venerdì 6 dicembre 2024

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Solennità della Immacolata (anno C): Luca 1, 26-38

26
 Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, 27 a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28 Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». 29 A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. 30 L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31 Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32 Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33 e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
34 Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». 35 Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. 36 Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: 37 nulla è impossibile a Dio». 38 Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei.


L'angelo Gabriele venne mandato con l'incombenza di cambiare la Storia. Portava una richiesta di matrimonio. Dio chiedeva a Maria vergine di diventare la madre del suo Figlio. Aveva infatti trovato grazia nel cuore di lui. La regione di approdo fu la Galilea multietnica e pagana come bollata dal profeta Isaia. Qui accadde l'inimmaginabile. Già il saluto dell'angelo impensierì Maria. Fu letto esigente di impossibili richieste. Gedeone, nel lontano passato, con lo stesso saluto infatti era stato inviato a combattere i Madianiti. Non lusingata dunque dal saluto, Maria lo temette. Gabriele, la incoraggiò e, d'un fiato, le espose il piano. "Hai trovato grazia presso Dio", ora egli la voleva madre del suo Figlio. Del bambino enunciò le fasi dal concepimento alla nascita. E il nome?  Spettava al Padre, cioè a Dio. Maria gli obbedirà e lo chiamerà Gesù. Poi Gabriele enumerò i titoli per cui il Nascituro era grande, perché "Figlio dell'Altissimo". Dal Padre e non da Davide, avrebbe ereditato il trono per regnare senza fine sulla casa di Giacobbe. Lucida, Maria contestò che, per quel ruolo, non conosceva uomo capace. Ribadì l'angelo che lo Spirito Santo l'avrebbe fecondata. E a provare che "nulla è impossibile a Dio", parlò ad esempio dell'altra natività impossibile, quella di Giovanni, perché da madre sterile e attempata. Elisabetta, la parente lontana, infatti aspettava un figlio e questo era il sesto mese, per lei detta "sterile". Non poteva più tergiversare, soprattutto per noi, e il suo "Sì" generoso, cambiò la Storia.

Fra' Domenico Spatola


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