Oggi Beirut si sveglia con una nuova catastrofe e tanti morti. Gli interrogativi sono tanti e inquietanti: come si lascia dormire una città o un suo quartiere popoloso su una pericolosa polveriera? Il nitrato di ammonio, ritenuto a prima indiscrezione, causa della tremenda deflagrazione, giaceva senza le dovute precauzioni da anni, in zona portuale e quindi di transito e perciò nevralgica della città. La costernazione è dettata dalla superficialità per cui non si prendono serie precauzioni ad evitare possibili tragedie per l'Umanità. Le lacrime successive saranno "da coccodrillo", se al potenziale bellico, anche chimico e batteriologico/virale (il Covid 19 fa testo), non si anticipano valori e ideali di umanità preferendoli ai profitti economici spesso spietatamente disumanizzanti. Accorrere al capezzale di chi soffre è doveroso, oltre ogni ideologia politica o affaristica, ma anche per confessare il "mea culpa" a chi, ignaro e innocente, ha subìto l'ingiustizia dei contrabbandieri cinici e negati a ideale di vita. Doloroso e pietoso va perciò il sentimento di solidarietà alla nobile Nazione libanese, alle vittime e ai tanti cittadini ancor provati oltre la recente Storia di lotte e di ingiustizie subite. Costruire a tutti i costi la Pace, abolendo armi che non sono mai di difesa, perché nel mondo globalizzato non ci saranno più "vinti e vincitori", è urgente e si impone alla coscienza di tutti i governanti della Terra, altrimenti saremo tutti "perdenti"!
Fra' Domenico Spatola
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