venerdì 5 febbraio 2021

Commento di fra Domenico Spatola al Vangelo della Quinta Domenica del Tempo ordinario (anno B): Marco 1, 29-39

29
 E, usciti dalla sinagoga, si recarono subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni. 30 La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. 31 Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli.
32 Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. 33 Tutta la città era riunita davanti alla porta. 34 Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
35 Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava. 36 Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce 37 e, trovatolo, gli dissero: «Tutti ti cercano!». 38 Egli disse loro: «Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». 39 E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

Breve distanza, a Cafarnao, separava la sinagoga dalla casa di Simone e di Andrea. Gesù la ripercorre con i discepoli che l'avevano seguito: Giacomo e Giovanni. In casa di Simone la suocera è a letto con la febbre. La legge del riposo sabatico impediva qualunque intervento in suo favore. I castighi minacciati erano terribili. Ma Gesù non li teme. Trasgredisce la Legge, perché prioritario è per lui  il bene dell'uomo. Le prese la mano e la rialzò. L'effetto fu coerente con le attese di Gesù: si mise a servire. A Cafarnao accorsero tutti portando malati e gli esaltati da curare, ma si guardarono bene dal trasgredire il giorno del riposo. Ne attesero la fine col tramonto. Poterono così ottemperare al "nuovo", senza rinnegare  "il vecchio". Gesù non era d'accordo. Il suo Vangelo richiedeva "otri nuovi per vino nuovo". Il bene dell'uomo sopra l'osservanza di ogni legge. Il  "buio" in cui si trovò ad agire, simboleggiava per l'evangelista, l'incomprensione, da cui Gesù si sentì costretto a fuggire nel deserto, a pregare per i discepoli in delirio, perché venissero liberati da insidioso equivoco. Simone si rivelò da subito leader antagonista, e, sulle sue tracce,  fece come il faraone con Mosè, per ricondurlo in cattività. Gustava il suo momento di gloria: "Tutti ti cercano, per farti re!" 
Gesù vide ancora il Tentatore del messianismo trionfalistico, e, rivendicata la sua libertà, andò a predicare il Vangelo in tutta la Galilea e non solo.

Fra' Domenico Spatola

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