venerdì 1 dicembre 2023

Commento di fra Domenico Spatola al Vangelo della Prima domenica di Avvento (anno B): Marco 13, 33-37

 

33 State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il momento preciso. 34 È come uno che è partito per un viaggio dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vigilare. 35 Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino, 36 perché non giunga all'improvviso, trovandovi addormentati. 37 Quello che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!».

"Svegli" al suo ritorno. Imprecisato. Ogni istante, ma se assonnati o drogati da idoli del potere e della avidità, potremmo non accorgerci. Il suo "momento" è "kàiros". Occasione misurata in qualità e al futuro. "Krónos", al contrario, è il tempo selezionato dalla memoria come quantità, volta al passato. "Vigilanti" dunque è raccomandazione ai suoi, insistita dal Signore. Per non perdere il "momento" della sua venuta. Quando? Ogni istante. Di notte o di giorno. Partendo, aveva responsabilizzato i suoi, affidando loro con la "casa", anche autorevolezza ("exousìa") per il buon andamento e il felice esito. Ogni membro aveva il suo incarico ("ministero"). Nessuno senza ruolo, e tutti graziati di carismi. Il portinaio (Pietro?), cui viene richiesta la globale vigilanza, e non meno a ogni membro della famiglia in complementarietà del comune servizio. La sua "casa" non è la "vigna" di Israele, dove i dipendenti potevano dissociarsi. La sua è "oikia", il focolare. La casa di Betania è "casa del povero". Al suo ritorno troverà una comunità sveglia, ospitale e operosa nel servizio? Era il suo cruccio. "Vegliare" dunque per aprire al Signore che viene e bussa, nutrendo l'attesa di speranza sponsale: "Maranathà!". È l'invocazione nella notte, a chiusura del "poema di Dio", della Sposa a Cristo Sposo. La risposta dell'Amante è immediata: "Vengo presto!". La paura? Nel "timeo Dominum transeuntem" di sant'Agostino, cioè del "Dio che passa", e io, assonnato, non mi accorgo di lui!

Fra' Domenico Spatola


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