Ricordo, o madre, ciò che mi dicevi
di mia infanzia e come traducevi
a fatica vagiti miei inquieti
in tempi in cui divieti
eran a tante cose,
sequenze della guerra ancor morose.
Non avevi latte per fame da me gridata
e non sapevi come renderla sedata.
Correvi dalla vicina prospera di latte
e lei con suo abbondante seno facea patte
mie primarie esigenze.
Sono ricordi pescati con le lenze
nel grande mare del mio mondo antico
reso ora amico
da nostalgico ricordo
per trovare con te materno accordo.
Fra' Domenico Spatola
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