Israele appariva a Gesù come "un gregge di pecore senza pastore". Ne provava compassione. Toccava ai discepoli, "governarlo". Gesù affidò loro l'ardua missione, per "la molta messe e i pochi operai". Ne scelse "Dodici". Più che aritmetico, il numero era simbolico del vecchio Israele con le tribù. Toccava ai discepoli di Gesù incarnare il "nuovo". Vennero assegnati loro gli stessi suoi poteri, per cacciare i demoni e guarire i malati. Puntuali anche le indicazioni: non andare né dai pagani, né dai Samaritani. Era infatti prematuro. Destinatari erano Ebrei, " perduti della Casa di Israele". Nel nuovo Regno si dava spazio agli emarginati dalla istituzione religiosa: pubblicani e peccatori. I discepoli abilitati ma esclusivamente ad evangelizzare. Si faceva distinzione con l'insegnare, che presupponeva la conoscenza profonda delle Scritture. Compito da Gesù riservato a se stesso nelle liturgie sinagogali. Da parte loro l'annuncio della "buona notizia del Regno, ormai vicino", accompagnato dalle stesse gesta di Gesù in favore di infermi e dei morti, purificando lebbrosi e ammansendo fanatici. Attenti a donare tutto gratuitamente, come essi lo avevano ricevuto.
Fra' Domenico Spatola
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