venerdì 20 dicembre 2024

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Quarta domenica di Avvento (anno C): Luca 1, 39-45

 
39 In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. 40 Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41 Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo 42 ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43 A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? 44 Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. 45 E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore».

Scattante Maria, donna dello Spirito, si alzò per portare in Giudea, attraverso la Samaria via più breve, il saluto dell'Angelo. Un'altra vita fioriva infatti nel grembo dell'attempata e sterile Elisabetta. L'incontro fu tra madri. Ognuna fece eco allo Spirito Santo: "Beata te che hai creduto!" le disse Elisabetta. Il saluto della Vergine aveva in lei fatto danzare il bambino nel grembo. Maria aveva creduto e parlava. Zaccaria, perché incredulo da sordo, era rimasto muto. "Beata", dunque Maria, sciolse il cantico e magnificò il Signore per le grandi cose in lei compiute, e per tutti i poveri e i prostrati della Storia che in lei avevano il riscatto. Fu per Luca, la nuova "Arca santa" Maria, alla cui presenza danzò Giovanni, ancora nel grembo della madre e da novello Davide. Tre mesi essa rimase con Elisabetta, quanti della permanenza dell'antico "segno", l'arca di Dio in casa di Obed Edom, a favorirla di grazia.

Fra' Domenico Spatola 

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