".
"Uscito dall'acqua, mentre era in preghiera, il cielo si aprì", e da quel momento nessun diaframma lo avrebbe mai più nascosto agli uomini, dal momento che lo Spirito Santo, in forma di colomba scendeva definitivamente sulla sua (nostra) umanità, consacrandone, nella condizione di Figlio, la missione di Messia.
Era lo Spirito delle origini che portando a compimento la Creazione, si rifugiava in Cristo come colomba fedele al suo nido. Del Padre si udì la voce a commento che "il Figlio amato è la fonte del suo compiacimento" come preconizzato da Isaia nel "Carme del Servo sofferente".
Fra' Domenico Spatola.
Nella foto: Battesimo di Gesù (Leonardo da Vinci)
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