venerdì 7 giugno 2019

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Pentecoste (anno C): Giovanni 14, 15-16.23-26

Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, 23Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. 


L'osservanza del comandamento di Gesù ("Amatevi come io vi ho amato") è condizione ineludibile per ricevere l'amore del Padre e l'altro Paraclito: lo Spirito Santo. Aiutante e soccorritore, questi rimarrà in chi osserva la Parola, che Gesù tiene a sottolineare "essere del Padre".
   In crescendo di gratuità d'ore, Cristo dichiara ai discepoli: "Colui che osserva la mia Parola, il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui". Tal convivio sarà l'opera dello Spirito, "il maestro" inviato a insegnare le cose dette da Gesù e rimpiazzare la Legge di Mosè, a Pentecoste giorno di suo festeggiamento. La "Nuova  Alleanza" è così  definitiva, e se ne fa garante lo Spirito "testimone delle nozze" di Cristo con la Chiesa. Dello Spirito il "dono" di asserita unità ecclesiale, è profezia articolata nei tanti carismi qualificantii e nei molteplici ministeri, che concorrono a formare l'unico "Corpo" di cui Cristo è il capo.
Allo Spirito spetta perpetuare e rinnovare, in ogni Eucaristia, la comunione e la missione del credente, testimone del mistero pasquale, in atto nella storia degli uomini.

Fra' Domenico Spatola

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