venerdì 6 ottobre 2017

Commento di fra' Domenico Spatola al Vangelo della Domenica XXVII del Tempo ordinario: Matteo 21, 33-43

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».
Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
“La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d’angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi”?
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».

Commento al Vangelo

La parabola è l'accusa dei capi dei sacerdoti e degli anziani di Israele. La storia narrata da Gesù si pone come specchio che riflette il loro comportamento. Sono accecati dalla "convenienza" fino a volere la morte degli oppositori ai loro interessi. I dettagli sono espressivi di emozioni e di sentimenti. 
La "vigna" è l'allegoria di Israele e della sua storia; la sua costruzione e cura testimoniano del padrone attenzione e tenerezza con la siepe a protezione, la buca per il torchio e la torre per l'avvistamento dei potenziali predoni. 
Strategiche la lontananza del padrone e la cura della vigna affidata ai coloni. 
Al tempo dei frutti, il padrone vuole il "suo". I servi inviati (i profeti) però non hanno fortuna, gli affittuari sono infatti ladri e omicidi. Fanno fuori tutti i messaggeri e, con l'eliminazione del Figlio, l'erede, tenteranno il colpaccio che li avrebbe resi padroni assoluti della vigna. 
Riassuntati gli eventi, Gesù denunciò la criminalità dei suoi avversari, accusati di essere mossi solo dai propri interessi. 
Ad essi, avendo compresa la denuncia, rimaneva ancora l'ultimo ostacolo: eliminando il Figlio, gli eredi sarebbero stati i padroni della vigna, come i personaggi della parabola. 

Fra' Domenico Spatola

Nella foto: La parabola dei vignaioli, placchetta smaltata, secolo XII. Firenze, Museo del Bargello

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