venerdì 23 giugno 2023

Commento di fra Domenico Spatola al Vangelo della XII domenica del tempo ordinario (anno A): Matteo 10, 26-33


26 Non li temete dunque, poiché non v'è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato. 27 Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti. 28 E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna. 29 Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia.30 Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; 31 non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri!
32 Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; 33 chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.

L'annuncio delle Beatitudini richiedeva coraggio. La persecuzione, annunciata a conclusione,  terrorizzava i discepoli. Ma essi non dovevano rintanarsi per paura, bensì predicarle nelle piazze e dai tetti, che diventavano frequentemente i pulpiti occasionali dei predicatori itineranti. Nulla sarebbe stato luminoso come il  suo messaggio. Toccava tuttavia ai discepoli, da Gesù dichiarati "sale della terra e luce del mondo", dissipare il buio. Da intrepidi, senza temere i criminali che avrebbero potuto uccidere il loro corpo, ma non rendere fallimentare la loro "psiche" (forza vitale) gettandola nella Geenna, noto immondezzaio di Gerusalemme.  La morte infatti non avrebbe potuto scalfire la vita di chi crede in lui. Li esortava perciò a fidarsi del Padre, che se aveva cura dei passeri, temuti dai contadini, perché ritenuti nocivi alle culture, quanto più  non si sarebbe preso cura di loro? Anche i capelli della loro testa, infatti da lui erano tutti contati. Ma se Gesù chiedeva fiducia ai discepoli,  non concedeva tuttavia credito ai voltagabbana che lo avessero rinnegato e da se stessi si sarebbero estromessi dalla cerchia dei suoi amici.

Fra' Domenico Spatola 

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