Le "Beatitudini" sono lo Statuto del Regno dei Cieli. Dettate da Gesù sul monte, in sostituzione del Decalogo della Alleanza che fu con Mosè, e con lui ormai obsoleta. Matteo nel Vangelo ripropone stesse movenze dei due fondatori, ma con correttivi vistosi. Gesù, sul monte, siede e non si prostra. Da Maestro. Non riceve le " Dieci Parole", ma detta la sua" in otto proposizioni a omaggio alla Risurrezione. La prima beatitudine interpreta le altre. "I poveri per lo spirito" qualificano maturità, come Dio, che non assorbe, ma comunica energie. Beato chi trova il proprio consolatore se piange, o lo sfama se ha fame, o lo ospita se è senza casa. Il discepolo si fa garante, come Dio per lui, e attesta misericordia o purità di pensieri e diventa costruttore di pace, come "figlio" che assomiglia al Padre. L'ottava beatitudine suggella le precedenti. È la persecuzione del mondo. Non si rassegna a ciò che non lo rappresenta, e perseguiterà chi attua gli ideali, quali il servizio, la condivisione e l'umiltà. Valori portanti del Vangelo che il mondo non può recepire.
Fra' Domenico Spatola
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