sabato 13 agosto 2022

Commento di fra'Domenico Spatola al vangelo della XX domenica del tempo ordinario (anno C): Luca 12, 49-53

 
49 Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! 50 C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto!
51 Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. 52 D'ora innanzi in una casa di cinque persone 53 si divideranno tre contro due e due contro tre;
padre contro figlio e figlio contro padre,
madre contro figlia e figlia contro madre,
suocera contro nuora e nuora contro suocera».

Il fuoco fu segno distruttore per Giovanni Battista a minacciare i peccatori. Anche I discepoli Giacomo e Giovanni "boanerghes" ("figli del tuono") lo invocarono dal cielo per i nemici Samaritani. Gesù, al contrario, simboleggiò nel fuoco lo Spirito Santo, dono di Pentecoste. "Venuto, per sua ammissione, a gettarlo sulla terra" desiderava fortemente che si compisse con il suo Battesimo in croce. Quando su di lui, riversatosi l'odio del mondo, avrebbe effuso lo Spirito ai suoi. Mi sovviene analoga la vicenda del mitico Prometeo, venuto anche egli a portare agli uomini il fuoco della conoscenza, e finito crocifisso sulla roccia per l'eternità. Gesù visse l'ansia della attesa, consapevole, per esplicita dichiarazione, d'essere venuto a portare guerra e rivoluzionare le passate certezze anche nelle famiglie. Il suo messaggio avrebbe messo in crisi ciò che nel vecchio era obsoleto a confronto con la novità del suo messaggio. Svecchiarsi dunque alla novità del Vangelo, significava rinunciare a ciò che, superato, non serviva alla felicità.

Fra' Domenico Spatola

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