Ricusarono il tuo pane,
altre cose dichiararon sane.
Criticavan tue radici
e, di tuoi avi, si riteneano amici.
Agli occhi aveano il velo,
né vedean te, sceso dal cielo.
L'invitasti a non mormorare,
ma a credere e accettare
che il Padre t'avea mandato.
Così avrebbe meritato
ognun la vita eterna,
quella paterna.
"Il Pane sono io",
dicesti a chi in oblio
ti volea relegato,
avendoti confrontato
con i loro antichi padri,
come con vecchi quadri.
Ma tu di lor narrasti fine:
morti tutti nel confine
del deserto,
mentre di Pane, da te offerto,
ch'è la tua Carne,
il mondo non può farne
a meno, nel cammino,
guidato dallo Spirito divino.
altre cose dichiararon sane.
Criticavan tue radici
e, di tuoi avi, si riteneano amici.
Agli occhi aveano il velo,
né vedean te, sceso dal cielo.
L'invitasti a non mormorare,
ma a credere e accettare
che il Padre t'avea mandato.
Così avrebbe meritato
ognun la vita eterna,
quella paterna.
"Il Pane sono io",
dicesti a chi in oblio
ti volea relegato,
avendoti confrontato
con i loro antichi padri,
come con vecchi quadri.
Ma tu di lor narrasti fine:
morti tutti nel confine
del deserto,
mentre di Pane, da te offerto,
ch'è la tua Carne,
il mondo non può farne
a meno, nel cammino,
guidato dallo Spirito divino.
Fra' Domenico Spatola
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