14 Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: 15 «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo».
16 Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 17 Gesù disse loro: «Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini». 18 E subito, lasciate le reti, lo seguirono. 19 Andando un poco oltre, vide sulla barca anche Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti. 20 Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedèo sulla barca con i garzoni, lo seguirono.
Erode Antipa, volendo tacitare il Battista, lo rinchiuse nel Macheronte, la fortezza-prigione edificata da suo padre, sulla riva del mar Morto. Da quel momento Gesù iniziò a evangelizzare, lontano dalla ortodossa Giudea. Si recò nella multietnica Galilea, passando per città e villaggi, e annunciando la "buona novella" nelle piazze e nei mercati affollati. Il "Regno di Dio" era il suo messaggio, alternativo a quello "di Israele". Predicava l'amore, anche per il nemico, e nella modalità del servizio e della condivisione. I suoi erano gli ideali contrapposti a quelli del potere e della cupidigia, fondanti le scalate al dominio.
La conversione ("metanoia") da Gesù richiesta, era opportunità ("kairòs") per il "Regno di Dio". Ormai vicino e per tutti.
Ma l'annuncio necessitava collaboratori. Gesù li trovò tra i semplici. Unico requisito l'insoddisfazione per la situazione politica e sociale per cui era tanta la voglia di cambiamento. Stavano sulla riva del lago di Tiberiade, per l'evangelista "mare" (come il "Mare Rosso") estremo confine di Israele con i pagani. Simone e Andrea, da pescatori, davano morte ai pesci, il gesto del lancio dalla riva, li dipinge bellicosi e insofferenti. Il popolo viveva oppresso dai Romani, e perciò numerosi erano i movimenti irredentisti per il cambiamento. Gesù offrì la possibilità, alla sua maniera, invitandoli a seguirlo da "pescatori (salvatori) di uomini". La comune fratellanza venne sottolineata anche della successiva coppia, a modello della relazione tra i discepoli. Stesso invito perciò non fu rivolto a Zebedeo, che, da padre simboleggiava il potere, e neppure agli impiegati, che del potere erano servi.
Giacomo e Giovanni mostravano più attaccamento alla tradizione già col patronimico "figli di Zebedeo". Ma il gesto di "rassettare le reti", allusivo a preparare il cambiamento, li facilitò ad abbandonare il padre e i beni, per seguire Gesù.
Fra' Domenico Spatola
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