venerdì 20 marzo 2020

Fra' Domenico Spatola: Disse Gesù "Io del Mondo son la Luce!"

Era cieco nato,
chi fu incontrato
dal Signore.
"Fu peccatore,
lui o i genitori?"
Chiesero i tentatori
suoi seguaci,
non capaci
di capir che per la divina gloria
quel cieco farà la storia.
Aggiunse: "Del mondo son la Luce,
che nel giorno vi conduce,
mentre verran lotte
quando sarà notte!"
Con saliva fece mota
e unse occhi e gota
del ragazzo non vedente.
"Va' - disse - ove corrente
a Siloe è l'acqua
e lì ti sciacqua!"
Andò e ci vedeva,
familiare però non era
sua fisionomia,
sì che tanti per la via
domandavano chi fosse,
ma per tutti stesse glosse:
"Son io che non vedea!".
E narrava come Gesù gli avea
spalmato gli occhi:
"Non facessero gli allocchi
e credessero anche loro!"
Dai Farisei fu interrogato,
perché peccato
era l'opera del Cristo,
essendo vieto e tristo
il giorno del reato.
Il sabato non va lavorato,
perché giorno di riposo:
"Non può dunque quel Coso
venir da Dio,
se in oblio
getta la sua legge!"
Ma qui il vedente li corregge:
"Non importa se è peccatore,
chi dei miei occhi è il salvatore!".
Non credono a lui
e di costui
interrogano i parenti,
rimasti reticenti:
"Sappiamo che era cieco,
perciò con noi non bieco
sia vostro sentire.
Parlate a lui, che può capire!"
Scomunicato in sinagoga,
il vedente non affoga
in chiacchiere e aforismi,
fa solo sillogismi:
"Non può esser peccatore
chi fa il bene del Signore!"
Fu ritrovato da Gesù,
e richiesto di un di più,
con sua domanda a promo:
"Credi tu, nel Figlio dell'uomo?"
"E chi è?" rispose quello.
"Il modello
è qui davanti:
sono Io, che passi avanti
ho già fatto incontro a te.
Or mi vedi... hai altri perché?"
Si prostrò  in adorazione
e fece a lui sua professione:
"Credo in te, o mio Signore!"
Al Fariseo ch'era uditore,
monito fu che "cecità
è in chi nega Verità!"

Fra' Domenico Spatola
Nella foto: Guarigione del cieco nato. Duccio di Buoninsegna

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