venerdì 14 agosto 2020

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della XX Domenica del tempo ordinario (anno A): 15, 21-28


21 Partito di là, Gesù si diresse verso le parti di Tiro e Sidone. 22 Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quelle regioni, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide. Mia figlia è crudelmente tormentata da un demonio». 23 Ma egli non le rivolse neppure una parola.
Allora i discepoli gli si accostarono implorando: «Esaudiscila, vedi come ci grida dietro». 24 Ma egli rispose: «Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele». 25 Ma quella venne e si prostrò dinanzi a lui dicendo: «Signore, aiutami!». 26 Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini». 27 «È vero, Signore, disse la donna, ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». 28 Allora Gesù le replicò: «Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri». E da quell'istante sua figlia fu guarita.


Gesù,  per non essere ucciso anzitempo, fuggì all'estero. Tiro e Sidone, città cananee, lo ospitarono. Aveva contestato, alla Legge di Mosè, la distinzione tra ciò che rende "puro" e "impuro". Ideologia che costituiva il caposaldo della dottrina farisaica. Anche ai pagani però Gesù aveva qualcosa da contestare: la condizione di schiavitù, nella quale la classe dirigente teneva il popolo. L'insoddisfazione era rappresentata dalla infermità della figlia denunciata a Gesù dalla donna Cananea. Questa accorsa da lui a chiederne la guarigione non si rendeva conto di essere la causa di quella sofferenza. Gesù, a primo impatto, si mostrò duro, fingendo d'ignorarla. 
I discepoli, sentendosi importunati perché la donna correva dietro al gruppo gridando, volevano tacitarla, perciò implorarono dal Maestro un intervento risolutivo. La risposta di Gesù voleva però essere strategica per iniziare la Cananea a riflettere. Essa infatti trattava la figlia (il popolo), alla stregua di Israele con i pagani, che considerava "impuri" come  "cani". Tenera l'immagine del "cagnolino" che si sa nutrire anche delle briciole cadute dalla mensa dei figli. Attenuò l'indifferenza, la conversione della donna, ormai credente per l'abbondanza della mensa in grado di nutrire ebrei e pagani, perché Dio ne è padre, e tutti i figli sono invitati a sedere alla stessa mensa. La Cananea, guarita,  operò la guarigione della figlia, avendo sperimentato con la fede l'amore liberante.

Fra' Domenico Spatola 

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