Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l'eletto». 36Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell'aceto 37e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». 38Sopra di lui c'era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei». 39Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». 40L'altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? 41Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». 42E disse: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno». 43Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
Davanti al Crocifisso, l'evangelista Luca individua ed esemplifica un campionario dalle diverse reazioni. Il popolo "sta a vedere". Ostenta l'indifferenza cui l'hanno ridotto i capi, i quali, attivisti, conducono il gioco della "derisione". Ricompaiono le tentazioni degli inizi del Vangelo, con la denuncia dell'impegno a "salvare gli altri", e l'incapacità di "salvare se stesso". Chi muore non può essere il messia. Spietati, e loro malgrado, dicono il vero: Gesù è venuto "per salvare gli altri, non se stesso". I soldati, da servi sottomessi, provano a compiacere i loro capi e per odio gli porgono l'aceto. Era il vino il simbolo dell'amore. Con la tecnica dell'avvicinamento, l'evangelista quindi converge sui due malfattori, crocifissi ai lati.
L'uno, echeggiando i capi, ne riproponeva la tentazione: "Salva te stesso e pure noi!" L' altro, denunciava l'ingiustizia di cui era vittima Gesù, e rimproverava il compagno: "Noi giustamente meritiamo di patire, ma lui non ha fatto nulla di male!" e, dava fiducia a Gesù come a un "Re" (non "da burla", come ammiccava la scritta sulla croce) di un misterioso Regno cui avrebbe voluto partecipare. Non da subito, ma "quando verrai nel tuo regno". La risposta di Gesù fu immediata perché l'ingresso non ammetteva più dilazioni: "Oggi, sarai con me in Paradiso!" Chiuso per Adamo e precluso ai peccatori, quel luogo, con la morte, Gesù lo apriva a questi e il primo a rimettervi piede, era uno di loro.
L'uno, echeggiando i capi, ne riproponeva la tentazione: "Salva te stesso e pure noi!" L' altro, denunciava l'ingiustizia di cui era vittima Gesù, e rimproverava il compagno: "Noi giustamente meritiamo di patire, ma lui non ha fatto nulla di male!" e, dava fiducia a Gesù come a un "Re" (non "da burla", come ammiccava la scritta sulla croce) di un misterioso Regno cui avrebbe voluto partecipare. Non da subito, ma "quando verrai nel tuo regno". La risposta di Gesù fu immediata perché l'ingresso non ammetteva più dilazioni: "Oggi, sarai con me in Paradiso!" Chiuso per Adamo e precluso ai peccatori, quel luogo, con la morte, Gesù lo apriva a questi e il primo a rimettervi piede, era uno di loro.
Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Il buon ladrone (dipinto del Rubens)
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