La festa dell'Assunzione di Maria "in corpo e anima in cielo", come recita il dogma proclamato da Pio XII l'1 novembre 1950, vuole testimoniare la totalità del dono all'umanità nel compimento del progetto divino. Maria, è icona dell'Umanità perché simboleggia, anticipandolo, il destino finale che ci appartiene, nella pienezza del Regno che in lei trova tutte le prerogative dell'umanità felice e fedele.
L'origine è il suo ruolo di "Madre di Dio", scelta per la missione funzionale quanto necessaria della Incarnazione del Verbo. Dante, nell'ultimo canto della Divina Commedia l'apostrofa: "Termine fisso d'eterno Consiglio", attribuendole il ruolo unico di consentire a ripensare la Storia in prospettiva nuova, come intesa dalla Santissima Trinità ("Eterno Consiglio").
Dal concepimento del Figlio, la sua vita è un tutt'uno con quella di Dio, di cui il Concilio di Efeso, nel 431 e.c., la dichiarò "Madre".
Betlemme, Nazareth, Gerusalemme, sono luoghi di ricordi di lei. A Cana, con l'intervento in favore degli sposi privi di vino le si attribuisce il ruolo di mediazione presso il Figlio. Tra le interpretazioni diverse e magari divergenti dell'evento, mi piace riandare all'episodio e sentirlo come un atto gentile e previgente tutto materno. Di lei che si accorga delle cose mancanti e provveda.
Mi è tenero riandare e restare con lei sotto la croce. Magari solo noi tre. Un idillio inenarrabile. Fatto di sguardi e tante promesse di... fedeltà.
Fra' Domenico Spatola.
Nella foto: La Madonna assunta di Palma del Vecchio
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