33 Ascoltate un'altra parabola: C'era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l'affidò a dei vignaioli e se ne andò. 34 Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto. 35 Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l'altro lo uccisero, l'altro lo lapidarono. 36 Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo. 37 Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio! 38 Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l'erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l'eredità. 39 E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero. 40 Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli?». 41 Gli rispondono: «Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo». 42 E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
La pietra che i costruttori hanno scartata
è diventata testata d'angolo;
dal Signore è stato fatto questo
ed è mirabile agli occhi nostri?
43 Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare.
La vigna è Israele. Il padrone è Dio. Gesù con la parabola ne narra la storia. Dalle origini. Il linguaggio è allegorico. Ad ogni personaggio del racconto corrisponde quello reale. L'amore del padrone per la vigna è presto rivelato. Impressiona tuttavia che altrettanto sentimento non provino i capi dei sacerdoti e gli anziani, cui è affidato il popolo/vigna. Li chiede come collaboratori ma essi se ne appropriano per proprio interesse. E quando viene il tempo di rendere i frutti, uccidono i messaggeri venuti a rilevarli. Tutti i profeti hanno avuto triste sorte. Chi malmenato, chi ucciso. Inguaribile ottimista, Dio continua a dare credito ad oltranza, fino a mandare lo stesso suo Figlio l'unico erede. Precisazione non secondaria del narratore, perché ecciterà le voglie omicide dei coloni che, uccidendolo, potranno impossessarsi della eredità, e la legge lo consentiva. "Lo cacciarono fuori della vigna e lo uccisero". Da Gesù risuonò il fallimento di Israele, rinunciatario alla condizione di "popolo eletto". La sentenza di condanna se la emetterano inopinatamente gli stessi coloni, per la trappola tesa da Gesù: "quei malvagi, li farà morire miseramente, e darà in affitto la vigna ad altri contadini". Alla pena autocomminatasi Gesù sentenziò senza appello: "vi sarà tolto il Regno di Dio e sarà dato ad un altro popolo". Per la pietra da loro scartata, e da Dio scelta a pietra d'angolo".
Fra' Domenico Spatola
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