"Allora" Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto. Era conseguenza del battesimo ricevuto da Giovanni, durante il quale aveva ricevuto l'investitura messianica da "servo sofferente". L'intera sua vita avrà come suo "logo" il deserto. Vi compirà l'Esodo dal mondo fino alla Croce. Le "tentazioni" sono gli ostacoli che gli opporranno i servi della religione che infine lo condanneranno a morte, per non essersi piegato alle loro provocazioni. In ciascuna delle "tre tentazioni" è l'ideologia del potere e della avidità, avversaria a quella umile e disponibile del "Figlio dell'uomo" fin dall'investitura battesimale. Alla "fame di pane", contrapposta è quella della Parola, il nutrimento per lo spirito, efficace perché "uscita dalla bocca di Dio". Alla spettacolarità di gettarsi dal tetto del tempio per interrompere incolume le leggi della natura, da creare illusione e fare meravigliare, Gesù contesta alla religione la prooria estraneità. Le dinamiche della fede, richiesta al credente, impegnano coerenza alla condizione umana. "Non tentare il Signore!", fu la sua tranciante risposta. Ma la terza fu tentazione anticipatrice di quelle future. Il Satana glu offriva dal monte altissimo tutti i regni del mondo, a condizione che rinunciasse alla libertà e si lasciasse coinvolgere dall'avidità e dalla bramosia del potere. Gesù cacciò l'avversario, perché "solo Dio va adorato e servito".
Fra' Domenico Spatola
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