A compimento di sua elevazione,
Gesù prese ferma decisione:
verso Gerusalemme mettersi in cammino
a consumare lì il proprio suo destino,
e come fa qualunque re
messi inviò davanti a sé.
Essi però a oltraggio
entrarono nel villaggio
di Samaria
a preparargli la via.
Gli abitanti offesi non li accolsero
e Giacomo e Giovanni a Gesù si volsero
a chiedere dal cielo che li consumi
il fuoco che in testa aveano con tanti fumi.
Il rimprovero del Maestro fu folgorante
e per altro villaggio s'incamminarono all'istante.
Mentre della contrada percorrevano la strada,
un tal gli disse: "Ovunque tu vada
io ti seguirò".
Non si turbò
Gesù, che gli rispose
con tal parole e altre chiose:
"Le volpi hanno tane
e gli uccelli dimor non vane,
ma al Figlio dell'uomo non resta
neppure ove posar la testa".
A un altro impose la sequela,
ma quegli altra vela:
"andar -diceva- prima a seppellire
chi generato l'avea senz'altre mire".
"Lascia -gli rispose- che i morti
vivano loro sorti,
tu invece fa' come ti dico io:
va' e annuncia il Regno di Dio!".
Un altro disse: "Ti seguirò, Signore,
ma lasciami congedare con onore".
Gesù a lui rispose:
"Per Dio urgon altre cose:
chiunque all'aratro sua mano metta
e poi al passato continua a dare retta
si comporta come un matto
perché al divin Regno non adatto!"
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Dipinto di Antonello da Messina
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