L'annuncio delle Beatitudini richiedeva coraggio. La persecuzione, annunciata a conclusione, terrorizzava i discepoli. Ma essi non dovevano rintanarsi per paura, bensì predicarle nelle piazze e dai tetti, che diventavano frequentemente i pulpiti occasionali dei predicatori itineranti. Nulla sarebbe stato luminoso come il suo messaggio. Toccava tuttavia ai discepoli, da Gesù dichiarati "sale della terra e luce del mondo", dissipare il buio. Da intrepidi, senza temere i criminali che avrebbero potuto uccidere il loro corpo, ma non rendere fallimentare la loro "psiche" (forza vitale) gettandola nella Geenna, noto immondezzaio di Gerusalemme. La morte infatti non avrebbe potuto scalfire la vita di chi crede in lui. Li esortava perciò a fidarsi del Padre, che se aveva cura dei passeri, temuti dai contadini, perché ritenuti nocivi alle culture, quanto più non si sarebbe preso cura di loro? Anche i capelli della loro testa, infatti da lui erano tutti contati. Ma se Gesù chiedeva fiducia ai discepoli, non concedeva tuttavia credito ai voltagabbana che lo avessero rinnegato e da se stessi si sarebbero estromessi dalla cerchia dei suoi amici.
Fra' Domenico Spatola
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