L'Immacolata. La Tutta santa, "panaghia" della Chiesa d'oriente. Lo esigeva il decoro (Duns Scoto). Non poteva dunque essere diversamente. Avrebbe nel suo grembo verginale accolto il Verbo. Era percio "ab aeterno" a Dio sacra. Dal primordiale Progetto. Unico e funzionale alla salvezza dell'uomo, già pensato "capolavoro di Dio" , che lo vide nella creazione "cosa molto buona". Nazareth fu l'ombelico del mondo. Da lì si dipanò la più grande Storia. Quella della ragazza vergine, destinata al ruolo di "Regina mundi". Necessitò la mediazione non di un qualunque messaggero, ma dell'Angelo Gabriele, il più forte, come dice il nome. E lei, ignara, veniva custodita "immacolata, tra le vergini compagne". Aveva fatto innamorare Dio, da volerla madre del suo Figlio. Accettò, innamorata anch'essa. Offrì docilità del cuore come il grembo in candore. "Macula originalis non est in te". Canta l'odierna antifona. E gli umani, a coro, lodano il giorno del suo concepimento, perché "portò gioia all'universo mondo". La notte era passata, e l'aurora preludiava, annunciando il grande Giorno.
(Nella foto: Immacolata del Tiepolo)
Di Domenico Spatola
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