venerdì 9 giugno 2023

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Solennità del "Corpus Domini" (anno A): Giovanni 6, 51-58

51
 Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
52 Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». 53 Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. 54 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. 55 Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. 57 Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. 58 Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

A Cafarnao, sul lato orientale del mare di Tiberiade, in sinagoga Gesù chiarì alla folla, accorsa per farlo re, il "significato" della condivisione dei pani. Aveva sfamato,  il giorno prima sull'altra riva, cinquemila uomini con solo cinque pani e due pesci. Spiegava che quel gesto era un indizio perché cercassero il cibo che non perisce: "il pane,  vivente", quale si definiva da se stesso: "Io sono il pane vivo". Garantita è la vita eterna,  cioè indistruttibile. Il confronto con la manna di Mosè fu a sfavore del cibo del deserto,  dove tutti morirono. Mentre  "Il pane che dà vita eterna -  diceva - è la mia carne", e "vera bevanda il mio sangue". Da "Verbo incarnato", assumendo la nostra carne, offriva la sua divinità. Tale simbiosi si invera in ogni Eucaristia. L'umanità assunta da Gesù è infatti il suo "sacramento" per noi chiamati ad evolverci verso la "Theosis",  la divinizzazione. Lo preannuncia Giovanni Evangelista nel Prologo: "a coloro che l'hanno accolto,  ha dato il potere di diventare figli di Dio". L'Eucaristia, definita dal Concilio Vaticano II "apice e fonte della vita cristiana", ci innesta quali "tralci nella vite" per portare osmoticamente molto frutto. Se il Corpo di Gesù ricevuto crea comunione, il suo Sangue valida ed eterna la nuova Alleanza. Eucaristia e Croce, come poli, si corrispondono complementarietà e speculare reciprocità di lettura .  L'Eucaristia infatti è spiegazione della Croce e dell'amore più grande,  e viceversa. Dunque il Corpo e il Sangue  di Gesù radicano stessa comunione con il Figlio, come lo è con il Padre.

Fra' Domenico Spatola

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