domenica 14 agosto 2022

Commento di fra' Domenico Spatola al vangelo della Assunzione di Maria in cielo: Luca 1, 39-56

39
 In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. 40 Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41 Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo 42 ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43 A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? 44 Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. 45 E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore».
46 Allora Maria disse:
«L'anima mia magnifica il Signore
47 e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
48 perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
49 Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
e Santo è il suo nome:
50 di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
51 Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
52 ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
53 ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi.
54 Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
55 come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza,
per sempre».
56 Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

La fretta per raggiungere la regione montuosa, portò Maria dalla Galilea alla lontana Giudea. La via scelta fu la più diretta attraversando la Samaria pericolosa. Non temeva ostacoli, e il suo saluto fu diretto a Elisabetta, come lei credente e madre, mentre  escluso fu Zaccaria non credente e sordo. Elisabetta fu megafono dello Spirito nel proclamare "benedetta fra le donne" Maria che, con sua fede, aveva riscattato ogni maternità. Il bimbo, portato in grembo da Elisabetta, riconobbe la voce di Maria e, come in passato aveva fatto Davide dinanzi all'Arca santa, anche egli danzò ("skirtàn") al saluto della Vergine. "Beata perché ha creduto!" Le disse  Elisabetta e Maria sciolse il canto del suo "Magnificat" al Signore che avendo guardato l'umile serva, in lei aveva compiuto grandi cose. Il vertice del canto è nella deposizione dei superbi dai troni con predilezione dei poveri e affamati. Divenne per antonomasia  il canto degli umiliati, da Maria intonato a vittoria.

Fra' Domenico Spatola 

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