Accadde al Battista e a due suoi discepoli, di uno dei quali sappiamo il nome: Andrea. Giovanni fissò Gesù mentre passava. Gli ritornò in mente ciò che aveva visto il giorno prima, "lo Spirito sceso su di lui in forma di colomba". Ora gli toccava testimoniare da "precursore". Additò al Mondo il Messia con parole colte dalla Storia di Israele. Evocò l'agnello che gli Ebrei, in procinto di uscire dall'Egitto, mangiarono prima del viaggio verso la libertà e il suo sangue sugli stipiti a dissuadere lo "Sterminatore" dal dare morte al popolo salvato. Per il Battista era Gesù quel Agnello, che con sua carne avrebbe sfamato e col Sangue liberato dalla morte l'Umanità.
Alla indicazione, due discepoli lasciarono il profeta per il Maestro.
"Che cercate?", fu, non senza conseguenze, la domanda di Gesù che, seguito, s'era voltato. Risposero: "Rabbì, dove abiti?" Sapevano dal primo maestro chi fosse, ma non conoscevano ancora le condizioni per appartenergli. Chiedevano a lui esperienza, e la concesse: "Venite e vedete". Ricorderanno per noi l'ora dell'incontro: le quattro del pomeriggio. Avevano infatti compreso che Gesù era giunto in tempo, per rilevarli dal giorno che chiudeva l'Antica Alleanza e introdurli nella Nuova che iniziava. Volle Andrea comunicare l'evento da subito al fratello Simone, che cercò e trovò. Gli parlò del Messia e lo condusse a lui, ma senza una sua risposta. Gesù lo fissò e, come a commento lo dichiarò: "figlio di Giovanni!" Muto, perché senza convinzione, stette Simone. Solo in finale di Vangelo, Gesù gli potrà dire: "Seguimi!" Fino a quel momento gli resisterà da rinnegarlo tre volte. Gesù ne diede motivazione: "Ti chiamerai Cefa, perché come una 'pietra' mi ostacolerai, fino a quel momento!".
Fra' Domenico Spatola
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